nuvola di fuskas

Agorafobia

Da tempo ormai ogni respiro
è uno spazio chiuso
perché sui libri inventati
è facile scrivere
la propria epopea

Precipitiamo dal nulla
dentro a milioni di stanze
a parlare di ieri
nonostante
sia passato un secondo

Abbiamo inventato l’ eternità
oltre le attese atroci
che hanno fatto la storia
della nostra azione
perché abbiamo tanto tempo
da meditare
su chi ha inventato il clitoride
e l’ eiaculazione

Il giorno è un lampo di neon
che prepara qualcuno
alla partenza
dell’ orizzonte chimico più in uso
sempre nel buio
e sempre in un luogo chiuso
Ma
vita e morte si confondono
dove non c’è più spazio
e dove non c’è più spazio
nasce una nuova vita

olocausto
delle nostre passioni

perdono
per una irrefrenabile continuità

Antonio Bì

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In mezzo a tanti

Ci chiameranno per nome
dove un alfabeto non corrisponde
alle teorie di mille
e mille palinsesti tutti uguali

Useranno l’ordine casuale
della mediocrità
percepito come una conquista
nella giornata abituale
fra l’abiura e la santità
di chi si crede vincente
in mezzo a tanti
Ma
aver perso la gioia
della nostra solitudine
sarà merce di scambio
intorno all’inquietudine
di chi mastica e ingoia
la polpetta avvelenata
come una libidine

Controllati da tutti
per sorridere allo specchio
Occhio per occhio
Diavolo e Pinocchio
insieme al niente

Antonio Bì

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Fa troppo freddo

Passiamo troppo tempo
in altre latitudini
senza capire
se ci vegliamo accanto

Al ritorno del viaggio
i corpi vogliono cambiare
tutta le età dell’aria
prima di respirare
Stanze troppo chiuse
verso il suo al di là

La carezza sente
una barriera di brina
e il tatto si perde
nell’ossessione della povere
sopra i nostri visi
Troppi chilogrammi
depositati
sulla presenza dei vivi
e sulle nostre banalità

Parliamo di spavento
quando un peso
si cala sull’angoscia
con troppa identità

E non c’è discorso con la morte
solo grida dimenticate

Antonio Bì

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illustrazioni:

1) – Particolare del “Roma Convention Center – La Nuvola” – Progetto dello Studio Fuksas
2) – “Nimbus” di Berndnaut Smilde
3) – “Crisalide d’aria” di Leandro Erlich
4) – “Woks-Cloud” di Caitlind Brown & Wayne  (Photo Caitlind&Wayne)
5) – “Woks-Cloud” di Caitlind Brown & Wayne Garrett  (Photo Doug Wong)

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28 Comments on “AGORAFOBIA

  1. “E non c’è discorso con la morte
    solo grida dimenticate” questo verso su tutti, perché racchiude tutto il male che ne deriva. Se non si dialoga con la morte non c’è modo di vivere la vita con la consapevolezza della finitudine. Quando uscirà la raccolta, avrei piacere di leggerla, se riuscirai a darmi le coordinate per acquistarlo. Grazie, Antonio.

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