musica e furore - aperitivo in. fiamme 1

Tranquilli, nessuna mania incendiaria… Il fatto è che, di fronte a una musica fantastica come quella che vi sto per proporre, ci si sente bruciare dentro, con una vitalità, pronta per farci fare il giro del mondo cantando, ballando o se preferite, mettendoci a suonare la chitarra del vento, va bene anche quella (ci sono anche dei campionati del mondo) (!)  Di conseguenza, questo è un giro di aperitivi dal calore tossico, dalla carica agonistica vicina a una linea di confine, che ci porterà a guardare il fuoco da vicino, e con esso, prendere coscienza della nostra precarietà e nello stesso tempo, della propria immortalità…

album 2020-musica e furore

Bene ragazzi, sorseggiate con calma e con tutta la suggestione possibile, perché di questo passo non vi accorgerete di bere all’infinito.
Salute e buon ascolto !

cocktail-slam-2

Pillole di salame – musica e furore
(aperitivo in fiamme)

cocktail-slam

21-Mugstar - Zeta Potential

Mugstar
Graft

Questa band Britannica ormai è una navigata formazione con moltissimi album alle spalle, ma la loro voglia di stupire e di lasciarsi andare, non demorde nonostante continuino a passare gli anni, anzi, ad ogni prova conseguente sembra che ringiovaniscano invece che invecchiare. Il loro è un sound inzuppato di fuzz-rock, dove convergono kraut, psichedelia e ritmi impossibili fino all’esaurimento della ragione. Non è casuale che in quest’ultimo disco sono portate all’esasperazione tutte le dinamiche del furore agonistico, facendolo diventare bellezza pura: colate di metallo fuso le quali prenderanno la forma delle vostre emozioni più estreme. È un concentrato di adrenalina senza un attimo di pausa, e la sua violenza si ripercuoterà dentro di voi senza uccidervi, perché la perfezione della materia è la conseguenza perfetta dell’estasi. Ammirazione pura!
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aperitivo abbinato
Negroni

cocktail-negroni
(atto di forza)

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22-Mienakunaru – Lost Bones of the Holy Butterfly

Mienakunaru
Lost Bones of the Holy Butterfly
Questo progetto, nato dall’unione di Junzo Suzuki, Mike Vest e Dave Sneddon, sempre vivi e vitali per le loro infinite collaborazioni, si propone di sperimentare la reazione di un ascoltatore di fronte a un delirio estremo, perché è difficile resistere a queste divagazioni chitarristiche, senza avere il forsennato desiderio di alzarsi e imitare queste forze magnetiche come se foste condannati alla sedia elettrica. Poi, è chiaro, dopo aver resistito alle continue scosse che vi percorreranno per tutto il corpo, sarete immunizzati da qualsiasi altra possibile deriva mentale. In questo caso non si può parlare di psichedelia, perché si va oltre, si supera l’estetica per raggiungere la suggestione di un caos multiplo, sempre sotto controllo e sempre in evoluzione, fino alla perfezione della riuscita finale. È come suonare in un labirinto di specchi, in cui la proliferazione delle immagini, continuerà senza sosta la moltiplicazione di ogni distorsione e di ogni accordo acido, fino a sentirsi condannati. A proposito, se siete contro la pena di morte, lasciate perdere, in questo caso si deve morire!
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aperitivo abbinato
Japanese Ice Tea

cocktail Japanese Ice Tea
(lo Yin e lo Yang)

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23-ElonMusk - …As Your Wanderer Taps At the Invisible Gate

ElonMusk
…As Your Wanderer Taps at the Invisible Gate
Questa band americana riesce a modulare delle suite dove uno spazio psicoacido diventa una materia fluttuante, quasi eterea, per poi entrare nel buco nero di un doom ipnotico e viscerale, dove stoner e post-metal s’inseguono quasi per annullarsi a vicenda. Una volta superato l’orizzonte degli eventi però, ritroviamo un’altra luce anche nel buio assoluto, proprio per dimostrare che oltre quel confine c’è un altro universo e un’altra vita, insieme all’equazione che vuole dimostrare l’esistenza di un mondo parallelo al nostro. In questo caso la forma psichedelica lascia il posto ad un rock cosmico molto suggestivo che via via si perde nel vuoto intergalattico lasciandoci da soli, nella speranza di uscir di nuovo a riveder le stelle.
P.S. l’omonimia probabilmente ha un senso, voi cosa dite?
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aperitivo abbinato
Bronx

cocktail-bronx
(tutto d’un fiato)

