i migliori album del 2020-cover

I migliori dischi del 2020   per  l’Intonations Cocktail Club 432

ALGIERS – There Is No Year
FIONA APPLE – Fetch the Bolt Cutters
ANOTHER SKY – I Slept on the Floor
JEHNNY BETH – To Love Is to Live
BRANT BJORK – Brant Bjork
THE DREAM SYNDICATE – The Universe Inside
BOB DYLAN – Rough and Rowdy Ways
GREG DULLI – Random Desire
EINSTÜRZENDE NEUBAUTEN – Alles in Allem
FONTAINES D.C. – A Hero’s Death
GIÖBIA – Plasmatic Idol
MARK LANEGAN – Straight Songs of Sorrow
BILL LASWELL – Against Empire
THE MICROPHONES – Microphones in 2020
MUGSTAR – Graft
POLYMOON – Caterpillars of Creation
PORRIDGE RADIO – Every Bad
TAMBOURINEN – Wooden Flower
LUCINDA WILLIAMS – Good Souls Better Angels
WIRE – Mind Hive

Miglior performance
ELLIS / MUNK ENSEMBLE
– San Diego Session

Miglior album live
KIKAGAKU MOYO
– Live at Levitation

Miglior ristampa
NEIL YOUNG
– Archives Volume II (1972-1976)

Miglior album italiano (ex-aequo)
PAOLO BENVEGÙ – Dell’odio dell’innocenza
GIORGIO CANALI – Venti

aperitivi

Come ogni fine d’anno stilo la playlist dei miei migliori album musicali usciti nel corso di questo complicato 2020, tenendo presente che oltre ad essere solamente delle mie scelte, oltre al gioco, c’è una costante legata alla passione di alcuni generi che prediligo, come la psichedelia e il cantautorato americano ma, alla fine, vince sempre l’emozione del suono più bello del mondo, fra abbinamenti alcolici e intuizioni gustative. D’altronde, in un Bar si ascolta sempre della buona musica e come tale diverrà vostra, fino all’ultimo sorso, fino all’ultimo solco.

Partiamo in rigoroso ordine alfabetico…

Prima però vorrei fare un appunto riguardante questo 2020 che ci lasciamo alle spalle: ma state tranquilli non parlerò di Covid, e nemmeno delle infinite polemiche che si è portato e si porterà dietro per il futuro prossimo venturo. Vorrei aprire un discorso complesso sul futuro della musica: quello sì, perché con la mazzata che ha preso quest’anno non so come finirà. I piccoli locali che stanno chiudendo (probabilmente gli unici in cui si ascoltava qualcosa di veramente underground), l’infinita crisi del settore accentuata dall’impossibilità di potersi esibire dal vivo, il calo delle vendite a cui cerco continuamente di dare una mano comprando dei vinili (anche se da solo non posso salvare il mondo) e via dicendo, verso una qualità sempre più standardizzata e derivativa. Io non so se ci sarà un atto di ribellione da parte di qualcuno, creando una nuova rivoluzione come quella iniziata negli anni ’60, perché la musica è esistita prima e continuerà a esistere dopo. Proprio per questo sono convinto che la forza degli artisti non potrà mai essere fermata, confidando nelle infinite passioni e nella creatività, le quali, partendo dal concetto di bellezza, finiranno sempre per dare un senso alla nostra vita.
Auguri ragazzi… per non fermarsi mai !

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I migliori dischi del 2020  per  l’Intonations Cocktail Club 432

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ALGIERS – “There Is No Year”

ALGIERS
There Is No Year

Già recensito in questo Bar, questa band di Atlanta è ormai una conferma relativa all’eterogeneità della sua formazione con un leader nero e dei compagni di viaggio bianchi, proprio in un territorio nel sud degli States pieno di contraddizioni. La loro miscela di hard-soul è una bomba alla nitroglicerina, per trasmettere testi politicamente impegnati e ricchi di spunti metaforici sulla condizione della società americana, in cui, la voce è talmente dirompente, da trascinarci in quella che potremmo chiamare un’autentica contestazione verbale. Alzate le barricate !

