Chi mi conosce sa che il regalo che preferisco è sempre un libro, perché in riguardo alla musica, avendo una collezione illimitata, hanno sempre paura di scegliere un doppione (per quello ci penso io), e allora cosa di meglio per uno sposalizio fra lettura e dolci melodie, includendo l’altra mia passione sempre in equilibrio fra Storia dell’Arte e fumetto? Così il gioco è fatto!
Quest’anno mi hanno deliziato con una serie di opere pregevoli (qualcuna azzeccatissima) in cui la magia (o la malattia) del vinile, degli artisti amati fra opere e immagini, si è mischiata con le bevute del Natale aumentandone l’ebrezza; giusto per parlarne…
I primi tre volumi sono delle bellissime commedie umane dove il protagonista è proprio il disco come opera d’arte, e come tale, si muove e gira sulla vita dei loro protagonisti.
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Fedeli al vinile di Alessandro Casalini (Libro/Mania Edizioni) racconta la storia di uno di quei negozi i quali con una tenacia partigiana cercano di resistere all’ormai imperante scaricamento quotidiano, facendo di quelle quattro mura un fortino da cui difendersi, raccogliendo per strada i vari guerriglieri da immolarsi per una fede e un’idea perduta: un sacrificio, vero, autentico, per un oggetto di culto che non vuole morire e come tale resisterà finché avranno forza questi coraggiosi. È un romanzo divertente, scritto con una prosa semplicissima, a tratti amaro e a tratti entusiasmante, dove tutto è inventato ma estremamente vero, insieme a una folta ridda di personaggi e frequentatori di questo VinilStuff (così viene chiamato questo esercizio commerciale) con i suoi particolari gestori, forse più matti dei clienti stessi. Trionfa l’umanità e la bellezza di un mondo in via d’estinzione che tratteggia un’epoca leggendaria in cui, una puntina e un acetato che girava sopra uno stereo, era (e lo è ancora) la rappresentazione dell’immortalità, in questo caso vissuta sulla riviera romagnola fra piadine e Sangiovese, perché, insieme a mangiate e bevute, accarezzare un vinile, equivaleva allo stesso sogno di desiderare una bella donna.
Sto ascoltando dei dischi del mitico Maurizio Blatto (Add Editore), storica firma di Rumore e già autore del bellissimo “L’ultimo disco dei modicani” e di “MyTunes“, questa volta ci propone dei racconti in cui, la seduta da uno psicanalista, da un terapeuta di coppia, al Pronto Soccorso, in un Certo d’Ascolto di Vinilisti Anonimi o in una Stazione di Polizia, è uno stratagemma, insieme ad altre storie, per parlare della sua vita e della sua “patologia” irreversibile verso la musica, le canzoni e la sua collezione di dischi. Chiaramente la diagnosi finale è che invece ad essere malato è proprio il mondo, nel classico ribaltamento dei ruoli in cui ogni situazione paradossale, non è altro che la risultanza di una differenza sostanziale fra la cosiddetta normalità e la pazzia divertente del genio. Ma se alla fine, come ci dice la sinossi, non sapremo se avrà ragione Freud o i Beastie Boys, quello che rimane è la stupefacente rivelazione che ci accomuna, come se queste vicende tragicomiche fossero le nostre storie in cui ci riconosceremo. Ognuno di noi vive o ha vissuto nell’universo parallelo che si è immaginato l’autore, riuscendo a tratteggiare quel confine, il quale alla fine, diventa la conferma che la nostra vita non è stata vissuta invano, come l’assolo del nostro artista preferito o del concerto live che non dimenticheremo mai.
Il negozio di musica della britannica Rachel Joyce è un romanzo in cui la musica è un pretesto o se vogliamo, il medium, per raccontare una storia suggestiva e particolare, fra il gestore di un negozio di musica, appunto, con la capacità di indovinare i gusti di un cliente e a consigliarlo magicamente per renderlo felice in quel preciso momento della sua vita con la canzone giusta, e una donna misteriosa che sviene proprio nel suo negozio per poi andarsene di corsa, ritornando con il pretesto di volere delle lezioni di musica. Su di lei però il senso senso d’indovino non funziona e il fatto di non riuscire a leggere il suo cuore, turba il nostro protagonista, trascinandolo in un mistero sempre più fitto attraverso una drastica attualità e la poesia che nascondiamo fra di noi. Inoltre, lo sfondo di una Londra in cui ad uno ad uno tutti i negozi di dischi stanno chiudendo, ci lascia una testimonianza dove il coraggio di continuare è identico alla capacità di conoscere la musica come una vera opera d’arte da vivere, e non semplicemente d’ascoltare. Ecco che il mondo delle sette note si prefigura come il vero amore senza nessun difetto e senza nessun’altra faccia da capire, come se la terapia dell’esistenza dovesse per forza esaltarsi dentro una melodia. I colpi di scena che si susseguono non sono altro che delle tracce incise su di un vinile, pronto ad essere ascoltato nella colonna sonora che abbiamo dentro.
