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Con questa formazione decisamente estroversa  concludo per quest’anno quella che ho chiamato “musica estiva”, anche perché si potrebbe andare avanti all’infinito, ed è meglio continuare nel 2014, visto che in fondo, l’estate vera, sta decisamente regalandoci gli ultimi caldi settembrini.
Funkadelic e la sua band parallela, i Parliament, sono l’esempio più eclatante di come si possa fare della musica insieme ad ogni tipo di eccesso e di come, la sua anima nera, sottolinea in maniera ludica le sue origini autentiche, nel senso che ogni nota rubata dai “bianchi” per decretare il successo dell’esteriorità da cui è nata ogni forma di business, per loro: i “neri”, è invece tutto un altro mondo, che nasce invero dalle loro eterne sofferenze e sfruttamenti, ma che poi si rivela come in questo caso, la reazione opposta alla morte, ovvero, un esplosone di gioia concepita fino all’estremo, un fantastico sfogo di allegria per decretare la follia divertente che circonda la vita.
Giocherelloni, pazzi e se vogliamo tamarri fino allo sfinimento, i Funkadelic / Parliament s’incarnano nella figura del loro “guru”, ovvero: George Clinton, e nella sua idea di concezione musicale, come se il mondo delle note fosse un eterno carnevale dove perdersi e ritrovarsi, dove iniziare un progetto artistico e vederselo ampliare fra le mani come una bomba funky. Il funk è appunto la base portante di tutta la sua musica, o se vogliamo, della loro musica, visto che di band si sta parlando: i Funkadelic più vicini a un rock-psichedelico, mentre i Parliament  a una versione black decisamente innovativa, anche se per tutte e due è appunto il funky il conduttore portante della loro fantasmagorica storia.  

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Una storia che inizia che inizia nel 1970 per coniugare le mutazioni del funk di fine anni ’60 e farle confluire nelle divagazioni lisergiche californiane, dentro una struttura decisamente rock, là dove il roll era l’esasperazione delle ritmiche portate all’eccesso: una comunione di chitarre-bassi-e-percussioni, le quali tramutavano l’inferno nell’esaltazione di un luogo favoloso, libero da ogni regola, zona franca dove l’anarchia degli strumenti regalava fiammate apocalittiche. Un’apocalisse intesa come il confluire di tutte le passioni in un unico punto per poi sentirle esplodere e trasformarle in una pioggia di libertà, come se già dal nome: Funkadelic, si volesse tracciare la strada verso quel pazzo mondo, verso quell’arcobaleno di suoni senza inibizioni.

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Al contrario i Parliament raffiguravano l’altra faccia di George Clinton, quella decisamente nera, ed è proprio con questo colore che s’inarcherà in una forma d’incredibili sperimentalismi, spericolati e innovativi quanto basta dove convergevano Sly Stone Frank Zappa, Frankie Lymon James Brown. Ma come dico spesso, i nomi non dicono niente, perché Clinton strutturava i suoi show dentro a una titanica proposta teatrale, sempre a cavallo tra quello che potremmo chiamare cool-estremo o kitsch-pazzesco. Niente era normale, ma c’era tanta di quella roba da riempire intere antologie della musica, un’enciclopedia di suoni “neri” che voleva travolgere il mondo, come se un rinato Dr. Funkenstein dovesse a forza “funkizzare” tutte le città della Terra, invadendola con i suoi replicanti. Bizzarrie d’accordo, ma allora gli epigoni dei viaggi inacidati trovarono terreno fertile in quest’uomo travestito da alieno, in questa mente satura di estetica lisergica ma, con tanta, tantissima musica da farci ascoltare… da farci godere.

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Consigliare uno dei loro album è impresa ardua, anche perché la poliedricità delle proposte è innumerevole, la bellezza delle loro copertine è un piacere per gli occhi. Godetevi allora queste splendide immagini e calatevi nella prospettiva scombussolata del loro mondo. Un insieme di cover mozzafiato che riempirebbe ogni sfilata allegorica paragonabile a tutti i carnevali del mondo, perché dai nomi agli strumenti, dai colori ai vestiti, dai suoni alle provocazioni, tutto è sfacciataggine dentro a una gioia di vivere contagiosa, sempre a metà fra la risata sarcastica e la degenerazione dell’insieme ma, alla fine, non si può che togliersi il cappello per tanta voglia di stupire senza preoccuparsi degli esiti folli, dai loro album alle loro copertine.