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cocktail abbinato

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Black Daiquiri Recipe
(la forza del colore)

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FIONA APPLE – “Fetch the Bolt Cutters”

FIONA APPLE
Fetch the Bolt Cutters

Recensito nelle “pillole”, quest’ennesima perla di un’artista straordinaria, dimostra ancora una volta che le avversità della vita si possono superare con l’espressività dell’Arte. Teatrale, abrasivo, originale, spiazzante, dolce e vibrante, aspro e poetico, quest’ultima fatica di Fiona la eleva ad una delle interpreti più rappresentative degli ultimi vent’anni, con quello che probabilmente è forse l’album più intenso della sua carriera. Capolavoro !

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cocktail abbinato

Long Island Iced Tea cocktail isolated on white background

Long Island Ice Tea
(la classe non è acqua)

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40-Another Sky – I Slept on the Floor

ANOTHER SKY
I Slept on the Floor

Anche questo recensito nelle “pillole”, mostra l’esordio di una giovanissima band britannica in cui emerge l’originale e vibrante voce di Carin Vincent, attraverso delle atmosfere alla Talk Talk con delle scorribande stile Arcade Fire, per costruire delle canzoni bellissime e impegnate. È tutto un sovrapporsi di stati d’animo perfettamente disegnati attraverso l’ottima sinergia che intercorre tra variazioni interpretative e strumentazioni accattivanti. Suggestivo !

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Daiquiri
(per chi suona la campana)

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32-Jehnny Beth – To Love Is to Live

JEHNNY BETH
To Love Is to Live

Anche quest’album solista della leader delle Savage ne avevamo parlato nelle “pillole”, proprio perché emergeva la sua conturbante originalità attraverso le continue variazioni di un rock mutante e contaminato da diversi stili. Industrial, post-punk, melodia, avanguardia e spoken word, coesistono insieme per strutturare delle storie metropolitane che ci tolgono il fiato. Urticante !

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Blood Shot
(il sangue intorno)

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brant-bjork-album-2020

BRANT BJORK
Brant Bjork

Essendo uno dei fondatori dei Kyuss, quest’artista di culto, continua una carriera solista dove il suo rock’n’blues acido e sincopato continua imperterrito a raccontarci storie dai retrogusti ironici. Tra l’altro, un sarcasmo essenziale, ci rivela l’altra faccia della polvere da cui sono nate. Già anticipato nelle “pillole”, evidentemente, aveva lasciato un segno troppo forte per dimenticarlo facilmente, anzi, continua a girare sul piatto senza fermarsi un momento.
Ruvido !

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cocktail negroni western style

Negroni Western Style
(il Buono, il Brutto e il Cattivo)

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TheDreamSyndicate-__TheUniverseInside

THE DREAM SYNDICATE
The Universe Inside

Gli alfieri del Paisley Underground sono ritornati sulle scene con la verve di un tempo, e ci confezionano il terzo album dopo la Reunion dallo sferzante retrogusto psichedelico, dove emergono oltre a una lunga serie di allucinogeni, ritmi e visioni infinite con una voglia di suonare da far venire i brividi. Evidentemente Steve Wynn e i suoi sindacalisti si sentono ancora dei ragazzini e lo saranno ancora per tanto tempo. Forse, i giorni del vino e delle rose sono lontani ma, altri profumi e altri alcolici si sono sostituiti a quelli di allora. Immortale !
(Qui la recensione completa)

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birra chiara

Una Birra Media
(finalmente un sorso)

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bob dylan rough and rowdy ways

BOB DYLAN
Rough and Rowdy Ways

Finalmente, l’unico musicista che è riuscito a ricevere il Premio Nobel ha pubblicato, dopo molti anni, un album che va al di là della semplice narrazione, perché quando con la chitarra in mano si fa letteratura, allora, il valore poetico di una semplice ballata si può leggere oltre i suoi molteplici significati. Impossibile liquidarlo in 5 righe: andate a meditare sulla recensione completa per godere di tanta classe e di tanto spessore creativo. Leggetevi i testi e incominciate a pensare. Infinito…

