Sempre in tema di musica spensierata senza troppi fronzoli basata sulla voglia di suonare per divertirsi, quella dei Cracker è quella che fa al caso giusto. Nati dalle ceneri dei Camper Van Beethoven agli inizi degli anni ’90 sono ancora attivi e hanno pubblicato degli ottimi lavori compresi dei live interessanti per la carica di allegria che trasmettono. La loro è una musica semplice costruita sopra dei boogie e rock’n’roll direttamente pescati dalla tradizione roots a stelle e strisce, sporcati quanto basta di accelerazioni punk e inserti country sapientemente inseriti nella costruzione delle canzoni. Musica semplice dicevo, basata sulle tematiche di sbronze, donne, sesso e lunghe fughe in automobile; sempre all’interno di quei paesaggi infiniti che hanno disegnato la leggenda del continente americano, anche se ogni tanto descrivere intorno al paesaggio le contraddizioni che offrono questi scenari, è proprio lo sconfinamento ideale dentro a tematiche sociali che premono e che da sempre hanno accompagnato l’illusione del “famoso” sogno… e l’America è anche questa: un presente complicato sopportato dalle nostre piccole cose: l’alcol, il sesso e l’illusione della libertà. Alle spalle ci lasciamo una lunga giornata di lavoro (quando c’è, chiaramente), fa caldo e abbiamo sete, vogliamo sentire scorrere il vento a cento all’ora e gridare che siamo ancora vivi, fregandosene di tutto e tutti e poi rientrare insieme agli altri per assaporare la nostra anima bambina. Vogliamo divertirci e basta, anche solo per un’ora, ma è proprio questo breve insieme di minuti che ci riconcilia con il mondo, è proprio questo piccolo spazio d’orologio che ci fa sentire dei giganti, e questa, è la musica giusta… quella che volevamo sentire !!!
I loro album sono tutti belli anche se io consiglio i primi due per la freschezza e le dinamiche via via sovrapposte nelle loro tracce: pezzi veloci e tirati quanto basta, alternati a ballatone e repertori blues-rock che lasciano il segno: “Cracker” e “Kerosene Hat”.
Chiaramente nelle versioni live la loro predisposizione allo spazio ludico delle loro canzoni prende il sopravvento, e di quelli pubblicati (ce ne sono diversi), consiglio quello uscito nel 2010 intitolato Live at the Crossroad-Festival perché racchiude il loro vasto repertorio in maniera convincente e passionale
La vita scorre veloce come un riff di chitarra elettrica; ci cattura e ci consola, e ci trasforma, probabilmente anche soltanto per quei cinque minuti in cui rapisce l’anima o la confonde per il semplice gusto del bello immediato. Non importa… domani ci sarà un’altra giornata e un’altra canzone da mettere nel piatto. Lo so… la ricetta è troppo semplice, ma in fondo, il mondo è bello anche per questo
L’ultima precisazione è che il loro leader Davia Lowery nel 2011 ha pubblicato il suo album solista dal titolo The Palace Guard: un lavoro veramente sorprendente per la consueta ironia ricchissima di sarcasmo e per la varietà di stili che lo compongono. Infatti continua a non smentirsi, vivere per divertirsi con una serie di metafore curiosissime, legate appunto alle figure variopinte che, vestite come dei pagliacci, fanno da uscieri ai grandi hotel delle città americane. A volte il gusto dell’eccesso pensa di attirare clienti per un’attualità troppo legata all’immagine, ma il cantautore scruta e filtra distillando ogni presunzione per farne un grido di battaglia, a volte con la rabbia, e a volte pigliando semplicemente per il culo !
Intanto mi godo una bella birra fresca e ascolto queste schitarrate con la voglia di godermi il sole fin che dura… al resto penseremo dopo… salute !!!
il Barman del Club
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Musica dai ritmi ben dosati…tranquilla diciamo dai….
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guarda che se mi provochi la prossima musica sarà una mitragliatrice 🙂
ciao e buona giornata 😀
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😀
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io li ho presi (i Cracker) con il caffè!!!
Grazie e buon perfetto sole.
m.
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🙂 😀
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