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24-Barrens – Penumbra
Barrens
Penumbra
Lo so, verso il Grande Nord ci sono persone che durante la lunga notte invernale, preferiscono stare da soli e confluire nei suoi vuoti mentali, inoltrandosi nei propri abissi, sicuri che da qualche parte un barlume li possa abbagliare, nonostante l’oscurità ingombrante. Questi tre ragazzi di Göteborg si aprono la strada a folate di post-rock, sempre in cammino fra progressive e incursioni ipno-sinfoniche, all’interno di una struttura filmica. Sostanzialmente, l’ambivalenza di cui siamo figli, sempre divisi fra il buio e la luce, il bene e il male, la quiete e la violenza, la guerra e la poesia, sono rappresentati fra queste tracce dove il sacro e il profano plasmano un tappeto sonoro fatto di sintetizzatori e di mantra sempre in ascesa verso un bordone continuo. Tutto poi converge, si rielabora, strutturando la consistenza dell’entropia le cui note stesse dimostrano la presenza della sua ineluttabilità, attraverso la visione epica e ancestrale che in queste latitudini fa in fretta a diventare leggenda. Possiamo dormire tranquilli… ci sarà sempre uno spirito che veglierà su di noi.
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aperitivo abbinato
Dark Angel

cocktail angelo nero
(fantascienza oscura)

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brant-bjork-album-2020
Brant Bjork
Brant Bjork
Nel circuito dello stoner-rock questo nome è un’icona, perché essendo stato il fondatore del gruppo dei Kyuss, rappresenta un pezzo di storia trasformando la località di Palm Desert in una sorta di leggenda e luogo di culto. Chiaramente, quando l’aura di questi personaggi, alternativi fin che si vuole, aleggia intorno alle note di un album, solista in questo caso (il tredicesimo tra l’altro, e tutti di ottimo livello) ci si aspetta sempre la venerazione da parte dei fan più accaniti. Qualitativamente possiamo dire che è un disco onesto, senza picchi eccelsi, ma nella sua linearità si respira un’aria sana, fatta di blues e rock come si è sempre fatto, con i ritmi secchi e sincopati che caratterizzano il suo stile, suonato con passione, proprio per il gusto di mordere la chitarra e di cantare delle storie: Gesù che diventa un bluesman e predica di città in città con la sua Fender; Maria di Nazareth vista in un’altra prospettiva; vagabondi che per sbaglio finiscono in un club di scambisti; il posacenere pieno di mozziconi che raccontano poesie;  e via di questo passo, perché nella vita in questa parte di deserto tutto diventò realtà, e la fantasia trasforma questa polvere e queste queste birre in una letteratura semplice, ma capace di raccontare e interpretare le ballate che hanno fatto la storia dell’America e dei suoi mille personaggi. Un album che cresce ascolto dopo ascolto e non ti lascerà più, fino a stappare una di quelle bottiglie immaginando di brindare insieme a lui… Rock’n’roll !!!
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aperitivo abbinato
Whiskey Sour

cocktail whiskey sour
(semplicemente aspro)

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26-Human Impact – Human Impact

Human Impact
Human Impact

Questa band è sostanzialmente un supergruppo di noise-industrial-rock formatasi dopo che il leader dei Unsane, Chris Spencer sciolto questo progetto ne forma subito un altro reclutando Jim Coleman, Phil Puleo dei Cop Shot Cop e Chrie Pravdica degli Swams. Bisogna subito dire che il retroterra, la ferocia e l’ossessività di queste tre band appena citate, non a niente a che vedere con questa nuova formazione, nel senso che il rapporto è più bilanciato, più misurato, e la violenza di una volta alla fine esce e dilaga tenendo i freni tirati. Il risultato è un effetto molto newyorkese, molto metropolitano, che trasuda di suoni a metà fra l’hardcore e la new-wave di una volta, incuneandosi nei vicoli sporchi e nelle disillusioni dove si perderebbe chiunque. Anche queste sono storie: storie perdute, storie che si uccidono da sole negli angoli di una città infinita, dove da una parte muore qualcuno senza che se accorga nessuno, e dall’altra si suona cercando di alzare il volume oltre il massimo consentito. Brutale!

