cacciata dal paradiso terrestreAdamo ed Eva cacciati dal Paradiso Terrestre di Jacopo Robusti detto il “Tintoretto” – olio su tela

Il titolo di questo post ha una ragione particolare, perché dopo una lunga malattia è deceduta mia cognata, Laura, 47 anni, sorella di mia moglie, morta due anni prima, sempre dopo la Pasqua e sempre nel mese di aprile: “aprile è il più crudele dei mesi” citava il titolo di un romanzo e probabilmente non aveva tutti i torti. Ora, il problema è che i miei suoceri hanno perso nel giro di poco tempo le loro due uniche figlie; e la figlia di mia cognata: Giulia, ad appena 13 anni è rimasta orfana: sì perché, soltanto l’anno scorso, aveva perso anche il padre. Una catena di lutti impressionante che ha sconvolto più di una famiglia e ha lasciato senza parole la cerchia delle nostre conoscenze. Chiaramente per mia nipote mi sono già proposto come suo tutore, per tutta una serie di legami e di affinità che ho con lei e la sua storia, però nel corso della sua crescita potrò essere un buon padre, ma non sarò mai una buona madre, perché in un’età difficile come quella dell’adolescenza le verranno a mancare tutti quei rapporti di complicità, di confidenze, d’intimità e soprattutto di amore che soltanto una donna può dare. In fondo, se di “mamma ce ne una sola”, la stesura di questo detto non è nato per caso, anzi, al di là delle malizie, per il proseguo della vita di Giulia, soprattutto nella maturità esisterà sempre un vuoto incolmabile e la mancanza di una protezione e di un appoggio fondamentale.

vetrata dell'altare-chiesa dell'annunciata-milanoChiesa dell’Annunciata – Milano – vetrata dell’altare – Foto Renegrisa

Questa premessa serve per inquadrare i discorsi che si sono fatti prima e dopo il funerale riguardanti l’esistenza di un Dio buono, così come ce lo ha sempre mostrato la Chiesa Cattolica nel corso dei secoli e del perché possano accadere situazioni del genere.  Intendiamoci, basta accendere il televisore e ogni giorno siamo inondati da brutalità infinite e fatti di un’efferatezza ubriacante, che ci stordiscono e ci fanno meditare, ma finché certe situazioni non capitano a noi, il giorno dopo continuiamo la vita di sempre, così come è giusto che sia; poi un giorno arriva il nostro turno e ci domandiamo il perché di un “disegno” del genere.
Questo pianeta si è evoluto attraverso un equilibrio dove si alternano la bellezza e la ferocia in egual misura, e dove le meraviglie della natura si reggono attraverso l’alternarsi del bene e del male, in cui la necessità  è direttamente proporzionale alla sopravvivenza: la poesia, alla violenza, finché non è arrivato l’Homo sapiens e ha unito alla sua intelligenza altra violenza.  Alcuni teorici hanno cercato di interpretare il dono dell’intelligenza, come il risultato di un esperimento genetico che una razza superiore arrivata sulla Terra da chissà dove, abbia effettuato tra gli ominidi che popolavano il nostro pianeta e il loro DNA, basandosi proprio dagli scritti della Bibbia e da antichi testi Sumeri. Un esperimento riuscito proprio male, aggiungerei io, perché se all’intelligenza si è abbinato l’istinto animalesco sito in noi, difficilmente riusciremo a diventare come i nostri probabili o improbabili progenitori, o se vogliamo, come questi illuminati che ci hanno donato il sapere.

cacciata dal paradiso terrstre- foto di bruno brunelliCacciata da Paradiso Terrestre – Jacopo Della Quercia (Siena- Fonte Gaia)
Foto Bruno Brunelli

