volare

Memoria di volo

Ci furono due spazi e in mezzo il vuoto
dove scendeva l’aquilone bianco –
smagliatura di rete, appena il tempo
che si posasse airone sopra il campo
così che entrambi diventammo uno

a21

Luce blu

La linea d’orizzonte dove musi
di pietra affondano una loro
sia pur precaria eternità
ti dice l’indaco e l’incanto –
pasciti e abbi pace, dimentica
il tuo mai, è questo ciò che hai,
un nastro di colore ardente, ad arte
e chissà mai con amore annodato
da quale mano, da quale lontano
padre di universi intento
a districare nodi, a dare
luce alla ciocca,
al suo intatto breve momento.

a26

Spazio tempo (relatività)

Così – dicono – il peso tondo,
mela o palla, incurva il telo –
ove curva piega e cede
affonda e cade il piede
nell’onda che non lo asseconda.
Così muore il ragazzo – dicono –
per afferrare il gioco
per così poco in fondo
solo che la misura
gli era già rotonda
e l’angelo del “non si tocca”
non seppe aprir la bocca.

IslBG

Sabbia

Fuochi spenti chitarre addormentate
bianca di fredda luna denudata
trema la sabbia sotto il grande occhio
del mare dalla palpebra d’acqua.
Trema e beve il tuo sangue, Pasolini,
sabbia nera di ferro o rosa ardente
che nel vento ti stride fra i denti.
I nostri stupri i nostri non amori
sempre e soltanto la sabbia ricopre.

a29

Cremazione

Ecco che m’accingo a incenerire
L’anno morto e mi restringo e fingo
un’infilata in vene di dimenticanza.
Facile compitino, ad occhi chiusi
come a tentoni girar per la stanza
e non trovare al risveglio il mattino.

Risalgo la corrente, cieco il salmone
con l’istanza del tutto niente –
ritrovo il granito dell’infanzia,
verde sbrecciato gradino ove inizia la pira –
legno e legno – catasta di anelli e sa ira
brace che scaldi chi poi verrà.

a20

Sentenza

Una mano, la destra, s’è fatta nodosa
l’altra – la meno vissuta? – riposa,
quand’oggi qualcosa, paresi o chissà
salmoni lex che recide,
per quella che resta, comunque sinistra
annota la corda che incide sentenza
sul nervo scoperto che dice
“mescola e vivi, mescola e scrivi”.

a38

Smoking

Tonfi morbidi di neve che cade –
c’è ancora un albero là fuori,
agita le braccia o sono branchie
di pesce fuor d’acqua, pino di mare.
Occhi serrati, sto nella mia tana –
falso legno e piumone finta lana.
Se passa lo stregone in abito da sera –
sciarpa bianca per il night su manto nero –
mi dice “attenta al tuo mozzicone
o quella fiamma sarà il tuo festino
con l’anno morto e il bambino divino.”

a30

Un’ala interminabile
                  (la meraviglia della tecnica)

Pare una rosa dentro la fonda notte
la casa che dallo spazio raggiunge
chi con la mano esperta la raccoglie.
Lunghissima ala congiunge e cinge,
dall’alto alla cornice, l’etere virtuale –
fiore del vero, immaginario e costrutto,
rosa di Dalì, spirito e cuore, qui.

Maria Grazia Duval 

beauty in nature, bird wing on white
tutte le foto sono prese dal web

 

maria grazia duval-un ala interminabile

 

 

33 Comments on “MARIA GRAZIA DUVAL – Un’ala interminabile

  1. Non la conoscevo neanche io e ho trovato la sua poesia bella,, leggera e fresca, come si addice a questo nuovo mattino .. chissà che non riesca anche io a risalire la corrente.

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  2. Pingback: Gioielli Rubati 29: Giuditta Michelangeli – Maria Grazia Duval – Mariangela Ruggiu – Anna Maria Curci – Mauro Ferrari – Alessandro Ansuini – Massimo Botturi – Rosario “sarino” Bocchino. | almerighi

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