album-vari-Ibrahim-Maalouf-IllusionsRiapriamo le danze, anzi, riprendiamoci un po’ di felicità e tiriamoci su di morale con qualche gioco di “illusioni” che in fondo, portando sempre allegria, non fanno mai male, anzi, accompagnano lo stupore vestendolo di gioia se l’illusione è legata al gioco di prestigio di un mago, perché Ibrahim Maalouf mago lo è da sempre, quando, presa in mano la tromba, ha incominciato a stupire per la varietà delle sue note, per la sua ricerca sempre a metà strada tra la fruibilità dell’ascolto e la qualità di un jazz variegato attraverso, etnica, modernità e sperimentazione.
Libanese di nascita, figlio di una famiglia d’intellettuali e di artisti (suo padre Nassim Maalouf  è stato un grandissimo trombettista, anche lui un innovatore fra la classica, la musica araba e l’improvvisazione; la madre Nada è una notevole pianista; inoltre è anche nipote dello scrittore Amin Maalouf e del giornalista, poeta e musicologo Rushdie Maalouf),  in cui musica e cultura erano il contorno del cibo quotidiano. Fuggiti da quella nazione nel corso della guerra civile libanese, Ibrahim sostanzialmente è cresciuto a Parigi e nelle sue periferie fino al meritato successo. Una laurea in matematica (e questa la dice lunga sulle sue capacità di interagire con la logica) esordisce negli ambienti musicali francesi a soli 15 anni e da allora non si è più fermato, inanellando una serie di album: 5 fino a questo momento, uno più bello dell’altro; senza contare le collaborazioni, le colonne sonore e  le esibizioni dal vivo.

Illusion è stato pubblicato nel 2013 ed è un disco trascinante, bellissimo, godevole e felice da qualsiasi lato lo si ascolti, anche nelle tracce più intimiste. Mette addosso una carica fantastica in cui gli echi orientali e le connotazioni post-moderne più vicine alla storia occidentale, si integrano con una facilità sorprendente. I colori e le suggestioni di tutto il fraseggio mantengono una perfezione lineare  e al tempo stesso libera da ogni inibizione. Il respiro da Big Band che accompagna tutta l’esibizione, fondamentalmente è solo una spalla ideale per le variazioni del leader, il quale prendendosi la scena, inventa e conduce le sue danze sonore come appunto il prestigiatore stupisce con le sue magie. Dentro a questo cappello c’è di tutto e di più: mille generi musicali in assoluta libertà, ma talmente uniti da sembrare un genere solo, come se le reminiscenze mediterranee fuse con delle idee cinematografiche, fossero un ideale spartito per annoverare dentro di se anche rock, rhythm’n blues, funky, jazz, melodie arabe e africane.
Illusioni… soltanto illusioni… perché la vera matrice di questa performance è suscitare soltanto gioia di vivere: unire in un ideale carnevale lo spirito del protagonista. Dietro ad ogni maschera c’è la voglia di sorprendere e di calarsi all’interno delle sfaccettature nascoste nella vita di ognuno di noi, le quali  aspettano solo il momento giusto per esplodere e liberare il nostro istinto bambino, sia che venga attivato da un groove travolgente o da un’innata espressione creativa. In fondo, il caleidoscopio è un semplice tubo dove convergono tutte le variazioni cromatiche giostrate da un semplice gioco di specchi, e la bellezza che ne esce è la rifrazione geometrica di semplici oggetti moltiplicati anche dalla fantasia, così come le illusioni di Ibrahim e il suo susseguente sovrapporsi di emozioni. Badate bene, nelle grammatiche dei vari generi a cui attinge, lui riesce a decodificare un linguaggio universale in perfetta armonia con se stesso e con le varie origini, perché l’esito è un quotidiano che si dovrebbe respirare: intorno a noi, dentro di noi, come una festa dove tutti siamo invitati.
E voilà !  il trucco c’è ma non si vede… poco importa, è lo spettacolo che conta.

“Quando sono felice, spesso i miei pensieri sono ispirati da nostalgie, e invece nei momenti tristi la mia anima, per proteggersi e sopravvivere, istintivamente mi porta a danzare e far festa…” Proprio per questo, leggendo queste parole di Ibrahim, dovremmo riflettere quando ci vogliono inculcare delle guerre nella testa, perché le potenzialità dell’arte sono racchiuse proprio nel melting pot che accomuna tutte le esperienze, ed è proprio l’arte ad evidenziare questa bellezza, questa realtà in cui tutti dovremmo convivere divertendoci scambiandoci le rispettive esperienze, come le composizioni e le armonie di questo jazzista sui generis, il quale, basandosi sul detto che in un artista ci deve essere “varietà nell’unità, è unità nella varietà”, sovrappone le varie anime con un gesto semplice ma sufficiente per stupirci e regalare amore. Badate bene, non è un gioco di parole, ma l’essenza stessa del nostro mondo e del nostro modo di essere.
E voilà ! Il trucco è svelato… poco importa, è sempre l’emozione che conta.

il Barman del Club

4 Comments on “ILLUSION di Ibrahim Maalouf

  1. Amo molto le fusioni di genere perché oltre ad essere gradevoli da ascoltare dimostrano una grandiosa intelligenza emotiva che riesca a fondere appunto varie fonti senza risultare cacofonico o troppo moderno o troppo tradizionale.
    Non conoscevo (fino a questo momento) questo mago e provvederò immediatamente a circondarmene perché è un tassello indispensabile per la mia anima fortemente dipendente da buona musica e qui da te, fff…la buona musica esonda!
    grazie Antonio 🙂
    buona serata
    momi

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  2. Ho avuto modo di apprezzare questo musicista durante i miei viaggi su you tube…davvero interessante!
    Un post molto bello che da un profilo di questo eccellente musicista, grazie!

    .marta

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