Per chi ha la nostalgia del vecchio bluesaccio del delta, questo è il disco che fa al caso suo: la copertina è lì ha dimostrarlo e non lascia niente al caso. La puzza che si sente fra queste tracce è quella solita delle paludi, delle sbronze fino a tarda notte, delle schitarrate eseguite nei localacci malfamati dove l’alcol trasuda dalle pareti e dai muri pieni di muffa colorata, quasi fossero quadri perduti nella polvere dei perdenti. Eppure, la forza e la vitalità che offrono questi pezzi sembrano produrre quel desiderio d’immortalità travisato come un sogno, un desiderio che dura proprio il tempo di una canzone, per poi ritornare ad affogare nel piccolo bicchiere di un’esistenza stretta nei pantaloni sporchi del tuo monotono lavoro. La musica vive di questi impeti e di queste violenze: essenze nate proprio per sfogare anche in un breve spazio di cinque minuti, e poi altri cinque, e poi altri cinque, il tuo riscatto giornaliero.
Cosa volete che vi dica, ogni tanto mi devo ubriacare di questa musica, anche se a casa mia ne ho a quintalate, per non dire un treno di vagoni merci infinito, però, come ho premesso diventa inevitabile farsi trascinare dentro una spirale di suoni corrosivi e muscolari fino allo sfinimento, continuo e inarrestabile. Sono queste le emozioni che si cercano per liberarsi dai proprio demoni, altro che musica blasfema. Magari le loro storie non ci diranno niente perché ci raccontano le solite menate, ma non è questo che conta: è il ritmo, la forza, l’irresistibile virtuosismo degli strumenti essenziali che ci portano sotto il palco (o sotto lo stereo) a dimenarci per un attimo di liberazione.
Tra l’altro se leggiamo che questi marpioni navigati arrivano da Amsterdam, possiamo capire quanto sia importante in un mondo complesso come il nostro, essere appassionati di certe sonorità e di certe potenzialità sempre vissute a metà con il blues più vigoroso e il rock’n’roll più sanguigno. Sono tanti le variabili di questo genere, anche se gira sempre intorno ai soliti accordi, ma è proprio questo il punto: ogni tanto si sente l’anima di chi lo interpreta e proprio per questo ci immedesimiamo in loro, con il loro retroterra e la loro voglia di essere, perché è inevitabile, quando entriamo in un Pub, in un Club o in un Bar dove si esegue musica dal vivo, ci accorgiamo subito di chi suona oltre il mestiere che ha dentro.
Link traccia d’ascolto
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E dentro questi “ragazzi” respiriamo delle note che vanno dai Motörhead a John Campbell, passando per R.L. Burnside, Buddy Guy e George Thorogood, giusto il tempo per fare una bella shakerata di black and white con una spruzzata southern e il gioco è fatto. Ogni loro esibizione live è sempre un’esperienza trascinante che va al di là di tutte le birre bevute, perché non esiste un attimo di pausa o un momento di tranquillità: l’elettricità schizza sempre a mille all’ora diventando via via una catarsi dove converge tutta l’impossibilità di poter fuggire, perché è sempre così, sarete sempre prigionieri di una chitarra infuocata. Lo dicono anche gli psicologi: il fascino del fuoco e direttamente proporzionale all’estasi dell’amore. Non è casuale che le due cose vengono sempre accomunate. Allora! Che aspettate a baciarvi?
Cosa volete che vi dica, mi è venuta una gran sete e mi sembra giusto bere insieme a loro, insieme a voi, senza un attimo di pausa, divertendoci…
Salute ragazzi !
il Barman del Club
Bellissimo post anche se devo confessare che, ascoltandoli, non mi entusiasmano (forse se fossi più giovane…)
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Come non sei più giovane!!? Guarda che questa musica è nata insieme a te e c’era prima di te… Forever Young diceva qualcuno (!)
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E’ vero!!!! 😉😘🎶
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Grande Antonio. Superpost!! 👏👏👏👏👏🌺
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Grazie miss: qui si va a ruota libera !
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E adesso…mi sembra giusto!!👏👏👏😊
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Catramosi il giusto! Interessanti! Anche un po’ Screamin’ Jay Hawkins
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Hai detto giusto: catramosi. Si somigliano a tantissimi di questo genere, ma è sempre la solita storia, nonostante siano derivativi senza nessuna innovazione, quando sento questa passione mi emoziono sempre (!)(
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me lo cerco, mi piace il blues alcoolico e fumoso
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Stai attento che ti farà venir sete: bevi con moderazione 😀
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Nonostante corsi e ricorsi storici, conservano freschezza e sì, è un bel disco.
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È quello che mi ha colpito e in seguito entusiasmato, o perlomeno, la sua vitalità è trascinante!
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Sì, infatti
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m’inviti a nozze col blues, sicuramente vitali e frizzanti con qualche punta di contaminazione di altri generi, mi sono piaciuti,
anche se il “vecchio” blues del delta mi riporta immancabilmente a quell’immenso bluesman che di nome fa Robert Johnson, a proposito sto preparando un post proprio su di lui (almeno provo 🙂 ). E poi gente come Charley Patton, R.L. Burnside, Skip James, Eddie James “Son” House, Bukka White e altri, veri monumenti.
Ciao
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Beh … tu mi hai citato dei monumenti da cui è nata tutta la musica moderna che ascoltiamo oggi ! Bravo ragazzo aspetto il tuo post…
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Pingback: Big Daddy’s Breakfast Voodoo – The Black Cat Bone Spell — Intonations Cocktail Club 432 – Imperia notix "cauos post's" 😉 "servellu" by guido arci camalli
Grazie della condivisione (!!!!!)
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