einstürzende neubauten alles in allem

Qual’è il confine fra canzone e rappresentazione teatrale? O meglio ancora, fra musica e performance?  Probabilmente questo ensemble tedesco è la perfetta sintesi fra le due domande, considerando non solo la sua storia, non solo il carisma del leader Blixa Bargeld e neanche il ricordo delle origini di un gruppo così dirompente, ma l’insieme di una carriera dove si è abbracciato di tutto, partendo dai ritmi dei martelli pneumatici fino alla configurazione sexy del silenzio, e altro ancora.
Gli artisti si sa, hanno nella loro anima tutte le sfumature per strutturare una carriera eclettica, la quale nasce dalle pulsioni iconoclaste di una ribellione giovanile, per poi ricollocarsi guardando se il fuoco ha davvero cambiato il mondo, o è stato il mondo a cambiare il fuoco. Non importa, ci saranno sempre altri ventenni pronti a prendersi il testimone e conseguenti adulti nel ricollocarsi saggiamente sulle onde di un pensiero da loro intrapreso nella ricostruzione.

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Dopo 14 album dislocati nel corso di un quarantennio, questi tedeschi impenitenti ritornano sul palco delle loro esibizioni, con la consapevolezza di non poter bruciare un altro teatro, e neanche d’imbastire quelle reminiscenze industriali che fecero del loro sound il caposaldo di un genere e di un’avventura straripante, per quanto sperimentale e ricordata proprio per quel modo di agire. Eppure nonostante una carriera diversificata, chissà perché, ce li ricordiamo sempre per quei deragliamenti inventati nelle fabbriche abbandonate e poi proseguite nelle stazioni di tutta Europa. Ma si sa, scrollarsi di dosso un’etichetta, è sempre la cosa più difficile, anche se gli estimatori sanno come si sono evoluti.

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“Tutto sommato”, giusto per associarci al titolo, si potrebbe sintetizzare un’intera vita, considerando la nascita e la fine, con quell’insieme di poesia urbana e di sonorità atipiche, basandosi unicamente sulle tracce testuali di un capobanda tanto carismatico, quanto via via sempre più vicino alle radici germaniche, le quali, dal teatro di Kurt Weill e Bertolt Brecht si sono ramificate attraverso le esperienze di Frank Vedekind e il cabaret di Joachim Ringelnautz, Kurt Tucholsky o Erika Mann. Senza contare la Bauhaus, il Die Neue Sachlichkeit, l’Amüsiertkabarett, i Dadaisti e artisti come George Gosz o il comico Karl Valentin. Tutti fuggiti o spazzati via dai nazisti e da una guerra devastante, che però sono rimasti nell’anima di una nazione da ricostruire, fino alle pulsioni che abbatterono il Muro di Berlino e che gli Einstürzende Neubauten hanno trasformato nella sceneggiatura di una storia lunga un secolo, fra straniamento e riunificazione.

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Ecco, che se agli inizi degli anni ’80, l’urlo era necessario, ora, dopo l’avvento degli anni 2000, fino a questo primo ventennio, la riappropriazione di un’ironia e di una letteratura tipicamente teutonica, ha riportato questi interpreti sul palco dove tutti i protagonisti che si sono succeduti prima di loro, dovevano per forza riapparire, anche se le forme della canzone si sono sostituite alla narrazione che, in questo caso, rientrano lateralmente riappropriandosi degli attori. Ne risulta un ibrido calzante, che le capacità istrioniche di Blixa Bargeld, sono state capaci di modificarsi fra testo e ispirazione musicale, strutturando quest’ultimo album proprio intorno a queste sfaccettature, dove appunto, l’esperienza teatrale prende il sopravvento. Non importa se l’esigenza del pubblico ricerca spesso un’orecchiabilità da fischiettare andando a lavorare, perché questi ragazzotti apparentemente fuori tempo vanno da un’altra parte, rigenerando una commedia umana molto vicina noi, per quanto se ne voglia.

