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Non sono due libri recenti, ma nella situazione che stiamo vivendo mi sembra giusto andare a ripescare qualcosa che stimoli i nostri appetiti, soprattutto pensando a questo attuale stare in casa e alla normalità di questo locale, in cui, musica e alcol si danno da fare per la soddisfazione dei clienti. Fondamentalmente, “Vino e vinili” di Maurizio Pratelli e “Gast(rock)nomia” di John Martin sono due volumi che si completano a vicenda, riuscendo a figurare sia il mondo del mangiare e sia quello del bere, coniugando alla perfezione il connubio con le sette note, le quali, in questo caso, risultano e risulteranno perfette negli abbinamenti e curiose nella storiografia della tematica narrata.

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Jimmy Page dei Led Zeppelin

Ma al di là degli eccessi legati alla storia del rock’n’roll, esiste una tradizione millenaria che è sempre andata a braccetto con il cibo e la musica: senza sosta, come se queste due meraviglie dovessero sempre incontrarsi per uno scambio simbolico dei rispettivi piaceri, e come tali, fondersi continuamente per aumentarne le dinamiche e le risposte emotive.

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Gast(rock)nomia” di John N. Martin è uno splendido saggio che ripercorre la storia e l’intrecciarsi di queste due arti dalla preistoria a oggi, in un continuo alternarsi fra aneddoti e ironia, fra personaggi e comprimari dediti come l’autore, alla grande passione della cucina e della sua risposta musicale, fino a rimarcare e a soffermarsi nelle molteplici sfaccettatura della musica di oggi.  Rimarrete stupiti e divertiti nel leggere di come tanti protagonisti hanno dato al loro cibo un’importanza esagerata, fino a invertire le fonti delle loro ispirazioni per realizzare un capolavoro: sia con gli strumenti e sia con le posate.

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Tutti noi sapevamo che dagli antichi, passando per il rinascimento e via via fino  ai giorni nostri, la tavola ha sempre avuto un’importanza eccezionale in qualsiasi strato sociale, ma non conoscevamo episodi come per esempio quando Giulio Cesare organizzò un banchetto per 50.000 persone, o Händel che suonava il pianoforte seduto sopra una botte piena di ogni delizia. Ci sono delle storie incredibili di come lo sposalizio con l’arte delle sette note si è manifestata in maniera esemplare: da Georg Telemann che inventò la “musica da tavola”, fino a Idegarda di Bingen la quale fu la prima a studiare la musicoterapia e metterla in pratica. Passando per coloro che hanno musicato le loro ricette preferite, magari per dedicarle alla loro amata. E si arriva senza sosta nel nostro secolo dove i cantanti famosi o le rockstar facevano viaggi infiniti per gustare il loro piatto preferito, magari dopo un live di successo, e via di questo passo…

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Leggerete del chitarrista dei Siouxsie & the Banshees, John McGeoch che entra nel Pil per colpa di un tacchino arrosto, o di Frank Sinatra che vola da Montecarlo a Genova per un piatto al “pesto”. Capirete che non ci sono molte differenza fra il menù di un ristorante e la scaletta di un concerto, o meglio ancora, che si può realizzare un menù musicale attraverso la storia di sfide famosissime. Rimarrete stupiti quando vi diranno che senza un cucchiaio un pianoforte non può funzionare, o meglio ancora, quando vi diranno che il rock è nato in una cucina.
Ci saranno i luoghi della musica con i suoi aromi, i suoi sapori e le sue spezie, e di come proprio questi profumi hanno cambiato la vita di molti interpreti, fino ai meccanismi della diffusione della musica stessa nei supermercati, nei fast-food, o nelle stesse ore di un pranzo, concludendo con la stesura di vere e proprie ricette rock per un ascoltatore malizioso.

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scultura di Jean-Pierre Zaugg & Georges Favre sul lago Lemano a Vevey in Svizzera 

Potremmo dire che ne abbiamo per tutti i gusti, ma il valore sociologico di questo testo è importante proprio perché ha analizzato uno dei più importanti aspetti della nostra cultura, riuscendo a far suonare forchetta e coltello attraverso una sinfonia divertente dove mangeremo e ascolteremo di tutto con il sorriso sulle labbra. Vi alzerete dopo la lettura con quella voglia giusta per mettere nel “piatto” il vostro disco preferito, perché in fondo come diceva Totò, l’appetito viene quando si è digiuni e non mangiando.
Buon pranzo e buon ascolto !

il Barman del Club

 

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Vino e vinili – 33 giri di rosso” invece, è il primo libro di una fortunata serie: “rossi”, “bianchi” e “bollicine”, del giornalista Maurizio Pratelli, grande appassionato sia di musica e chiaramente del buon bere, dove il bere è una ricerca attenta, autentica e genuina, legata proprio alla scoperta di quelle cantine che fanno del vino una vera opera d’arte.