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I prossimi tre libri sono dei saggi che mi hanno affascinato fino alla maniacale suggestione di vivere la vita oltre le ore piccole del mattino, quando si è talmente immersi nella lettura, da dimenticarsi il senso del tempo.
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FIGURE – Come funzionano le immagini dal Rinascimento a Instagram, del graphic designer Riccardo Falcinelli è un saggio interessantissimo, il quale, non vuole assumersi la responsabilità di essere letto come un trattato di Storia dell’Arte, ma al contrario s’incentra nell’instaurare una forma colloquiale con il lettore. Sostanzialmente ci racconta proprio l’evoluzione dell’immagine lungo questi ultimi secoli, da quando ha preso forma la sua definizione definitiva fino ad oggi, concentrandosi proprio sullo spaccato dei nostri giorni in cui, oltre alla sua presa di potere, si riflette sulla sua lettura. In questo presente fin troppo dinamico, la velocità e l’inflazione dell’immagine è uno scorrere continuo vissuto a livelli troppo esteriorizzanti, dove, ci si concentra solo sui particolari appariscenti, tralasciando tutti i significanti importanti che le metafore contenute mettono in opera nella sua stratificazione temporale. Non è casuale che le differenze fra una decodificazione odierna e una del ‘500, non esiste se non nella struttura della società, perché quello che si voleva immaginare allora, nella nostra quotidianità funziona allo stesso modo. I persuasori occulti di oggi hanno scelto quello che psicologicamente un tempo aveva funzioni prevalentemente artistiche, ma nello stesso tempo si è trasformata creando delle icone automatiche assimilate inconsapevolmente. È la cultura della società di massa che ha sostituito l’automobile alla Vergine del Raffaello.
Questa figura fondamentale della cultura alternativa tedesca conosciuto con il nome di Klaus Maeck, mette insieme un’opera che circoscrive una della band più dirompenti della scena underground contemporanea. EINSTÜRZENDE NEUBAUTEN – Ascolta con dolore (Shake Edizioni) è una retrospettiva circoscritta nei primi dieci anni della loro attività, utilizzando una narrazione fatta di interviste, foto e liriche, con il contributo collettivo di personaggi che hanno gravitato intorno a quella scena proprio in quegli anni. Inoltre, figure come Nick Cave, Teho Teardo e gli stessi F.M. Einheit e Blixa Bargeld, testimoniano e trascrivono gli stati d’animo di un’esperienza che inizia dagli anni più selvaggi, fino a declamare le ferite con la trasposizione delle susseguenti cicatrici. Ma, se come si legge questa band si presentò primitiva come il loro logo, e provocatoriamente moderna come il loro nome, tutto ciò si amplificò in maniera entusiasmante producendo delle ripercussioni che andarono al di là della stessa avanguardia. Questo libro s’insinua dentro a quella musica che va ascoltata con il dolore che produce e con la valenza di un periodo storico, il quale, trasformò Berlino nella città post-punk più eccentrica d’Europa.
Altro libro stupendo a cura di Malika Marom dal titolo Joni Mitchell – Both Sides / conversazioni sulla vita, l’arte e la musica (BigSur Editore), è un testo straordinario che va oltre nello circoscrivere una delle artiste più importanti di questi ultimi 50 anni. Durante queste interviste, non solo viene tratteggiata la carriera e i momenti particolari di questa musicista, ma nelle sue divagazioni sciolina dei concetti a 360°, proprio sull’essere artista, sempre a cavallo fra poesia, musica e pittura, come se queste tre espressività fossero una cosa sola. Non è casuale che il suo processo creativo si identifica proprio nell’esprimere il fascino dei colori prima adagiati sulla tela insieme alle sue parole, per poi diventare canzone. Bellissime sono anche le riflessioni legate proprio all’identità creativa vissuta nella libertà personale, in un universo dove denaro e successo sono solo trappole fuorvianti che alterano le speranze iniziali di autenticità, le quali cambiano la vita delle persone, se non si ha la consapevolezza di salvaguardare la propria identità. Inoltre, l’approccio verso sonorità “altre” diventano il veicolo per narrare gli incontri, gli amori e la collaborazione con innumerevoli artisti che hanno vissuto e influenzato Joni plasmando la sua personalità: forte e fragile al tempo stesso. Ma se la gioia e dolore hanno sempre accompagnato la sua vita e la sua disponibilità, alla fine emerge lo spessore di un’anima unica nel suo genere: una donna coraggiosa che nel ricercare se stessa, ci ha regalato un cuore ricchissimo di meraviglie.