Link Traccia d’ascolto
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aperitivo abbinato
New York Sour Recipe

cocktail New York sour recipe
(viaggio al termine della notte)

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27-Me And That Man – New Man, New Songs, Same Shit Vol. 1

Me and That Man
New Man, New Songs, Same Shit Vol. 1

Sotto questo nome si cela la figura del polacco Adan Narski, il leader dei metallici Behemoth, ma anche dello pseudonimo Nergal e di altri progetti alternativi per cinema, teatro e televisione. Insieme John Porter, suo attuale compagno d’avventura, intraprende questa nuova strada inerpicandosi nei territori desertici del country-rock intriso di sfaccettature folk-blues con un retrogusto western impolverato alla David Eugene Edwards (Wovenhand) e di murder ballads stile Nick Cave. Chiaramente, se le somiglianze con il cantautore australiano sono quasi a livello di plagio, che dire pensando alla foltissima serie di imitatori che si sono costruiti una fortuna facendo l’Elvis di turno o il Bob Dylan dell’occasione? Il problema è che quest’album è fottutamente bello, quasi a formulare l’ipotesi di coloro che brandiscono il testimone della staffetta, quando appunto il protagonista indiscusso ha un momento di buio per delle questioni familiari pesanti, proprio com’è successo a Cave. Sono tanti i fan che vorrebbero veder ritornare l’autore di The Mercy Seat con la potenza di una volta, allontanandosi dal clima confessionale di oggi. Ecco che questo personaggio proveniente dall’Europa fredda del nord-est, decide di ribellarsi proprio come ha fatto in patria, dove è stato condannato per aver strappato la Bibbia in pubblico, formulando un percorso acido e perverso, di storie e di rivoluzioni che fanno parte proprio di un retroterra cinematografico tipicamente a stelle e strisce, quasi a imitare l’epica di una scelta nata proprio per emulare un genere come se fosse un gioco, appena iniziato con il precedente “Song of Love and Death”, e continuando, prendendosi in giro con il titolo. D’altronde, come ci dice l’autore, se questo è il solito uomo, sono le soste canzoni, è la solita shit… cos’altro aggiungere: niente, aspettiamo l’altro volume…

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aperitivo abbinato
Negroni Westren Style

cocktail negroni western style
(il Buono, il Brutto e il Cattivo)

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28-En Minor – When the Cold Truth Has Worn Its Miserable Welcome Out

En Minor
When the Cold Truth Has Worn Its Miserable Welcome Out

Anche in questo caso abbiamo un personaggio dal passato vissuto in equilibrio fra follia e vitalità: quel Phil Anselmo già leader dei Pantera, il quale, abbandonato il groove-metal che lo contraddistingueva, rielabora la risorsa della sua voce profonda a metà fra un Johnny Cash più roco e un Tom Waits più sobrio del solito, per tramutarsi in un crooner dalla voglia di raccontarsi e far uscire tutta la poesia malata che aveva dentro. Probabilmente, l’incontro con l’ex 16 Hrsepower, Steve Taylor, insieme a personaggi del calibro di Kevin Bond, Jimmy Bower, Stephen Taylor e Joiner Dover, gli cambia la vita e prende corpo questo progetto che aveva dentro da una vita. E la vita si sa, lascia cicatrici profonde dove pullulano demoni di ogni tipo, storie nate sulle derive del Delta e perdute nelle paludi dell’anima: nascoste nelle insenature di un vissuto spazzato via da memorie antiche, da piogge, da uragani, i quali lasciano soltanto il diavolo fermo ad aspettarti nei crocevia dove volevi scegliere una strada nuova, e invece, devi sempre confrontarti con te stesso. Grande album: vero, autentico… e questo non è un gioco (!)