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Old Fashioned
(senza tempo)

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10-Greg Dulli – Random Desire

GREG DULLI
Random Desire

Ne avevamo appena parlato, fra musica e aperitivi, ma questo primo lavoro solista del poliedrico cantore dell’Ohio, struttura un album che rifugge le sue infinite collaborazioni proprio per consolidarsi nei territori fatti con canzoni meravigliose e un rock’n’roll sanguigno e viscerale dove non manca la poesia. Le tracce sono tutte da godere, tutte da sentire, e la piacevolezza dell’ascolto premierà la vostra costanza. Avercene !

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American Bridge
(il ponte dei desideri)

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EINSTÜRZENDE NEUBAUTEN – “Alles in Allem”

EINSTÜRZENDE NEUBAUTEN
Alles in Allem

La carriera di questo ensemble tedesco ha ormai sperimentato di tutto, giustificando l’aura di leggenda che i fans del gruppo giustamente gli attribuiscono. Ultimamente Blixa Bargeld è entrato nelle viscere di una teatralità sempre a metà fra la sua improvvisazione e la sua radice brechtiana, giustificando un percorso che era iniziato con una violenza debordante e che ora si analizza nel presupposto psicanalitico della sua evoluzione. Teatrale !
Qui la recensione completa)

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Pinacolada
(opera buffa)

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FONTAINES D.C. – “A Hero’s Death”

FONTAINES D.C.
A Hero’s Death

Questi ragazzi di Dublino bissano il successo dell’anno scorso con un altro album, magari più intimista, ma sempre intriso di poesia e ritmo come sanno fare e come hanno dimostrato. La loro espressività ricalca aspetti vicini a un post-punk autentico e metropolitano, il quale riesce a insinuarsi negli anfratti borderline di una giovinezza vissuta per raccontarla, e come tale nasce dalla sua esplosione per tramutarsi in letteratura. Autentico !
(Qui la recensione completa)

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birra scura

Una Birra Scura
(il buio oltre quel muro)

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GIOBIA-Plasmatic-Idol-

GIÖBIA
Plasmatic Idol

Finalmente un gruppo italiano fra le schiere di queste meraviglie, il quale s’inserisce alla grande, con un sound attraversato da psichedelia e space-rock quanto basta da far innamorare chiunque. Le stratificazioni lisergiche si sovrappongono con un’eleganza e una compostezza musicale davvero piacevoli, fino a coinvolgere gli stati d’animo in qualsiasi momento della giornata. Gli echi dei Pink Floyd sono dietro l’angolo, ma oltre quel muro c’è un universo intero da scoprire, il quale scorre già nelle nostre vene. Immaginifico !
(Qui la recensione completa)

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Cannabis Mojito
(viaggio allucinante)

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MARK LANEGAN – “Straight Songs of Sorrow”

MARK LANEGAN
Straight Songs of Sorrow

Il vecchio Mark, sfodera un’altro album degno del suo vocione con una manciata di canzoni che si fanno piacere e gustare nel loro incedere, fra la ballata classica e la coniugazione con l’innesto di un’elettronica basilare quanto basta per essere accompagnato. Il resto lo fa la sua classe e l’oscurità che si è costruito intorno, anche se le troppe sigarette che si è fumato nella sua vita, hanno contribuito a esaltare la sua leggenda la sua fama. Eternamente bravo !
(Qui la recensione completa)

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rat pack manhattan

Rat Pack Manhattan
(lo sterminatore)

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BILL LASWELL – “Against Empire”

BILL LASWELL
Against Empire

L’infinita carriera di questo grande artista sembra non fermarsi mai, anche se la missione di sfidare “l’impero” è una continua ricerca, quasi ossessiva, di ribaltare ogni volta la formula della vita eterna. Jazz, fusion e altro ancora come se il brodo primordiale fosse ancora più vivo che mai, giusto il tempo per seguire la via tracciata da Miles Davis e che ora, nella bellezza ogni suo strumento prende vita per esaltarsi. Fascino senza fine !
(Qui la recensione completa)

