Per gli amanti della psichedelia, vedere insieme il combo giapponese dei Kikagaku Moyo con lo sperimentatore dell’Illinois Ryley Walker, rappresenta quella sostanza e quel desiderio che le loro esibizioni dal vivo contengono, raffigurandosi nella dimensione fascinosa di un album e nel riuscire a catturare la magia di un momento irripetibile. Tra l’altro, se uniamo la coerenza di un suono americano con l’equilibrio di quello orientale, e lasciamo che le dinamiche delle due culture si uniscano per poi lasciarsi andare in una sorta di compenetrazione fascinosa, ecco che la struttura di un impianto musicale si trasforma fino ad autorigenerarsi seguendo delle linee compositive istintive, ma perfettamente in sintonia con tutto l’impianto dell’esecuzione. In queste due tracce (di venti minuti l’una) non c’è mai una sbavatura nonostante la libertà espressiva impressa nella tipica anarchia, solitamente esercitata nella forma della jam session, e nonostante tutto si è coinvolti in un nubifragio di suoni accattivanti e irresistibili allo stesso tempo.
I nostri protagonisti non sono nuovi a queste genere di collaborazioni, visto che tutti e due amano esibirsi in questa maniera, aumentando lo spessore della proposta. Inoltre, conosciutosi nei vari festival del settore, diventa facile mettersi insieme e registrare le loro esibizioni. Tra l’altro proprio Ryley ha messo su da qualche anno un’etichetta legata propriamente a questo genere di amicizie musicali, fissando su vinile ogni sperimentazione, anche fantasiosa e controcorrente, ma sicuramente originale per un’idea artistica di questo nuovo millennio. O almeno ci prova… Ecco che questo Deep Fried Grandeur già dal titolo testimonia la sua voglia di lasciar libera l’espressività musicale e poi successivamente catturata in un prodotto altrimenti vissuto solo nel ricordo dei testimoni, con la pulizia di un suono ineccepibile e senza i difetti spesso presenti nei live. La forma psichedelica in questo caso è forse solo un termine inappropriato, perché tutta la struttura compositiva vive di luce propria vivendo nel suo nucleo la continua metamorfosi di molte genesi in cui gli stili si sovrappongono e si esaltano.
In quest’album infatti, si vive sia l’equilibrio armonico della compostezza e sia la bellezza dell’improvvisazione, unite in una miscellanea che tocca tutte le intuizioni che possiamo vivere con la meditazione interiore e nello stesso tempo con la forza della passione. Due modi di esistere in cui oriente e occidente s’incontrano fondendosi e rigenerandosi a vicenda, con una facilità straordinaria. Ogni momento vive di luce propria per poi aprirsi continuamente alla varietà degli strumenti, perfettamente integrati gli uni con gli altri. Non è casuale che l’evolversi delle due composizioni acquista via via uno spessore creativo suggestivo, in cui la fantasia e la professionalità emergono fino a coinvolgere tutta l’emotività di ognuno di noi. Viene trasfigurato quel concetto di anima quando l’intensità va oltre il mestiere di suonare, superando quel confine che tracciamo a volte dentro di noi quasi fosse un limite, ma che in questo caso viene cancellato con una semplice vibrazione, la quale rappresenta quella forma di energia che ci circonda.
tutte le foto sono prese dal web
In fondo, poi, è solamente musica: un insieme di note che provocano un’emozione. Però, se ci guardiamo attorno ci accorgiamo che ogni cosa che si muove produce un suono, produce un senso di forza. Ecco che le innumerevoli simmetrie della natura ci conducono nell’universo fantastico delle sue mille e mille sfumature, dove la sua essenza è alla base della vita stessa e come tale ci appartiene, in maniera indissolubile.
Salute ragazzi !
il Barman del Club
Ciao Antonio!! Amante della psichedelica presente 😀
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Vero… cosa ci vuoi fare, ognuno di noi si perde (e si ritrova) dentro sé stesso (!)
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Vero😊🌹
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