Io non so se in questi giorni l’Italia sta per entrare in un buco nero senza punto di non ritorno; lascio agli specialisti le speculazioni o le divagazioni sul nostro futuro, e come sempre mi affido all’arte, per lasciarmi alle spalle giorni di parole dove si è sentito di tutto. Metaforicamente tutto ritorna e si presta alla perfezione per qualsiasi immaginazione, ecco che l’installazione dell’artista cinese Cao Yuxi proposta al Today Art Museum di Pechino contiene qualcosa di spettacolare. “Oriens” significa “perla orientale” e rappresenta l’immersione totale della nostra percezione sull’inizio e la fine fine e poi ancora l’inizio della vita, proprio per ricordarci che niente di noi ha termine, come se il moto circolare dell’esistenza fosse racchiuso nell’energia che ci circonda, attraverso il ripetersi di quiete e violenza, paura e mistero, bellezza e poesia.
Lo spettatore assiste e viene coinvolto in un universo che lo risucchia dentro a un vortice dalle mille suggestioni: luci, ombre, suoni, rumori, movimenti, quasi ad annullare la visione della realtà circostante, perché se le percezioni delle nostre dimensioni vengono completamente annullate, allora, le ipotesi della scienza ci riportano alla memoria tutti i miti dell’antichità insieme alle simbologie moderne. Come sempre l’espressività artistica emerge per incontrare una forma di assoluto insito nelle emozioni che ci circondano, e i significati che vorrebbero visualizzare la forma dell’anima, saranno sempre una bellissima ipotesi: l’energia non ha forma, è semplicemente intorno a noi.
A questo punto non so se questo paragone è funzionale alla nostra nazione, perché il pretesto del buco nero non è per niente funzionale alla nostra classe politica. Cao Yuxi ci ha avvicinato portandoci in viaggio verso le soglie della fantascienza, tutto il resto è lontano anni luce da noi.
il Barman del Club
Credo proprio che rifugiarci nella poesia È nella bellezza e nelle suggestioni sia l’unica alternativa per non fare come gli struzzi eri tirare fuori la testa solo a cose fatte ma fatte il meglio possibile.
Grazie di questa iniezione di positività Ed ora a prescindere beviamo il primo Margarita con una fa Romana di 30grrradi.
sherabbraccicari
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il problema è che nessuno di noi vuole fare come gli struzzi, anzi, è proprio il desiderio di verità e di sincerità (per non dire umiltà), che serve per uscire da ogni problematica. Troppo spesso ci si infiliamo in un buco nero, ma troppo spesso abbiamo bisogni di bellezza per poter sorridere…
Come dico sempre, anche questo caldo è salutare per bere in compagnia, perché in due è sempre meglio (!) Cin cin allora… la notte è piccola !
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forse nn mi sono spiegata… i più deboli insicuri o menefreghisti Ebbene sì sono degli struzzi paurosi.
sheradessocappuccinocaldo
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tranquilla avevo capito, però vorrei sottolineare solo la parola “menefreghisti”, perché a volte i deboli o gli insicuri, lo sono per carattere o per situazioni avverse e contrarie al loro modo di vivere. Ieri ha chiuso la Melegatti e 350 famiglie vedranno le soglie del baratro, in questi casi si che bisogna avere paura, e forse il buco nero è proprio negli occhi di quelle persone… Mah(!)
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lo so e adesso vedremo anche come va a finire la questione della Ilva…
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ahi !
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Accidenti Ti sei fatto male da qualche parte…
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Che meraviglia… Infinita affabulazione ed infinita fascinazione, perché in fondo la sindrome di Stendahal è l’incapacità di accogliere tanta bellezza in poco spazio, fosse anche quello delle pareti del nostro cervello, ma tu lo hai detto così bene… «l’espressività artistica emerge per incontrare una forma di assoluto»… Mi ci vuole un buon bicchiere…
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parole stupende… si è vero ci serve proprio un buon bicchiere !!!
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Che sarebbe stato essere lì, Barman!
.. un tuffo nell’assoluto, nuovi Soli si affacciano, forse le galassie sarebbero collane di perle e noi tutti cercatori di pura bellezza.
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veramente !!!!!
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Avevo davvero bisogno di una dose di parole belle che non sono di evasione. Da qui tutto parte.
Per ora un semplice caffè freddo – fa troppo caldo. In serata un mojito in compagnia. Grazie. 😉
Un grande abbraccio.
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e vada per il caffè freddo, anzi, te lo faccio frullato-cremoso. E’ semplicissimo: metti in un frullatore 5 cubetti di ghiaccio, zucchero a piacere (due cucchiai circa) e una dose di caffè (che solitamente bevi) e poi frulli per qualche minuto. Otterrai un composto spumoso eccezionale !!!!
Poi per il Mojito aspettiamo la sera…
Ricambio l’abbraccio 🙂
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Quello è per me caffè freddo! Lo preparo con lo shaker, almeno uso i regali che mi hanno fatto. 😉 Ah, con lo zucchero liquido è ancora meglio…
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perfetto… molto professionale !
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credo che il punto cardine sia l’emozione, l’emozione sopra ogni cosa, lontana da interessi e tatticismi che ne hanno offuscato il senso vero, quello più antropico e ancestrale. Credo che un sano ritorno alla percezione, al sentimento, alla libera propensione/profusione di quell’energia di cui parli siano la strada maestra per riappropriarci di noi stessi e della nostra realtà/società. Per parafrasare un grande, troppo distaccati e distanti non conosciamo più la statura di Dio, privi, ormai, di quell’onestà intellettuale/morale degna di un disegno magnifico/immaginifico che ci vide -e che ci dovrebbe ancora vedere- attori e non fugaci avatar senza corpo, mere proiezioni di un bit.
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il problema è che ci stiamo proprio avvicinando alla trasformazione delle cellule in pixel, o come dici tu in bit, perché se la proiezione anticipata dal film Matrix sembrava una pura invenzione di fantascienza, rischiamo in un futuro prossimo venturo, proprio lo smarrimento e la metamorfosi della nostra stessa coscienza. Energia ed emozione fanno parte della nostra natura come elementi primari di noi stessi, e non dobbiamo disperdere questa ricchezza. Possiamo chiamarla intelligenza o se preferisci Dio, e la sua percezione è alla base della nostra esistenza…
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Siamo sulla stessa lunghezza d’onda! Dio era riferimento per dare un senso, avere fede non sempre è rapportabile ai canoni religiosi. Credere in noi stessi, pensare di essere un magnifico universo di sinapsi, di pulsar emozionali, va oltre i paletti imposti dal dogma.
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certo certo non bisogna mai chiudersi perché abbiamo la possibilità di superarci, continuamente…
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io sono solo un modesto ragioniere, quindi non ho molti titoli per disquisire sui buchi neri; sicuramente l’italia nel buco nero ci si trova da almeno 1700 anni e continua imperterrita a rimanerci, a volte mi diletto a fare il rabdomante di bellezza, uno su dieci mi riesce: un crodino liscio, grazie
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facciamo un Crodino Twist, fa più figo… d’altronde, se per occultare questo buco nero dovranno passare altri 1700 anni, possiamo sederci e bere di gusto, almeno nell’arte possiamo godere di qualcosa.
Cin cin !
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Cin!
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