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L’astronave di Clinton cesserà di viaggiare nel 1981, anche se poi riprenderà a fasi alterne, fino a decollare di nuovo in questi ultimi anni dove il revival dei gruppi storici è diventato un investimento milionario, anche se poi, a noi ce ne frega niente; se per tutta una serie di ragioni ce li siamo persi negli anni del loro fulgore, ce li siamo potuti gustare oggi. E’ vero, a ben  vedere non è rimasto niente dell’autenticità degli esordi, anzi, sembrerebbe che il loro itinerario viaggi sopra un carrozzone diventato la macchietta di se stesso, ma tant’è, cosa volete farci, se qualcosa di allora è rimasto provate a pensare cosa ci siamo persi negli anni ’70… Rimangono i loro dischi, una collezione di capolavori ineguagliabili, una voracità folle da cui è nata una leggenda. Ora, come tutte le proposte che a vent’anni avevano un senso, e che a sessanta diventano delirio schizofrenico, dobbiamo considerarle come se l’astronave avesse trovato un tunnel spazio-temporale e fosse ritornata indietro nel tempo, anche se allora tutto era concepito da una creatività mai più ritrovata: in tutti i campi dell’espressività artistica, mentre nel nuovo millennio ogni cosa è diventata di plastica, e come tale è solo un soprammobile.
Anche cercare dei filmati è pura utopia, perché si rischia nella molteplicità delle proposte di sbagliare a postare deviando il discorso, un po’ per la scadente resa delle pellicole, e un po’ per l’esagerata inflazione che rischia di confondere le idee. Lo ripeto fino alla noia: se questa è la vostra musica, comprate i loro dischi, non ve ne pentirete… sarà la vostra colonna sonora dell’estate.

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In fondo è proprio d’estate che si rischiano i “colpi di sole” e nell’euforia collettiva tutto è possibile. George Clinton ha prorogato questa stagione per oltre quarant’anni e in questo lasso di tempo a spalancato le porte a chiunque volesse tuffarsi nelle ritmiche onde del funky, nuotando e ballando, fino allo svenimento, fino alla conclusione che in ogni età della vita si può essere eterni adolescenti, o perlomeno, ridiventarne parte, come se il sogno dell’eterna giovinezza, fosse l’esito di tutta questa allegria…

Salute !!!

il Barman del Club

funkadelic-clinton3George Clinton

20 Comments on “MUSICA ESTIVA 9 – Funkadelic / Parliament

  1. Ehmmm. questo genere non mi piace molto…non so come dirtelo senza ….ecco senza essere indelicata…
    Tieni sempre presente che non m’intendo di musica…eh…

    Ciao

    buon fine settimana
    .marta

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    • non ti preoccupare Marta, ognuno ha i suoi gusti, ed è giusto che ognuno ascolti la sua musica preferita. D’altronde se ho postato ben 10 band una ragione ci sarà: ognuno sceglierà quella che più gli aggrada…
      Ciao carissima e buon fine estate !!!

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  2. Troppo tardi, Barman, troppo tardi. Troppo tardi per mettere questa roba torrida, più adatta al “fermento di luglio” che al più pacato e riflessivo settembre. Magari il pezzo dei Parliament, Presence of a brain, ecco quello -testo a parte, ovviamente- è una buona compagnia nel declinare dell’estate… Ma già il grigio incombe ed è di nuovo tempo di Joy Division e birre scure, caro barman.

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    • Uuuuuuuuuh !!! Joy Division… non scherziamo (???) Innanzitutto questa prima settimana di settembre è stata come se fosse luglio,
      anche perché io sono in ferie, e me la sto scialando (tu stai
      lavorando? stai ancora sudando? Bene! sei funzionale alla causa… continua così) E poi consiliare certi gruppi vuol dire aggiungere nei cocktail una ingente dose di antidepressivi… No! no! c’è ancora tempo per godersi il sole, anche in autunno. E per le birre scure, calma calma, avremo un lungo inverno per affogare in certi malti tostati. Ora è ancora tempo di Moscow o Mc Ewan’s o di altre artigianali chiare e… di Funkadelic !!!!!!!!!!!!!!!!!!! Gooooooo !!!!!!!

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  3. Ovvio che ho già ripreso a lavorare, cos’altro pensi possa donarmi questo cupo umore? Comunque oggi non si discute, giornata grigia. L’unico funky possibile è quello che si può trovare nei dischi albionici post punk, eseguito da inglesi slavati. “Y”, ad esempio.

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    • Mammamia !!!!! se soltanto un giorno di pioggia tu ha portato questo bellissimo umore: gli “Y” ? 😦 😦 Chissà cosa ti succederà nel lunghissimo inverno che presto arriverà.
      Cambia dischi ! cambia luoghi !! e metti sul piatto un LP di Eddie Hazel,,, sarà la sua chitarra a squarciare le le nubi, altro che maghi meteorologici… viva !!!

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  4. Ehm… “Y” sarebbe il titolo, il gruppo è il Pop Group (controlla Cave ai tempi dei B.P.). L’ estate, l’estate che rende pigri e smemorati.

