UN MURO
Questa la sola immagine
che ne salta fuori.
Un muro tutto solo,
illuminato male, invitante,
ma nessun senso della stanza,
nemmeno un cenno
del perché ricordo
così poco e tanto chiaramente.
La mosca che osservo,
le sue ali in dettaglio
di un lucente turchese.
Le zampe che, col mio divertimento,
seguono una minuscola crepa –
l’eternità
intorno a quel semplice evento.
E nient’altro; e nessun luogo
a cui tornare;
e nessun altro,
per quanto ne so, da controllare.
Charles Simic
da “Hotel insonnia” (Adelphi)
…nessun luog a cui tornare; e nessun altro…
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