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Concludiamo con tre graphic novel affascinanti, dimostrando che l’arte del fumetto ha delle potenzialità enormi, e non come pensano i nostri politici, i quali hanno negato le sovvenzioni al Museo del Fumetto di Milano adducendo che questa tecnica non è cultura. Ma se da una parte i nostri politici sono degli idioti, dall’altra esiste la grandezza di questi autori sempre in prima linea, i quali producendo dei lavori incredibili, dimostrano ancora una volta che unire immagine e parola è una delle espressività più suggestive dell’arte, in cui, quello che si vuole dire, va oltre l’immaginazione stessa.
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Sweet Salgari (Coconino Press / Fandango) di uno dei più talentosi disegnatori / sceneggiatori dei nostri giorni, conosciuto come Paolo Bacilieri, ci racconta la vicenda umana di uno dei più conosciuti scrittori italiani: quell’Emilio Salgari vissuto a cavallo fra due epoche e due secoli, attraverso la sua vita tormentata e sfruttata da editori senza scrupoli, sempre messo ai margini dalla cultura borghese del tempo come narratore di serie B. In questo caso non si parla di Sandokan o del Corsaro Nero, ma proprio delle vicissitudini e dell’esistenza del suo ideatore, in un momento storico dove gli slanci del Risorgimento e la susseguente crisi del primo ‘900, fanno da sfondo alle ipocrisie di un’Italia provinciale e bigotta senza remissione alcuna. Con un bianco e nero pulito e molto raffinato, Bacilieri sintetizza la storia umana di un personaggio particolare, dandole quel risarcimento dovuto; riuscendo nell’intento di far sorridere e piangere, come se il tratteggio sempre a metà fra il semiserio o il tragicomico, fosse l’ideale prosecuzione di una vita avventurosa vissuta sempre fra le mura domestiche di una qualunque città. E sono proprio le città a fare da sfondo alla vita di questo piccolo grande eroe di un passato prossimo, in cui, cambiando solo i vestiti, tutti i difetti della nostra società sono rimasti identici..
TINTORETTO – Un ribelle a Venezia (Sky Arte & Tiwi editore) sceneggiato da Alberto Bonanni e disegnato da Gianmarco Veronesi insieme a Matteo Bellisario, è la splendida retrospettiva della vita di questo grande pittore, in cui, partendo proprio da un documentario di Sky Arte, si è deciso di produrre un proseguo multimediale portandolo anche su graphic novel, come slancio promozionale. Lo spaccato del tempo viene tratteggiato molto bene, riuscendo nell’intento di sintetizzare una storia umana e artistica, utilizzando un disegno vissuto sempre a metà fra ironia e tragedia. Sicuramente, l’intento di regalare agli appassionati una vicenda vera, trasformandola nella narrazione borderline tipica del fumetto, tra adattamento storico e noir, è stata una scelta vincente, premiando la sinergia fra le varie espressività, con una trama fluida e un percorso ritmico molto efficace. Prodotti di questi tipo non possono che premiare le idee interessanti, dando alla comunione fra immagine e parola, quella giusta dimensione immaginifica ricchissima di fascino estetico di qualità.