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October Revolution
(ultimi incendi)

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THE MICROPHONES – “Microphones in 2020”

THE MICROPHONES
Microphones in 2020

Una canzone lunga 45 minuti: tutto il tempo del disco, proprio per raccontarsi e raccontare la storia della sua vita. Phil Everum fa rinascere il gruppo d’inizio carriera, anche se dopo aver fondato i Mount Eerie sembrava averli dimenticati, eppure, se la parte confessionale doveva ritornare a galla, questo era il momento giusto. Tutto l’album è un’infinita elegia o se vogliamo, una poesia ininterrotta che pare non fermarsi mai, la quale attraversa gli spazi dell’anima, trasformando la realtà di un’intera esistenza nella visione traslucida dove rispecchiarsi. Il suo incedere acustico è l’ambiente ideale dove potersi confessare e dove poter regalare a ognuno di noi, la forma intima del dolore per tramutarlo in bellezza. Ipnotico !

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God Father
(una lunga meditazione)

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21-Mugstar - Zeta Potential

MUGSTAR
Graft

Quando il fuoco prende il sopravvento è sempre difficile fermarlo, e questa band inglese ha dimostrato fin dagli inizi della loro carriera di riuscire a stratificarlo per deflagrare con una miscela fatta di psichedelia, krautrock e noise, riuscendo a cibarsi proprio delle sue fiamme. Già conosciuti nelle “pillole”, quest’ultimo lavoro è la dimostrazione di come la loro irruenza diventa una forza inarrestabile, che ti cattura e ti trascina nel gorgo del suo magma incandescente. Un’esplosione paura !

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metropolitan

Metropolitan
(il rumore della corruzione)

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11-Polymoon - caterpillars of creation

POLYMOON
Caterpillars of Creation

Li abbiamo conosciuti nelle “pillole”, provenienti dalla Finlandia questi ragazzi esordiscono con un album fascinoso e ricchissimo di sonorità multiformi, piene di vitalità e di riflessi multicolori. Il loro sound è un kraut psichedelico rimodulato nella sequenza continua di un rock, il quale, si rifiuta di diventare “post” proprio per esaltarsi nella versione della sua (loro) gioia di vivere.
Straordinario !

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Spritz Saffron
(il sole freddo)

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PORRIDGE RADIO – “Every Bad”

PORRIDGE RADIO
Every Bad

Questa giovane band Britannica, tipicamente indie, riesce a fare un salto di qualità con il suo secondo lavoro dove spiccano canzoni molto convincenti e in perfetta linea con i nostri tempi, tutte incentrate sulle problematiche femminili, essendo composta proprio da sole donne (unico uomo il batterista). Il sound è scarno, essenziale, deciso dalla sezione ritmica e dalla voce di Dana Margolin: la vocalist del gruppo, la quale si pone sempre in maniera molto espressiva, esercitando un’interpretazione convincente fino a trasformare il post-punk in una manciata di canzoni godibilissime. Brave !

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martini dry e musica

Martini Dry
(agitato non mescolato)

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19-Tambourinen - Wooden Flower

TAMBOURINEN
Wooden Flower

Trenta minuti dove l’esagerata combinazione di tutte le parti musicali, diventa un viaggio lisergico che si avvicina ai confini dell’estasi: se per estasi intendiamo la visione della perfezione. Grant Beyschau ci trascina in un trip dove la sovrapposizione di tutti gli strumenti diventa via via il cratere in cui ribolle tutto il tempo che abbiamo davanti, proprio per immergerci nel caleidoscopio dei suoi inarrestabili colori e nella colonna sonora di un altro big bang. Noi, risorgeremo così !