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    • allora preferisco gli “X” (meglio gli americani)… sarò anche smemorato ma l’estate è sempre l’estate e i tuoi pop group te li puoi tenere: meglio l’alcol alle benzotiazepine, e poi di “prozac” ce ne sono stati troppi…
      E’ bello perdere la memoria e vivere felici !!!!!!!!!!!!!

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  5. Tu ci scherzi e va bene ma la tua ultima frase dovrebbe essere incisa sulla tomba del nostro Paese. Sia chiaro che non mi riferisco a te e tantomeno a Clinton, che meteo a parte, è tra i miei grandi.

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    • Questa volta hai azzeccato la frase: siamo un paese senza memoria !!! Meteo a parte, chiaramente. Così come i cromosomi X e Y, nel senso che siamo una nazione ibrida senza identità… meteo a parte, chiaramente !

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  6. Ecco, a dirla tutta, 1uesto genere di musica non mi è molto congeniale ma ‘a me mi’ piace cmq sapere cosa succede anche in quel mondo prendendo esempio da quello che è uno dei tanti insegnamenti regalatimi dal mio Capo già negli ann’80 un dotto signore di quasi 70anni.
    Erano i tempi che furoreggiave il ‘mio’ The Boss Springsteen e dunque con quel suo fare semi burbero che lo disingueva chiese prima a me se lo conoscevo, mi piaceva e infine di comprargli quei dischi che io reputavo i migliori 🙂 Quel signore serioso e curioso era Pietro Ingrao.
    Dunque grazie caro Barman 🙂

    sherachequistadiluviandol’estatestafinendo…male

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    • Preferisco Ingrao a Springsteen, anzi, direi che mi hai reso invidioso sapendo che è stato il tuo diretto superiore. Non tutti possono avere questa fortuna… complimenti ! Uomini così ormai non ce ne sono più, o se ci sono difficilmente troveranno spazio
      (almeno credo, o perlomeno spero di sbagliarmi).
      Per quanto riguarda la musica non c’è problema, come ho già detto ognuno ha i suoi gusti, ed è giusto che sia così (però… consiglio da amico, Springsteen non è quello che vuol far credere di essere. Dopo i primi dischi (buoni) ha fatto solamente il “piangina” del New Jersey). Per il resto tutto ok… qua c’è il sole !
      Un salutone Shera…

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      • barman
        …non solo Giancarlo Pajetta ha fatto la sua ‘Una scelta di vita’.
        Ai vecchi tempi (1985) c’era ancora il ciclostile e la mia olivetti semiautomatica era l’invidia del Partito per il resto si sbianchettava e taglia e cuci. Le ricerche si facevano in libreria o si chiadeva agli uffici interessati.
        Non c’era il curatore d’immagine, nè un portavoce, nè un pool di segreteria.
        C’ero io e…lui e due compagni, cfollaboratori a tempo.
        Come dici gisutamente tu lo Springsteen dei primi dischi era entusiasmante, Lo sentii dal vivo e fu davvero travolgente. Ho divagato troppo?
        me ne scuso 😉

        sherailtempoharipresoalbellotuttomaresabato

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  7. ma che divagato troppo… discutere con persone intelligenti è sempre il meglio che può offrire la vita. E non credere, quegli anni li ho vissuti anch’io, anche se ero più su una sponda artistica che politica, ma le idee sono rimaste quelle, anche se di quegli uomini non ce ne sono più… Io sto finendo le ferie, e lunedì si ricomincia, ormai sole-pioggia, per me fa lo stesso, ma se mi parli di mare mi crei la seconda invidia (che ci vuoi fa… mi devo accontentare del lago). Un bacio…

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  8. dal lato artistico? il pensiero non ha area politica ma appartiene all’intelligenza sopratutto se è scevra da condizinamenti ideologici.
    Il lago mi mette inquietudine e infatti noi abbiano il lagi di Bolsena a un tiro di schioppo ma io lo diserto da anni. L’autunno ‘arrivo’ a Ronciglione 😉

    sherabuonaripresaebuonlavoroancheQUI!

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    • sono comunque posti bellissimi, sia i tuoi che i miei (al di là della malinconia che ogni tanto il lago può trasmettere, soprattutto in inverno, per questo mi incazzo quando finisce l’estate… dura così poco). Tu però hai il vantaggio di essere circondata da vigneti e questo non è poco (ci devo passare dalle tue parti, prima o poi, anche perché facendo sempre le ferie a settembre, scopro angoli bellissimi senza il casino dei vacanzieri del ferragosto).
      Per quanto riguarda il “pensiero” mi trovi concorde… probabilmente la libertà è proprio questa !
      Buon lavoro anche a te… Ciao !

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