neve-ade caneva

PIOGGIA  GELIDA
(lamento di un pupazzo di neve)

Non posso che assimilare torture
mentre il tempo ustiona il silenzio
luce divelta dalle urla
paragoni che s’intrecciano
sul viso sfatto
lacerato dai tagli delle chiacchiere
come se il passato
fosse solo un’invenzione

La decomposizione delle forme
aumentava le paure
che più profonde ho colto
trasfigurate come sagome di facce
nei luoghi aperti dell’immobilità

nei deserti chiusi dove ognuno
ha una colpa da nascondere
Ma
è alle sue origini
che voglio tornare
degustando la vertigine che affiora
e che ormai
troppo spazio ha aperto
Eppure
ogni mattina mi adagio
a rintracciare echi
di inganni e di massacri

a sciogliere
insieme alla mia pelle
voci confuse e note
e bombe termonucleari
dentro alla chiusura di una palpebra

pioggia

Tra tutte le voci del giorno
lento svanirà
il solitario tormento

fioco monologo perduto nell’alba
pronto a lacerare la prossima luna

grido mannaro
che ripopola gli squarci
come se l’acqua fosse
un rigagnolo di sangue

Antonio Bianchetti
da “Esilio di sicurezza” (Lampidistampa Editore)

sangue sulla pistaFoto prese dal web – immagine iniziale: dipinto di Ade Caneva

11 Comments on “NON E’ ANCORA INVERNO

    • la bomba l’hanno già fatta esplodere e sappiamo com’è andata a finire… Noi siamo piccole cose: pupazzi di neve regalati al sole (o alla pioggia), mentre l’acqua e il sangue ci rigenerano ogni volta.

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