Einstürzende Neubauten – Alles In Allem

Questo “Alles In Allem” va visto proprio in quest’ottica, dove tutte le tracce fanno parte di un contesto che racchiude più livelli di lettura, come se l’anima melodrammatica sviluppatasi fra un pezzo e l’altro sia oramai irrefrenabile, come quelle sferraglianti deflagrazioni degli inizi. Ma se ora la quiete ha preso il sopravvento, questo porsi in primo piano dentro un aspetto recitativo è la risultanza dell’espressività artistica, la quale vuole essere l’unica esposizione possibile nell’alzare il sipario. Ogni tanto, qua e là si sente ancora qualche eco industrial, ma si sa, probabilmente si vorrebbero ancora narrare quelle storie perdute, anche se ormai, quelle mura, sono crollate da tempo e le fabbriche dismesse hanno lasciato spazio a una zona franca dove esibirsi in un’altra rappresentazione.
E’ un disco d’ascoltare più volte, in cui la voce del leader racconta la trasformazione delle nostre città, del nostro presente, del nostro divenire, attraverso una forma apparentemente intellettuale, in cui ogni tanto, la parentesi estetica si sovrappone alla metafora di fondo. D’altronde sono artisti e ogni tanto se la tirano.

Einstürzende Neubauten-0-Alles In Allem

Tutto va ricollocato in un contesto dove i movimenti non hanno più scopo, proprio perché non ci sono più i movimenti, e l’Arte in senso lato ha raggiunto una specie di “non ritorno”, classificandosi nella stessa zona morta dove appunto “l’assenza” diventa arte a sua volta, inanellata nella definizione di “idea”, come se l’originalità di un qualcosa, fosse il detonatore per inventarsi uno scoppio. Ma le polveri si sono bagnate da tempo, e la reazione di personaggi obliqui o alternativi come i nostri eroi scelgono questo tipo di narrazione, magari fuori dal tempo o magari in anticipo nei tempi, eppure, sempre efficaci nell’ascoltarle.

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Ogni tanto, anche noi sentiamo il bisogno di sederci davanti a un palcoscenico, perché ci sono delle espressività che non muoio mai. Non è casuale che dall’antica Grecia tutto ciò che è teatro è arrivato fino a noi con quella modernità, la quale ogni volta ci lascia stupiti, e ogni volta scopriamo una delle sue mille sfaccettature. Blixa e soci ci stanno provando ancora, e noi entreremo nella loro/nostra interpretazione, come quei ragazzi che un tempo si agitavano con un trapano in mano e che ora si divertono facendocelo solo ricordare.
Ma si beve alla fine? Si… si beve! Per tutti…

Salute ragazzi

il Barman del Club

 

24 Comments on “EINSTÜRZENDE NEUBAUTEN – Alles in Allem

  1. osservazioni di tutto rispetto esposte con rispetto ma senza paraocchi. Anzi senza paraorecchie, giacché gli occhi andrebbero coperti per non vedere il buon Cash (cioè Bargeld) con i fiori in testa.
    Comunque nelle ultime righe mi hai scatenato le risate (in casa penseranno che son già sbronzo nel primo pomeriggio). Ma mi taccio, ah ah.
    Tutto Sommato deve essere un buon disco.

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    • Stai tranquillo… siccome in casa non saranno per niente stupiti se ti vedono sbronzo nel primo pomeriggio (perché lo sei sempre, soprattutto di sabato), avranno pensato a qualche altra cosa, e di questo lo dovrai giustificare tu 😀 In compenso ti sei scampato la seconda puntata del visus-dei-virus (senza fare nomi) ed è stato meglio così. Potenza della preveggenza…

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  2. come ben sai l’alcool spalanca le porte della preveggenza.
    ecco, se c’è una cosa che mi manca nei Neubauten di oggi è quel lasciarsi un po’ andare. sono diventati troppo consci dei loro limiti e stanno all’interno del loro recinto. e pensare che rispetto ai loro inizi sono dei virtuosi. il fatto è che all’inizio non sapendo fare niente (sto’ semplificando, ci capiamo no?) osavano tutto. ora qualcosa l’hanno imparata e da lì non si schiodano. cosa che poi vale per una cifra di creativi senza mezzi che hanno cambiato la storia della musica e che affollano la mia discoteca. ciao, torno a bere.