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aperitivo abbinato
Sazerac

cocktail sazerac
(la quiete prima della tempesta)

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29-Porridge Radio – Every bad

Porridge Radio
Every Bad

Questa giovane band Britannica, quasi tutta al femminile, tipicamente indie, riesce a fare un salto di qualità con il suo secondo lavoro dove spiccano canzoni molto convincenti e in perfetta linea con i nostri tempi. Tra l’altro, le sfumature e le problematiche viste dagli occhi di una donna, emergono per l’introspezione e la profondità di pensiero, l’ironia, la sincerità dove spiccano i sentimenti e i contrasti dei rapporti d’amore, sempre in conflitto tra di loro. Il sound è scarno, essenziale, deciso dalla sezione ritmica e dalla voce di Dana Margolin: la vocalist del gruppo, la quale si pone sempre in maniera molto espressiva, esercitando un’interpretazione molto convincente fino a trasformare il post-punk in una manciata di canzoni godibilissime. Difficile sceglierne una tra le altre, perché la qualità e veramente alta e ogni traccia meriterebbe un ascolto ininterrotto. Notevole. Veramente brave!!!

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aperitivo abbinato
Gin Fizz

cocktail-gin-fizz
(idee fresche)

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30-Ellis:Munk Ensemble- San Diego Sessions

Ellis / Munk Ensemble
San Diego Sessions

Concludiamo questo terzo giro di aperitivi, con un album straordinario, magnifico, uscito dall’idea di Brian Ellis degli Astra insieme a Jonas Munk dei Causa Sui durante un loro incontro a San Diego nella California meridionale, relativo all’etichetta danese “El Paraiso”, specializzata in musica psichedelica e dintorni, da quando il sopracitato artista, innamorato di queste spiagge, di questi suoni allucinogeni e del movimento che aleggiava intorno proprio in questi luoghi, decise che la missione della sua vita era proprio questa: ricreare a Copenhagen le stesse vibrazioni, tra un viaggio e l’altro. In questo incontro hanno così radunato il meglio che c’era in giro, raggruppando un ensemble da far venire i brividi per gli amanti del genere:  Dominic Denholm dei Monarch al basso; Thomas Di Benedetto e Dylan Donovan dei Sacri Monti alle chitarre; Paul Marrone dei Cosmic Wheels alla batteria; Trevor Mast dei Psicomagia e Joy all’altro basso; alle tastiere Anthony Meier dei Radio Moscow; alle percussioni Andrew Velasco dei The City & Space; Evan Wenskay (sempre dei Sacri Monti) all’organo; Kyre Wilcox dei Truth on Earth al terzo basso e chitarra; Andrew Ware ancora dei Monarch alla seconda batteria. Insomma, c’è da perdersi come ho fatto io lasciandomi affascinare dentro questo spettacolare paradiso di sensazioni. Non c’è nient’altro da aggiungere: è tutta musica da gustare, da sognare, da vivere sdraiati sopra un divano e lasciarsi lievitare fino a raggiungere il vostro personale Nirvana, perché queste session dove si trova di tutto: psych-space-fusion-rock e divagazioni hendrixiane, rimarranno e rimarrà come testimonianza di un tempo leggendario dove un riunione di persone fantastiche, ha fatto si che la loro magia si sia dilatata nell’aria con tutto l’amore condiviso per la creatività e la voglia di esistere, insieme alle risate, alle pacche sulle spalle, al fumo, alle birre e chissà cosa altro ancora… ma si, chissenefrega, a me è venuta una gran sete: una sete infinita, una sete senza fine, una sete che durerà fino al termine di queste tracce che vorrei non finissero mai. Imperdibile!

Link traccia d’ascolto
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aperitivo abbinato
Long Island Ice Tea

Long Island Iced Tea cocktail isolated on white background
(la classe non è acqua)

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Bene ragazzi, abbiamo terminato il terzo giro ascoltando musica di qualità e dei grandi album che ci hanno fatto dimenare, sorridere, divertire… bere!
Lo giuro, il prossimo giro sarà più tranquillo, fino a rilassarci completamente.
Alla prossima, vi aspetto!

il Barman del Club

cocktail e musicaP.S. Tutte le immagini sono prese dal web, solamente la prima è un collage eseguito per l’occasione

5 Comments on “Pillole di salame 3 – musica e furore (aperitivo in fiamme)

  1. Pingback: I migliori album del 2020 – per l’Intonation Cocktail Club 432 – Intonations Cocktail Club 432

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