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Subito dopo la scomparsa di un grande poeta come Derek Walcott, ci ha lasciato anche Chuck Berry, reso immortale più che dalle sue celeberrime canzoni, dall’immaginario che si era costruito intorno a lui. Considerando il fatto che l’eredità del rock’n’roll, nonostante l’assioma con tanti altri artisti degli anni ’50: da Big Joe Turner a Bo Diddley, da Little Richard a Elvis Presley, o altri grandi interpreti come Bill Haley o Jerry Lee Lewis, si era formata proprio con le sue memorabili performance: i ritmi forsennati che nacquero da quelle chitarre elettriche, ci hanno lasciato un’eco che dura tutt’ora e hanno impregnato l’aria di una sonorità che ha sconvolto il mondo. Probabilmente la parola “sconvolto” potrebbe far sorridere molti lettori, ma io sono convinto che la vera rivoluzione del ‘900 è stata proprio questa, soprattutto per l’impatto mondiale che si è protratta su un’infinita serie di generazioni giovanili e non solo, cambiando la società.

Il rock and roll: la sua non tanto velata allusione sessuale, ora può far sorridere un’altra volta, ma a quell’epoca aveva una valenza talmente prorompente, che in paese bacchettone come il nostro, ha subito un ostracismo talmente elevato, che anche negli anni 2000, c’è ancora qualcuno che vede il rock’n’roll come la musica del diavolo.
Quando scoppia una rivoluzione, la si può sopprimere in tutte le maniere, la si può cambiare o farla degenerare, la si può omettere dai libri di testo o sostituirla con falsità storiche, si può metabolizzarla o integrarla coma una moda passeggera, ma l’aria di rinnovamento che si è lasciata alle spalle per cambiare il futuro, ormai è portata dal vento in tutte le latitudini del globo e non si può fermare. Tutti i tentativi del sistema per cecare di contenere quest’onda inarrestabile, ha avuto soltanto lo scopo di pubblicizzarla di più, rendendo ancora più esplicito quell’esigenza di rinnovamento che in un certo periodo della nostra crescita, sia culturale che di semplice divertimento, esiste proprio dalla spinta propulsiva che esplode quando si hanno vent’anni.
Tutti i giovani del mondo hanno un debito simbolico con Chuck Berry, così come lo hanno con altri artisti che sono venuti dopo di lui, perché l’alone mitico che circonda quest’epopea è proprio alla base della sua evoluzione e della sua fortuna. Gli eroi non sono soltanto dei guerrieri con lance e spade, o fucili e cannoni, anzi, quelli che nei poemi dell’antichità erano fondamentalmente dei guerrieri, e in  senso negativo degli assassini, nel rock’n’roll sono dei coraggiosi, i quali, solamente per esplodere nella veemenza delle loro passioni, hanno creato un terremoto così creativo, le cui scosse ci fanno ancora ballare, sia che siamo carichi  di gioia, che di rabbia. Poi è chiaro, subito dopo sono arrivati i soldi e la fama, i vincenti e i perdenti, i sfruttati e gli sfruttatori, i naufragi e le derive, le fortune e le carriere, gli abbandoni e le rinascite, ma a noi tutto questo non conta un accidente, a noi interessa soltanto quando è stato gettato il primo seme, chi ha fatto germinare una pianta rigogliosa dalle mille sfumature, di cui ognuno può cogliere il frutto che gli è più congeniale. Le parole inutili le lasciamo agli altri, noi ci teniamo la musica.9

il Barman del Club

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31 Comments on “L’anima del rock’n’roll

  1. Stavo venendo a piangere da te perchè l’ho saputo soltanto pochi minuti fa.
    Insomma diciamo che anche ‘sto 2017 non ci sta risparmiando dolori.
    Dolori annunciati, prevedibili : i grandi Maestri del Novecento non sono più i ragazzi di allora… ma lasciano tesori immani.

    sherassoloratassai

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  2. A volte mi chiedo -ed è un pensiero buffo- se avesse mai davvero capito fin dove si sia estesa la sua influenza. Voglio dire, è chiaro -lo sapeva, lo diceva- che conoscesse Stones e affini, e qualunque gruppo che si è formato con Rolling e derivati ha Berry nel DNA, volente o nolente.
    Ma immaginalo mentre qualcuno gli sottopone ad es. i Suicide e gli dice: “sai, anche loro non esisterebbero senza te”.
    E quando metto su una sua raccolta e ci sento dentro echi di TANTISSIMO di ciò che sarebbe venuto DOPO mi viene da pensare che in fondo c’era già tutto lì.
    (non era tutto e non era tutto lì, ma quasi). E adesso vado a telefonare ad un numero sbagliato, perché una certa canzone continui ad essere attuale. Bye Johnny e fa il bravo.

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  3. Ritengo che questo personaggio sia stato uno dei più significativi nella musica rock e che abbia influenzato intere generazioni di musicisti e musicofili. Tutti gli devono qualcosa Beatles e Rolling Stones in primis passando da Springsteen e compagnia cantante. Ha preso il blues e l’ ha stravolto creando un genere (assieme ad altri che hai giustamente nominato ) che è stata un’ autentica rivoluzione in un particolare periodo storico (molti si ricordano delle chitarre incendiate da Jimi Hendrix nei ’70 ma almeno un decennio prima Jerry Lee Lewis appiccava il fuoco al pianoforte……) Periodo memorabile di grande musica ma in senso generale: dal blues al r’n’r al pop ( le classifiche in quel periodo erano piene zeppe di musica di qualità)…. vabbè sono un nostalgico, visto che ho un’anima Rockabilly……. ciao gran bel pezzo !!!

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    • è un’anima che abbiamo tutti, perché quei ritmi eccezionali sono diventati il nostro pane quotidiano: ogni canzone era un capolavoro che ha fatto da scintilla (per non dire da reazione a catena) per tutto quello che è venuto dopo, e che non si è ancora fermato !

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  4. Il brutto è che, come ho letto da qualche parte, spesso le persone ricordano gli artisti per la loro ultima opera e, spesso, quest’ultima opera è sbiadita, rispetto all’intero percorso compiuto. Non credo valga per la musica: lì sì che le note, quando immortali, sopravvivono a loro e a noi.
    L’augurio per una serena giornata a te.
    ^____^

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