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Bronx
(tutto d’un fiato)

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LUCINDA WILLIAMS – “Good Souls Better Angels”

LUCINDA WILLIAMS
Good Souls Better Angels

Ultimamente questa grande artista ha registrato un capolavoro dietro l’altro, trasformando il suo rock-blues in un’infinita serie di poesie e di storie veramente da pelle d’oca. Fra questa tracce c’è tutto: forza, passione, quiete, energia, sudore, dolcezza e altro ancora. Una donna dal fascino e dalla bravura senza eguali che ripercorre a ritroso la storia della sua anima, come se gli angeli che la custodivano, fossero proprio gli amici di una vita. Straordinario !
(Qui la recensione completa)

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cocktail whiskey and nero d'avola

Black D’Avola and Whiskey
(dolce come la pietra)

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WIRE – “Mind Hive”

WIRE
Mind Hive

Quando un gruppo storico della scena post punk e new wave londinese, continua a rimanere sugli alti livelli per oltre quarant’anni, con album di notevole fattura come quest’ultimo, rappresenta la più autorevole dimostrazione, di come la classe, possa emergere inalterata quando incontra l’intelligenza. Ma è proprio il piglio culturale e soprattutto intellettuale, che marchia tutta la carriera artistica della band di Colin Newman e Graham Lewis, sempre a metà fra le stratificazioni di una ricerca musicale segnata da mutevoli sperimentazioni, e una coerenza ostinata che non si è mai piegata a nessun tipo di compromesso. Intramontabili !
(Qui la recensione completa)

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manhattan perfect martini

Manhattan Perfect Martini
(la perfezione del labirinto)

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Miglior performance

30-Ellis:Munk Ensemble- San Diego Sessions

ELLIS / MUNK ENSEMBLE
San Diego Session

Se dovessi elencare i protagonisti di queste session, tutti gli appassionati del genere psichedelico, inizierebbero a saltare sulla propria sedia o divano che sia, e allora, per i nomi vi lascio l’appello fatto nelle “pillole”, perché questa esibizione tenutasi nel cuore della California, oltre a creare un ponte ideale con le origini danesi di chi ha messo insieme questo ensemble, lascia tutta la libertà espressiva ad ogni componente di questa allegra gozzoviglia. Il risultato è un calderone di psych-space-fusion-rock e divagazioni hendrixiane da follia pura, in cui, l’improvvisazione e la ricomposizione della stessa, ci porta inevitabilmente al di là di tutte le dimensioni conosciute. Probabilmente, è nata proprio fra queste tracce la leggenda degli uomini straordinari. Imperdibile !

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cocktail-invisibile

Invisibile
(patibolo di velluto)

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Miglior album live

Kikagaku Moyo - Live at Levitation jpg

KIKAGAKU MOYO
Live at Levitation

Questo gruppo giapponese non ha più bisogno di presentazioni: ormai sono anni che il loro genere, ibridando psichedelia e sonorità orientali, ha creato una miscela originalissima dal fascino particolare. In questo caso sono stati catturati in uno dei festival più famosi del circuito underground, registrando un’esibizione dirompente e allucinata che vi farà rimpiangere di non averla vista dal vivo. Assolutamente delirante !

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Negroni
(atto di forza)

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Miglior ristampa

NEIL YOUNG – “Archives Volume II (1972-1976)

NEIL YOUNG
Archives Volume II (1972-1976)

Solitamente cerco sempre un’uscita e una ristampa poco conosciuta per non cadere nell’ovvietà, ma di fronte a questa meraviglia non ho saputo resistere. Infatti, oltre a dischi celeberrimi e stupefacenti di questo inossidabile artista, registrati in uno dei periodi più creativi della sua carriera (i quali non possono mancare nella vostra collezione), ci sono delle gemme live assolutamente da avere. Il problema di questi prodotti è sempre il prezzo che potrei definirlo senza mezzi termini: “furto con scasso”. Attendiamo che nel corso degli anni ci siano delle promozioni in modo da non suicidarsi, perché altrimenti, come possiamo godere della nostra collezione? Inutile dirlo: Neil è sempre uno dei migliori, e questo suo archivio è un tesoro pazzesco. Come diceva la canzone? “… 15 uomini / 15 uomini / sulla cassa del morto / e una bottiglia di rum…” Ma questa volte il tesoro è di tutti o di quelli che se lo possono permettere. Ineguagliabile !