Comunque, al di là dei discorsi e di queste teorie fantascientifiche, evidentemente, nella nostra dipendenza e in completa balia delle forze oscure che regolano l’universo, ecco che la nascita e la consolazione delle religioni monoteiste è stata nel corso degli ultimi millenni, il rifugio dove trovare le risposte al mistero della morte. Ma se le filosofie orientali hanno cercato spiegazioni entrando nelle potenzialità del nostro io e della nostra energia interiore, l’occidente con un pensiero tutto preordinato sull’azione ha fatto si che l’introduzione di una religione dove esistesse un Dio buono, il quale, con con la “sua infinita bontà”, fosse da risarcimento a tutti i patimenti della vita terrena con il premio dell’eternità, risolvesse i malesseri di ognuno di noi: “beati gli umili che entreranno nel regno dei cieli”. Bellissime parole d’accordo, che mi vedono perfettamente in sintonia, peccato però che il tutto è costruito perché i pochi possano dominare le coscienze delle moltitudini potenzialmente difficili da tenere a bada, ma che vengono addolcite da una promessa e da tutte una serie regole da seguire ossequiosamente. E’ chiaro che in una società evoluta ci devono essere delle regole, anzi è importante che ci siano, è importantissimo, ma se per esempio una di queste prerogative è la “confessione”, dove un’altra persona deve venire a sapere le mie “bagattelle”, la dice lunga su come si possa porre le basi, su una plagiatura di massa. E’ un esempio stupido, lo so, ma se poi le religioni diventano “politica”, “fanatismo” e altro ancora, capite che i discorsi sulla santità arrivano a stridere se non addirittura a nauseare.  I credenti non si devono offendere, io stimo tantissimo chi ha fede, perché sostanzialmente non sono ateo e mi rendo perfettamente conto, anche da situazioni personali e istintive, che esiste una forza misteriosa e un’energia vitale attiva intorno a noi, difficile da decifrare, o al limite, da capire, per tutto quello che succede ogni giorno, come ho già accennato in altri post.

cacciata dal paradiso terrestre-cappella sistina-particolareMichelangelo – Cappella Sistina (particolare)

Il problema è cercare di spiegare ai genitori e alla figlia di Laura tutti i perché di una situazione del genere, come se noi avessimo ereditato dalle generazioni passate, un peccato originale che non ci appartiene, o peggio ancora l’iconografia della croce da portare a tutti i costi, altrimenti non saremmo dei buoni cristiani. Mi spiace, ma questa è idolatria, non si può paragonare la nostra vita ad una via crucis obbligata per poter raggiungere per forza “il regno dei cieli”. Dal lato opposto invece, vediamo come nella “parabola del figliol prodigo”, anche uno che se ne frega e si diverte per gran parte dei suoi giorni, avrà sempre un buon padre che gli aprirà la porta una volta caduto in disgrazia, alla faccia dell’altro fratello che per una vita ha lavorato spaccandosi la schiena. Peccato però che in un epoca dove vanno di moda i “prequel” e i “sequel”, non ci hanno raccontato il proseguo della storia e di tutti i calci in culo che, sia il padre che l’altro figlio, avranno dato a questo “prodigo” dopo la cena in cui era stato cucinato il maiale più grasso e il vitello migliore. E’ troppo facile dire: fai quel cazzo che vuoi tanto sarai sempre perdonato ! Ma allora, da che parte sta la verità ?  Qual’è la differenza tra colui che è salito al calvario e quello che se ne è fregato altamente di tutto e di tutti ?  Il sacerdote, durante l’omelia, ha cercato di spiegare, soprattutto in ragione della Pasqua, di come troppo spesso noi ci fermiamo al venerdì santo o al limite al sabato, ma non pensiamo mai alla domenica della resurrezione e a quello che ci sarà dopo. Certo, le parole sono molto belle, ma andatele a spiegare a mia nipote, la quale avrà d’ora in avanti una vita diversa da tanti suoi coetanei; o ai miei suoceri, che vivranno una vecchiaia nello sconforto, dopo un’esistenza di sacrifici. No… Dio non può esistere !  Magari esiste qualcosa d’altro, però in questo momento non riesco e non voglio cercare una ragione. Ci sfoghiamo con le parole… al resto si vedrà. Io personalmente mi sono stancato d’inseguire una risposta alle domande esistenziali, perché in questo momento la cosa più importante è il futuro di Giulia. Il risarcimento che dovrà avere dalle sfortune della vita, spero che avvenga in questa stessa vita, e non nelle illusioni raccontate dalle favole: l’infanzia è ormai alle spalle, mentre l’età adulta arriva ormai troppo in fretta per fermarsi a pensare. E’ bello guardare dentro le metafore di un dipinto o di un’opera d’arte, ma oltre il quadro esiste una quotidianità che non lascia scampo, e il confine tra un dono e una condanna è talmente sottile da lasciare allibiti tutti coloro che vogliono amare veramente, tutti coloro che piangono lacrime sincere, tutti coloro che insieme a me in questo preciso momento si commuovono per una poesia, o per una storia triste il cui lieto fine è sempre sancito da un grosso punto di domanda. “Hereafter”, direbbe qualcuno, e forse la prossima puntata della storia, è tutta racchiusa in questa incessante voglia di vivere che non si deve mai fermare…  Alla morte,  penseremo dopo. Amen !!!

