Proprio ieri ci ha lasciato Stefano Bonilli, colui che sostanzialmente ha cambiato un certo modo d’intendere e capire il mondo variegato del “bere” e poi in senso traslato anche quello del “mangiare”. Ormai la parola “Gambero Rosso” è tutto un mondo che comprende: guide, riviste, canali TV, web e altro ancora. Ma quando è nata la sua idea non c’era niente e intorno a questo niente si è creato un’intero universo e un certo modo di pensare. D’altronde se l’industria del “bere” era ed è una delle prime in Italia, ed è anche probabilmente il prodotto che esportiamo di più; inoltre, se consideriamo la nostra cucina come una delle più rinomate al mondo, soprattutto per il rapporto che noi italiani abbiamo con lei, allora, l’idea di Stefano Bonilli ha colto nel segno e ha fatto da apripista per dare a queste che in fondo, sono delle vere e proprie arti, il giusto riconoscimento per esaltare il prodotto per eccellenza del nostro paese. Cucina, vino, turismo… ogni nazione ha il proprio “petrolio”. Tra l’altro se ascolterete l’intervista è molto bella la battuta di Bonilli, il quale essendo un giornalista del Manifesto, ed avendo fatto uscire il primo inserto del Gambero Rosso proprio su quel giornale, ironizza sul comportamento di chi l’acquistava solo per l’inserto stesso e buttava via con fare schifato il resto del quotidiano, notoriamente “comunista”. Questo per dire che l’arte culinaria o la passione va sempre al di là delle ideologie.
Per chi sta invece dall’altra parte della barricata e preferisce il mondo contadino di una volta, diciamo per par condicio, vi regalo questa splendida performance di Francesco Guccini, non tanto per la canzone in questione, ma per l’ironia divertentissima legata proprio ad un certo modo di bere oggi.
Ancora un cin cin e un saluto a tutti !
Sai? comincio a sentirmi (essere) vecchia quando leggo di persone che ho conosciuto, nel caso di Bonilli solo attraverso il Gambero Rosso che segnò davvero una grande rivoluzione mettendo quasi alla portatati di tutti l’arte dell’apprezzare un buon vino accompagnato da un buon cibo.
Gccini poi col suo fiasco sempre accanto. Ora anche lui è vecchio e beve molto meno.
Ricordo certe bevute generali al Folk studio di Roma…maggià, è vero, quasi preistoria 😉
sherallasalutediStefanovunquesia
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macché preistoria… questa è STORIA e come tale rimarrà nella memoria collettiva di tutti noi come un periodo artistico straordinario, non dico “irripetibile”, ma sicuramente grande! E tutto quello che è stato grande non sarà mai “vecchio”, perché ogni volta che il vento della musica riporta quelle note dentro di noi, ci sentiamo e ci sentiremo sempre giovani come allora…
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maro’ mi son riletta…che tristezza 😦 dai beviamo e diventiamo almeno vecchietti arzilli!
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e riddaie… ma che vecchietti arzilli, ogni età ha la sua bellezza: come prima più di prima, per questo bisogna sempre “resistere” con il sorriso sulle labbra 🙂 😀
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Barman
io resisto e il sorriso ce l’ho pure bello ma suvvia nn prendiamo troppo in giro con sta bufala che ogni età ha la sua bellezza.
Io comincio ad avecce ‘n sacco de doloretti altro che…grrrrr
sheraormaiprontaperlarevisioneannuale 😉
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😀
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Dai ti offro da bere… Ti va?
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