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old fashion

Old Fashioned Deluxe Edition
(fenomeni di perfezione)

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Miglior disco italiano
(ex-aequo)

PAOLO BENVEGU’ – “Dell’odio dell’innocenza”

PAOLO BENVEGÙ
Dell’odio dell’innocenza

Il leader degli Scisma è uno di quei pochi artisti che riescono o a trasformare la poesia, in un’esperienza sempre in equilibrio tra fascino e immagini visionarie. Riesce a tramutare la sua musica in una rappresentazione di altissima qualità, accarezzando ogni cosa che tocca in un metallo che riluce tutte le espressività che vi sono contenute come se fossero d’oro. Quest’ultimo lavoro è un’altra dimostrazione che il valore dell’estetica è soprattutto una sovrapposizione di filigrane, le quali, nella loro delicata sintesi, custodiscono il segreto della bellezza, e al contrario, la violenza di come si potrebbe cancellarla. Splendido !

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cocktail abbinato

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Campari Shakerato
(arte minima – teatro – poesia))

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GIORGIO CANALI – “Venti”

GIORGIO CANALI
Venti

Definire questo romagnolo di Predappio uno degli artisti più autentici del panorama italiano, non è un esercizio di stile, e neanche una presa di posizione schierata per come la penso io, ma perché lo dice la sua carriera: sempre fuori dagli schemi, sempre tutto contro tutti, sempre con prodotti eccellenti come quest’ultimo lavoro meno irruente dei precedenti, in cui al posto della solita deflagrazione verbale ascoltiamo la sua solitudine, la sua visione di rottura, la sua poesia velenosa. Eppure, sotto le frasi che non risparmiano nessuno, nasce e prende forma una verità che ci circonda e che non sappiamo riconoscere, troppo assuefatti dalle immagini che ci propinano continuamente. Come sempre lui tira dritto, e in queste canzoni ritroviamo un Canali che ci vuole raccontare la sua verità, per farci capire che appartiene a tutti noi. Ascoltiamolo !

Link traccia d’ascolto

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cocktail abbinato

cocktail whiskey sour

Whiskey Sour
(semplicemente aspro)

Mojiti alla frutta

Chi dire ancora: vi auguro tutto il bene del mondo, nella speranza che la mancanza di libertà derivata dalla straripante e invisibile problematica che ci circonda, possa far emergere quel bisogno di cultura di cui tutti noi abbiamo bisogno…

Salute ragazzi e ancora buon anno

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

il Barman del Club

29 Comments on “Best album 2020 – migliori dischi del 2020 per l’Intonations Cocktail Club 432

  1. Carissimo! Per prima cosa auguri auguri auguri! Complimenti sempre bello leggere i tuoi articoli, sono strafelice che hai inserito Blixa e soci ma già lo sapevo
    😉
    Ho preso nota per un po’ di nome che già mi ero segnato dalle pillole. Grazie e ciao!

    P.S. ti ho citato per il disco di Bob nella mia non classifica musicale.

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  2. Ci hai abituato bene… Grazie per questo contributo, frequenze per tutti i gusti. Palato fine il tuo, come sentita è la tua analisi sul panorama musicale, sull’incertezza live e tutto ciò che ruota intorno a questo mondo. Teniamo duro. Brindo con te e il sound di Lucinda. Cin cin e Buon Anno caro Antonio.

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  3. Fiona Apple e Lanegan ce li metto anch’io… ed aggiungerei anche la sempre ottima Nadine Shah sul podio dell’anno appena concluso. Molti, al solito, non li conosco..
    Auguri a tutti per il nuovo anno, cin cin Barman!

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    • Concordo per l’ottima Nadine, avendola però sempre messa nelle mie scelte ad ogni sua uscita, questa volta ho preferito variare sulla Jehnny Beth, che tutto sommato ha fatto un album interessante. A volte non è mai facile lasciar fuori qualcuno e il presupposto nasce anche da piccolissimi dettagli, comunque la bellezza è sempre dietro l’angolo. Auguri anche a te per un ritorno in grande stile della musica come la conosciamo !