il Barman  del Club

22 Comments on “DIO NON PUO’ ESISTERE…

  1. Bellissimo quello che hai scritto,a soprattutto bello quello che sai per fare. Dai una opportunità.
    Ps. In queste situazioni mi viene sempre a mente la frase che ho letto in un libro di Benni che cito a braccio” non salirei mai si un aereo il cui pilota crede nell’aldilà “.
    In bocca al lupo

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  2. In età adulta mi sono resa conto che la nostra religione è una religione triste.
    Non è per i bambini, nemmeno per gli adulti.
    E’ triste e basta e sicuramente non offre quella speranza di cui si narra tanto.

    Mi vengono in mente altre esperienze, simili, di altre persone dove uomini e donne han dovuto rimboccarsi le maniche e fare per due.
    … non è esattamente semplice.
    Penso e dico, penso bada…che l’amore e il dialogo siano fondamentali. E gli abbracci sempre.
    Ce la farete perchè siete in due, vi troverete fragili e forti. alternativamente vi farete forza e piangerete insieme anche. Perchè nessuno è più forte di un altro quando si è da soli a crescere.
    Sarà lei che darà forza a tutti. Penso sia così.

    Ti abbraccio
    .marta

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    • Hai sintetizzato bene il tutto; pensa che in una situazione del genere, in un momento di sconforto, mia suocera uscendo dall’ospedale rivolgendosi alla nipote disse: “Giulia, sono preoccupata, la mamma non l’ho vista per niente bene”. Ebbene, la risposta di Giulia è stata: “non ti preoccupare nonna, ci sono qua io”.
      Con una frase semplicissima, una ragazzina di 13 anni, ha dimostrato una maturità che a volte noi adulti ci sogniamo, troppo contaminati da mille influenze e mille contorsioni mentali. Spesso dovremmo ascoltare o specchiarci nell’innocenza dei bambini o nella freschezza degli adolescenti, perché le loro conclusioni sulla vita hanno una vitalità entusiasmante che sono veramente da esempio per tutti. Il cambiamento avviene sempre quando, dovendo diventare grandi troppo in fretta, l’arroganza del mondo d’oggi contamina anche loro. In fondo i veri valori esistono ancora, basta crederci…
      Un abbraccio anche a te

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  3. Grande il tuo cuore… delicata la tua anima …forte e chiara la tua mente che riesce a elaborare …in una ridda di situazioni -inimmaginabili- per delle creature innocenti e pure che hanno già toccato a fondo la crudeltà della vita… mentre le stagioni dovrebbero aprirsi in una intensa e fragrante fioritura di sorrisi e tenerezze…dolce e grande il tuo cuore che si offre in un gesto meraviglioso di paternità e amore! Quanto vorrei che da oggi in poi i vostri giorni si illuminassero di viva luce in un abbraccio di serena condivisione e di positiva bellezza …tenerezza e disponibilita’ anche per altre creature che sono al di la di stagioni fresche… che si trovano ancor smarrite e a mani vuote… vi vedo in un allacciar si di mani e di sguardi che non hanno bisogno di parole… Perché e’ il tuo e il loro cuore a sussurrarsi in positività e amore … Anche se non sarà facile! Ti abbraccio …vi abbraccio…vi tengo vicini nel pensiero! Credo che molte onde positive possano aiutare! Sereno scorrere di attimi!

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    • penso che la positività sia la soluzione migliore: l’essere sereni è probabilmente l’antidoto giusto per vincere la vita sempre alla ricerca della felicità, perché la felicità esiste, siamo noi che spesso ce la dimentichiamo…
      Un bacio anche a te Marisa, compreso il tuo “sole”

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  4. Io non so dirti nulla e ti confesso che ho letto anche malamente quello che hai scritto presa dagli eventi che dolorosamente ti sono piovuti come macigni.
    Che Dio esista o meno, tutto è posto in discussione dalle tante brutture del mondo. Credere aiuta? Non so.
    Se credere significa amare, amersi, allora io credo che l’amore sia l’unica salvezza, l’unica speranza alla desolazione della solitudine.
    Il dolore di due genitori che si vedono sopravvivere alle proprie figlie non posso immaginarlo quanto sia grande ma è rimasta loro questa piccola scheggia di luce a illuminarli.

    Sento di essere banale ma mi è difficle diversamente.