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      • Ma no dai, perché pensi che intendo questo? Liricamente sempre molto alti, direi che già dall’inizio Bargeld fosse Bargeld. Si cresce, si imparano nuove parole si allarga l’orizzonte ma era già maturo dall’inizio (come il primo Cohen e non come il primo Cave, ad esempio). Non è al pestare che penso quando dico “lasciarsi andare” ma al “raccattare” roba in giro -tipo Armenia, per dire. Ecco in Lament lo facevano anche se in modo un po’ imbastito, convenzionale, per stare nei confini del progetto. Che è risultato bello ma privo di quei guizzi creativi che solo qualcosa di irrispettoso (se non addirittura gratuito) avrebbe permesso. Alles Wieder Offen è uno dei miei dischi preferiti in assoluto (nel primo centinaio, diciamo) e sono già abbastanza imbolsiti quindi mi vanno bene sì come sono ma non che non ne vedo i limiti. Alla tua salute e a quella del nostro barman che sarà ubriaco dietro il bancone.

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        • Intanto grazie per rispondermi, si fa con piacere perché siamo appassionati di un certo tipo di musica… Cin cin…

          Una cosa è certa, si cresce, si invecchia ecc…

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            • scusate scusate… ma ho avuto dei problemi con il PC e ho lasciato il Bar in balia di voi ubriaconi, però vedo che l’avete gestito bene. Complimenti ragazzi: l’importante come sempre è gustare la nostra musica preferita, che sia rumore artisticamente evoluto o melodia carezzevole che ci avvolge, perché dentro a queste espressività, noi, saremo sempre vivi !!!
              Salute…

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              • chi lo sa: è risaputo che smettere di bere, porta inevitabilmente a immedesimarsi con l’acqua, nel senso di sentirsi più puliti, fluidi e lineari, e di fare tanta plin plin. Questo sembrerebbe un vantaggio, ma in realtà si diventa bianchi come il latte e non ci si sente più vicini all’anima nera, con tutte le sue conseguenze. 😀

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    • ci sono ci sono… ho avuto problemi con i prodigi della tecnica: io che sono un fan di Black Mirror, ne sono rimasto prigioniero, ma tant’è, tutto risolto, almeno spero.
      Sono ritornato dietro al bancone: salute! e sempre per servirvi

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        • 😀 inquietante… computer che si spegnevano e si accendevano da soli: che ti parlavano di mostri con mille tentacoli pronti a risucchiarti nelle loro spire, fino a inghiottirti nello schermo nero che ci siamo costruiti intorno. Scherzo, solo semplici problemi con il PC, evidentemente, il lungo lockdown e il suo utilizzo sfrenato lo ha logorato… 😉

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  3. appunto perché sei un fan di Black Mirror non puoi davvero dire che si sia tutto risolto. Anzi, magari sta iniziando proprio ora. O tra mezz’ora. Eh eh eh.
    L”inquietante exstanman.

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  4. mi hai dato un’idea.
    Ex:
    extra, explosive, exposure (vedi Fripp), excalibur (non è troppo il mio genere, ma qualcosa di prog l’ascolto), exterminator. Sì, in questi giorni mi si adatta exterminator. Ex:
    Come gruppo gli EX no, meglio gli X. Oppure le tre x (XXX) che nei fumetti erano convenzione per le bottiglie di whisky. Quindi un bel bicchiere di xxx, grazie.

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    • potresti essere anche expo, extraterrestre, extracomunitario, anche un ex-voto se vuoi, o ex’act, EXO, exile (tanto per rimanere nella musica, non so se mi spiego), oppure semplicemente ex-giovane, ma proprio per questo un bel whisketto te lo offro volentieri, così ci consoliamo a vicenda… Chiaramente con un album appropriato: scegli tu…

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