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Questo libro è interessante perché abbina un vino con un disco d’autore, solitamente legato a uno stile folk o cantautorale (almeno nella media delle scelte) quasi a rimarcare quella propensione contadina, la quale vuole un vino non troppo elaborato nella sua struttura, ma legato a quel miracolo che l’uva sviluppa in tutto il suo percorso di trasformazione, fino a diventare il nettare degli dei, così come la musica può trasformarsi in poesia pura.

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Anche in questo caso farete un viaggio bellissimo per tutta la nostra penisola, isole comprese, dove scoprirete delle case vinicole particolari, e nello stesso tempo, mentre sorseggerete questi rossi meravigliosi, potrete ascoltare l’abbinamento interessante che l’autore ha scelto con una dovizia tutta sua, incentrando questa comunione, non tanto sui suoi dischi preferiti, ma proprio sull’essenza e sull’amore che una determinata canzone ha provocato assaggiando un determinato vino e viceversa. Come la poesia.

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Percorrendo le strade di questo libro vi parrà di sentire i profumi e gli aromi che esaleranno dai calici nel sentire il Nick Cave di “No More Shall We Part“, o la Joni Mitchell di “Blue“, o ancora il Leonard Cohen di “I’m Your Man“, così come il Tim Buckley di “Goodbye and Hello“, e via via tutti gli altri, degustando ogni volta l’importanza del disco e la vicenda umana della cantina descritta, con una partecipazione e un’emotività veramente unica. Tra l’altro la storia del viticultore e del vitigno stesso sono narrate come un attento osservatore e con una prosa dove traspare tutto l’amore per la bellezza, per la musica e per quella cultura del bere, dove tutti i significati vanno oltre per incontrare la spiritualità dell’anima. Non è casuale che il volume si apre con il Jonathan Wilson di “Fanfare” e con quella copertina che dice tutto.

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Io lo ripeto con ammirazione, l’Italia ha la fortuna di esistere in una posizione geografica dove le possibilità di coltivare dei prodotti eccellenti, sono all’ordine del giorno, e proprio per questo il vino rappresenta, non solo una tradizione, ma una certezza unica, soprattutto quando dei coltivatori intelligenti, vivono seguendo regole antiche e guardando il presente con la sicurezza che la qualità è la migliore delle ricette per continuare ad essere vincenti, magari con molti sacrifici, ma sempre veri. Inoltre se a questo ci accomuniamo la passione per il “vinile”, capite che tutto ha un seguito di culto e come tale, per noi che viviamo di emozioni, non può che essere meraviglioso.

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Unica pecca del libro è che avendo toccato tutte le regioni dello stivale, le uniche escluse sono la Basilicata e il Molise, ed avendo una madre molisana e conoscendo delle cantine di quella terra bellissima, ci sono rimasto male, ma tant’è, mi metto nei panni dell’autore che ha dovuto fare delle scelte difficili, per inserire solo 33 cantine con altrettanti dischi, e in questo caso ognuno ha sempre i suoi preferiti.

musica-e-cibo-gabriel-sanzopera di Gabriel Sanz

Va bene ragazzi cos’altro volete che aggiunga: potremmo parlare anche dei locali come questo Intonations Cocktail Club  432, dove tutto il bere e tutta la musica sono la strutture e la base portante del locale stesso, perché lo ripeto ogni volta, in questo mondo dove corriamo come dei disperati, quando siamo costretti, come questi giorni, a doverci fermare per riflettere, allora, ci accorgiamo di tutte le cose belle che abbiamo intorno e che basta davvero poco per essere felici.

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ogni singola immagine, anche di quelle delle composizioni, è stata tratta dal web

 

Andate a mettervi delle cuffie e scegliete uno dei vostri album preferiti, magari uno che non ascoltavate da tempo. Stappate una delle vostre bottiglie, magari una delle migliori e sedetevi degustando l’uno e l’altra: il resto lo faranno le emozioni. Dovete esistere nella sublimazione della poesia, e ognuno di noi ha sempre la sua preferita…
Saluta ragazzi !

il Barman del Club

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25 Comments on “MUSICA E CIBO

    • Ciao carissima 😀 cosa vuoi farci è un momento così, avremo modo per riprendere anche la forma migliore. Se guardo i miei kg di sovrappeso, penso sempre: posso eliminare tutto il cibo che voglio, ma come faccio con in bere… quello buono s’intende ?

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  1. Pratelli ce l ho.
    Il connubio rock cibo cosi come ce l hai servito mi ha messo l acquolina!
    La reclusione ti stimola Barman e a noi tutti giova assai!

    Immagini molto originali.

    Grazie e sempre Salut 🥂🥂🍷🍷

    Piace a 1 persona

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