Altra grande narrazione a fumetti è questa affascinante storia un cui l’estasi della bellezza diventa un thriller metafisico dallo spessore post-gotico. Friedrich – Lo sguardo infinito disegnato e sceneggiato da Sebastiano Vilella, è sicuramente un capolavoro in cui fanno da sfondo gli scenari e la vicenda umana di questo grande pittore tedesco, reinterpretato intorno a una messinscena particolare per adattarsi a un giallo-noir suggestivo e inquietante, con risvolti esoterici. Sostanzialmente, la figura del maestro romantico è soltanto un pretesto per inventarsi una storia affascinante e inquietante al tempo stesso. Il segno e la scelta dell’inchiostratura rispecchiano proprio il messaggio che si vuole far trasmettere, rielaborando una trama intrigante quanto basta da coinvolgere il lettore fino all’ultima pagina. In fondo, se il mistero dell’esistenza si misura con la fascinazione panica di fronte alla incommensurabile vastità del creato, il suo ineguagliabile mistero non ci lascia scampo, facendoci trascinare nei vortici di un’esistenza che nulla può nei confronti di qualcosa più grande di noi. E allora, cosa possiamo testimoniare ai posteri? Nulla… (!) Noi non possiamo diventare giudici di qualcosa che non possiamo decifrare. Possiamo solo ammirare la perfezione di un’opera d’Arte, e come tale, trasmetterla a chi verrà dopo di noi. Continuare a viverre nel mistero della nostra origine, cercando di sopravvivere a noi stessi.
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Va bene ragazzi, se ci sono molte persone che mi vogliono bene, allora la vita non è stata condotta invano, concentrandosi in questi momenti, dove la bellezza si raffigura nell’infinita dimensione dei nostri cuori…
Alla prossima
il Barman del Club
Hai un bel bottino Antonio… Qui Natale e la Befana vanno a nozze. Bello esser coccolato e circondato dalle più svariate forme espressive e culturali. Grazie per questa tua vetrina. Un caro saluto.
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Si… Un caro saluto anche a te e ancora auguri di buon anno !
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Premio Nobel alla mia ignoranza, non ne conosco uno. Debbo rimediare
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Con tutte le proposte che vengono pubblicate dobbiamo sempre inseguire le nuove uscite, per poter dire: “…e il naufragar m’è dolce fra queste pagine” 😉
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Grazie dei consigli non dico tutti ma una metà li voglio approfondire
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sono tutti di buon livello…
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Non ne consoco mezzo… ma siccome sono un appassionato di lettura, e siccome questo è ormai il mio bar preferito, seguo volentieri il suggerimento letterario (e difatti mi sono procurato già ‘Il negozio di Musica’ – l’unico che ho trovato). Ancora una volta grazie per il consigli Barman…
p.s. e anzi, a questo punto… Bartender please, fill my glass for me.. (cit.) 😉
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To the brim, all for you … Salute ! 🙂
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Carissimo, grazie per le tue belle recensioni. Ce n’è davvero per tutti.
Devo dire che ho molto apprezzato i primi tre, in cui ritrovo la saggia cultura dell’arte musicale, impersonata dai gestori dei negozi di dischi, veri e propri mentori e suggeritori, a metà fra un sacerdote confessore e divinatore. E anche un po’ psicanalisti. Ma sì, perché la musica è questo: espressione pura, senza filtri, libera e democratica, senza traduzioni o chiavi d’accesso (non mi riferisco alla canzone, ovviamente). E mi piace quel riferimento alla sana follia. Il folle, come il bambino, sta nella verità e tutti noi esseri razionali adulti e controllati non dobbiamo perdere il contatto con essa e la nostra fetta di visioni. La musica ne fa parte, ne è vettore e ispiratore. Ha ragione Blatto.
Ma tutte le tue “proposte” sono davvero interessanti, le graphic novel o l’excursus sull’evoluzione del ruolo sociale dell’immagine di Falcinelli mi hanno ispirato. Grazie. E bravi i tuoi amici che tanto bene ti coccolano!
P.
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Grazie Paolo, per le tue parole, d’altronde lo ha detto anche un personaggio famoso: siate folli (!!!!!!!)
Bello il libro di Falcinelli come il suo precedente: “Cromorama”, tutto incentrato sulla forza del colore.
Ce ne per tutti gusti (soprattutto miei 🙂 )
Ve bene… un salutone 😀
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Urca questo post mi era scappato, bella selezione, fra l’altro di alcuni non sapevo che c’è l’edizione italiana, corro a prenderli. Grazie!!!
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Figurati…
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Ordinato il libro sugli EN.
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bene, è sempre un buon completamento (!)
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Ti è scappato un click all’inizio e manca una “T”: in equilibrio fra …
😉
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Fatto… (grazie di esistere)
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Come vedi leggo bene…
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Sei un buon editor. 😉
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Grazie!
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