cavallo nell'ascensore

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E’ battere e levare
il respiro del mondo
con il sole a tramontare
e la pioggia nelle scarpe
con le mani chiuse nel passato
e le mani aperte sul presente

E’ battere e levare
il respiro delle stagioni
e il loro eterno mutare
con quattro rose che sfioriscono
e quattro rose che sbocciano
come i quattro evangelisti

E’ battere e levare
il respiro delle persone
quando posso ascoltare
con l’orecchio appoggiato
sul pavimento del mondo
con gli occhi chiusi

e gli occhi aperti
il loro cuore
sempre e per sempre
in battere e levare

Raffaele Rigamonti
(da “L’ultima volta che ho visto un cavallo era nell’ascensore”)
Quaderno dell’Acàrya n° 40

batterista in movimento

9 Comments on “L’ULTIMA VOLTA CHE HO VISTO UN CAVALLO ERA NELL’ASCENSORE di Raffaele Rigamonti

    • è vero, dovremmo ascoltare meglio quello che ci dona la natura… in fondo, se l’autore (parafrasando il suo titolo) l’ultima volta che ha visto un cavallo era nell’ ascensore, invece di vederlo correre libero insieme al vento, forse, ci vuole dire che siamo prigionieri di questa nostra quotidianità. Cosa vuoi che ti dica… basterebbe un sorriso !

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      • sai, pensavo alla natura ma anche ai passi della gente, che a volte incontriamo senza neanche accorgercene. Basterebbe fermarsi un attimo dando attenzione a ciò che ci circonda…e anche sorridere.

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    • hai perfettamente ragione… questa tua osservazione l’avevo fatta anch’io all’autore (che tra l’altro suona degli strumenti) e mi aveva giustificato la variante con le sue argomentazioni che ora non ricordo perfettamente, e per non sbagliare me le farò ripetere (tanto lo vedo spesso). Non è un errore, anche se potrebbe sembrarlo. D’altronde le manie degli artisti le conosco da troppo tempo e ormai mi sono abituato ad assimilarle senza troppe contestazioni… Ti risponderò a breve, ciao !!!

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      • per Pannonica:
        ho chiesto all’autore il perché della variante e la giustificazione è stata su diversi piani, che magari non collimano con un musicista, o possono dar luogo a fraintendimenti (come in effetti avviene) ma tant’è… come già ti ho detto, gli artisti vanno presi così. Lui infatti mi ha parlato di un colpo dato metaforicamente su qualcosa (il mondo per esempio) e subito dopo levare l’oggetto per vedere la reazione, come con i battiti del cuore (ecc. ecc.) e altro. Oppure l’interazione con il verso successivo che elimina un rumore.
        Ascoltiamolo così, con il suo strano ritmo e la sua musica particolare…

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