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  4. Di solito ti rompo le scatole per le tue scelte di fine anno, stranamente questa volta non succederà. E dire che la segregazione mi ha reso ancora più polemico. Forse è perché ci sono nomi molto solidi (e non mi riferisco a Dylan o Young, giovani esordienti anche se il primo non mi sembra molto portato nello scrivere canzoni e il secondo non pare molto portato per la chitarra ma magari si faranno) o forse perché
    non mi aspettavo nulla da quest’anno e invece… Un appunto te lo devo fare (che bar sarebbe senza l’ubriacone molesto?): anche i Giobia sono italiani e i Kikagaku Moyo nippo ma Benvegnù e Canali sono finiti al tavolino per conto loro. So bene che non sono da te discriminati, anzi (e Canali lo devo a te) ma messi lì per antica consuetudine, penalizza un po’. E adesso torno a bere, forza oste della malora caccia fuori una bella birra che mi devo resettare. E buon anno (lol)! Ciao.

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    • Caro mio, cosa ci vuoi fare, siccome mi pongo come consuetudine una playlist di solo 20 nomi, alla fine dispiace sempre lasciar fuori qualcuno, ecco perché Banvegnù e Canali sono rilegati nei miglioro album italiani (è vero anche i Giobia lo sono, però sono più conosciuti all’estero), ma proprio per questo hanno il loro spazio, anche se sembra marginale. Spesso cerco dei nomi che non si fila nessuno perché penso che meritino proprio per quello che hanno proposto con sincerità. Anche a Cave ho pensato però aspetto sempre l’album che superi questa sua fase particolare, anche se “Idiot Prayer” ha il suo fascino, però, ascoltato per intero mi ha stancato, nel senso che avrei voluto un’impennata di rabbia o di vitalità: le avversità si superano soprattutto così. Tieni presente che anche l’album di Phil Everum (alias Microphones) è molto monocorde con una canzone che dure 45 m’ però ha un non so che, il quale finisce per darle fascino, suggestione, mistero, poesia, e mi ha acchiappato (sarà l’età) . Per il resto che ti devo dire, alla fine, ci ritroveremo dietro al bancone a scolarci le solite birre (perché fino a ora ce lo hanno negato) e probabilmente ci daremo dentro di brutto (almeno quello). Per il resto buon anno e non dico altro, anzi, mi piacerebbe sentire cosa prevederanno i soliti astrologi di turno giusto per farmi qualche risata… Ancora buon 2021 e, tranquillo, una bella media per te, è sempre pronta, un po’ come faceva “il dozzinale” ricordi?
      Auguri……….

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  5. Tanti cari Auguri e grande stima nel seguire il mio blog fatto spesso di banalità…. Ho ascoltato un pò tutto ciò che hai descritto ma per il mio gusto ‘approvo’ Algiers e Wire… Probabilmente per molti altri non sono adeguatamente preparato !

    Ciao !

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    • Figurati… io sono convinto to che un disco bisogna ascoltarlo per intero e non sulla base di una sola traccia. Un appassionato come te di progressive se ascoltasse i Polymoon, i Mugstar sono certo che li apprezzerebbe, così come gli Another Sky, ma sono lo percezioni mie, a volte è difficile entrare nei gusti della gente. E’ un po’ come un libro di poesie, se anche una sola colpisce un eventuale lettore, chi l’ha scritta ha raggiunto in suo scopo. Lo stesso discorso vale con la musica: se fra questi dischi soltanto uno che non conoscevi ti è piaciuto, allora l’articolo non è stato scritto invano. Carissimo buon anno e tante belle cose, ne abbiamo bisogno (!)

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  6. A proposito di cose belle: hai sentito il nuovo singolo dei Neubauten? Io l’ho fatto (ok. con le cuffie dal computer e con tasso alcolico elevato) e mi è sembrato, per dirla con Lou, una di quelle buone. Mi permetti di essere io a offrire come buon inizio d’anno?

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