LA MIA CONFESSIONE FEDELE
Curo i prati come il pavimento della mia casa,
guardo l’erba come il tappeto sul quale
allignano i figli e un tempo contento.
Non vi è obbligo di appartenenza.
Ogni filo d’erba è una spettanza,
Il diritto per l’umiltà di un altro
che l’ha preceduto e che io ho falciato,
raccolto e scelto per necessità e dottrina.
Pulire i prati è levare i sassi e contarli,
come un atto di compassione
ad ogni riverenza che gli concedi.
E’ raccogliere terra sputata dal fondo e seminarla,
di nuovo, in segno di generosità verso essa.
E’ forse un lavoro ingrato e fermo al punto di partenza
ma è anche la mia confessione fedele,
la coscienza che mi riconosco addosso,
di essere qui anche per questo.
Roberta Dapunt
da: “La terra più del paradiso” (Einaudi)
Siamo qui anche per questo.
buona serata
.marta
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ben detto… buona serata anche a te !
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Sono ri-tornarnata perchè ricordavo il dipinto. Ho fatto una ricerca sul web e questo pittore mi piace.
Mi piace per questa “tranquillità”. Questo colore che sta fermo, che sembra un tutt’uno….
Minimalismo pacatamente colorato.
Di quei dipinti che potrei ascoltare per ore e ore.
….non è niente ma mi piaceva tornare a guardarlo e saperne di più…
ciao
.marta
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non c’è problema, torna quando vuoi, anche perché ultimamente per i troppi impegni posto in maniera saltuaria.
Per quanto riguarda il dipinto è vero, questo l’ho accostato alla poesia della Dapunt perché dava un senso di pulizia, contrariamente alla foto che invece viaggia su coordinate opposte.
Mi è piaciuta la tua frase: “un dipinto che si può ascoltare, per ore”. Bella…
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🙂
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