    Abbraccia la tua nipotina Giulia, il tuo calore e quello dei nonni è tutto quello di cui ha bisogno ora.

    Vi abbraccio.

    sheranomorewords

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    • dev’essere per forza l’amore l’unica risposta a tutto ciò che di negativo dilaga intorno a noi: se esiste il male, soltanto con il bene si potrà vincere. Detto così suona di una banalità sconcertante, ma è proprio quella la direzione giusta, e non bisogna mai smettere di credere nell’amore…

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  5. viste le ultime problematiche ho paura di dover saltare… ma ti rispondo via mail
    Ciao Shera…

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  6. Non credo ci sia molto da dire, davanti a un dolore simile, ma posso dirti che qualsiasi cosa farai per tua nipote sarà importante. L’amore di una madre non lo potrai mai sostituire, ma in momenti come questi la vicinanza di qualcuno, in qualsiasi modo si manifesti, è sempre molto più che semplice affetto. è sapere di non essere soli, quando ti sembra di non avere più neanche la terra sotto i piedi; è una mano tesa a cui aggrapparsi, oltre il dolore e lo smarrimento. La perdita non la puoi colmare, ma la solitudine sì. Sembra poco, ma non lo è.
    Ti abbraccio forte,
    Ilaria.

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    • penso che le tue parole siano molto importanti e sottolineano una delle problematiche ricorrenti della nostra vita: la solitudine appunto. Fondamentalmente quando esiste una forma d’amore,
      di qualsiasi tipo, le difficoltà si affrontano con il coraggio e l’entusiasmo delle proprie sicurezze, convinti, a ragione, che non esistano muri insormontabili. D’altro canto, se nulla avviene per caso, la ragione di tutto questo avrà senz’altro il suo esito felice, perché nella vita bisogna sempre crederci, e credere nella vita vuol dire camminare con il sorriso sulle labbra.
      Ciao, e grazie di essere passata di qua…

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  7. Se non ti conoscessi da …una vita , direi di non conoscerti abbastanza e ancora non completamente! Stupiscono i tuoi commenti in risposta… ben sapendo che sono in te da sempre- i semi della delicatezza e della preziosa concretezza di pensiero che fanno -nella conoscenza di tante ferite inferte dalla sorte – un punto di partenza sempre chiaro e nuovo . E , a chi ti ha affiancato o vissuto intensamente o soltanto parallelamente o in ombra , seguito e ti ha lasciato per involarsi altrove …o ancora esiste nel respirar della stessa vita, ogni aspetto che tuttora si presenta, tu sai e saprai donare sempre il meglio del tuo grande cuore… E ritornare a sorridere con sempre maggior fiducia fede amore! Sei anima candida e squisitamente luminosa! Un grande abbraccio Tonino! E ogni bene in serenità di cuore! A chi ti camminerà vicino e troverà la sua mano sicura nella tua e a chi ricolmerà con te …con voi…quei vuoti ora troppo significativamente presenti! Un abbraccio a voi!

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    • ricambio l’abbraccio… la vita dovrebbe essere l’avvicendarsi continuo della felicità, e a volte è proprio così, ma spesso l’orologio scorre nel senso inverso e non ne capisci le motivazioni. Ma dopo lo sconcerto risistemi le lancette e tutto riprende per il verso giusto.
      Angeli e demoni sono sempre stati fra noi: bisogna solo saper scegliere nei momenti di difficoltà e un sorriso sincero è l’antidoto perfetto per il successivo sorgere del sole…
      Un bacio !

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  8. ..
    ho smesso di credere in dio nello stesso giorno che è mancato mio padre… ho ritrovato mia madre dopo che lui se ne era andato…
    mi viene in mente una sola cosa ora, quando sono diventata donna, allora ero una ragazzina impaurita e piangevo, il primo a cui l’ho confidato è stato mio padre, tu saprai affrontare qualsiasi problema di Giulia con l’aiuto dei tuoi suoceri, che saranno fieri di avere una loro parte per tutto il bene di Giulia…
    ciao Antonio e scusami se arrivo solo ora…
    ero via da me
    e poi gli occhi sono sempre pieni di fatiche
    grazie di tutto
    a presto, un abbraccio forte a tutti voi
    chissà che un giorno tu possa portare Giulia qui nel delta del Po, saremo lieti di ospitarvi

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  9. decisamente il mese di aprile non è tra i migliori: leggo questo articolo a distanza di quattro anni, dopo l’elaborazione del lutto la pensi ancora allo stesso modo?

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