Le pareti
hanno smesso d’ incontrare
le immagini consuete
hanno smesso di parlare
E sono tante le ombre
che ad ogni desiderio
cambiano la forma dell’ infinito
si muovono
si spostano senza tregua
affollando
i territori del mio sguardo
dei miei gesti
intenti ad accarezzare i muri
Il buio le confonde
inconsapevolmente
e se accendo le candele
per individuarle
sono troppe le fiamme
che vogliono dialogare insieme a loro
Ad una ad una
si spengono da sole
soltanto l’ ultima rimane accesa
davanti all’ uscita di questo labirinto
Ma ci sarà sempre un’ altra stanza
un’ altra soglia
che ora non posso oltrepassare
L’ oscurità bisbiglia sottovoce
dentro a questo mondo incompleto
e un ‘ altra luce e un’ altra ombra
mi accarezzano nel sonno
Antonio Bì
Devi avere pazienza e ritrovare il filo che ti indicherà l’uscita dal labirinto…sei come una falena che cerca di liberarsi … Ma lascia sempre accesa la fiammella che ti rischiara la pagina bianca e questa nel silenzio,raccoglierà il messaggio poetico che ti allevierà il cammino solitario, sul sentiero che ti si profila ora…poi i tuoi aneliti riprenderanno limpidi a scorrere e volare.e tutto prenderà nuovo colore.
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“il crepuscolo mi lascia la stanchezza d’ ogni gesto / e nell’ anima il mistero dell’ esistere. / La mia mente cerca un segno / un significato della mia permanenza. / O una via, un varco per spingermi oltre / dove ciò che sento non ha nome…”
Dalla poesia “Sotto la pelle”, sempre di Luigi Besana – Quaderno dell’ Acàrya n° 36 intitolato IL GRUMO
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Lo comprendo questo tuo modo di sentire…ma non si chiede ad una nuvola il motivo del suo andare sfaldare ricomporsi per un viaggio lungo o breve!Siamo tessere di un mosaico vastissimo che non ci e’ dato di vedere…solo il tempo saprà’ dare …risposte.A te ora il sapere cogliere ogni attimo di tregua e intrecciare con pazienza nuovi fili di…speranza per periodi piu’ buoni. Piano piano calmera’ questo sgomento e nel cuore scoprirai voglia di vivere…un abbraccio in amicizia.
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http://fernirosso.wordpress.com/2011/09/25/ancora-vivro-del-labirinto/
ancora viv(r)ò del labirinto…
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Sono andato nel tuo link: due lavori veramente notevoli, bellissima la poesia, straordinario il video. Nel mio labirinto invece non ci sono minotauri o fili o altro ancora. Ma un’infinita serie di stanze, tutte vuote, tutte uguali. E dopo ogni porta, un’altra serie infinita di stanze e un’altra serie infinita di porte. Eppure, basta poco, pochissimo per trovare l’uscita. Noi su quel filo siamo perennemente in equilibrio, prigionieri dei nostri mostri, attratti dalle nostre illusioni, dai movimenti delle nostre ombre e delle ombre che cerchiamo… disperatamente
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