Spesso celebriamo la scomparsa di personaggi famosi: artisti, cantanti, attori che hanno lasciato una traccia di loro in maniera indelebile nella cultura pop di questi ultimi anni. Ma chi vive intorno a loro con i suoi scritti andrebbe ricordato in egual misura, perché contribuisce non solo ad aumentare la nostra conoscenza e la nostra passione verso molti protagonisti (a volte anche minori), ma è proprio per mezzo di questi professionisti che un artista si fa conoscere in maniera completa, ampliando il suo alone mitico.
Maurizio Principato, oltre ad essere stato un giornalista di Radio Popolare, è diventato un divulgatore musicale che riusciva ad andare oltre i soliti luoghi comuni nonostante si calasse nella parte con un’umiltà tutta sua. Le sue trasmissioni su Frank Zappa o John Zorn non solo mi hanno lasciato dentro una prospettiva diversa su quello che si leggeva in giro, ma entravano nelle vite di questi compositori con una originalità e una simpatia veramente alternative.
Tra l’altro se consideriamo la sua grande conoscenza critica sul mondo del fumetto e della graphic novel (è stato anche sceneggiatore per la casa editrice Bonelli) con trasmissioni, rassegne e incontri di ogni tipo, sempre in relazione all’elevazione di quest’arte come spessore culturale, riusciamo ad interagire con la sua anima che in questo momento è diventata a tutti gli effetti un personaggio delle sue storie. Forse 54 anni sono pochi per circoscrivere tutta la vita di un uomo come tanti, ma in realtà sono molti in relazione a quello che ha dato con la sua voce a gente come me, e non solo.
Mancherà a tanti, e se una banale caduta dalla bicicletta è bastata a terminare la vicenda di un uomo così amato, cos’altro aggiungere a quello che ci rimane da vivere? Come sempre ricordandolo, parlando sempre di lui, ascoltando sempre la sua voce e i suoi consigli preziosi, cercando di alzare un bel bicchiere di birra in suo onore. E questo non è un brindisi alla sua memoria, ma un augurio che gente come lui, continui a esistere.
il Barman del Club
Due cose sono certe: la sua voce la riconoscevo al volo “ah, c’è Principato”. E allora non cambiavo, perché l’altra cosa era che avrei sentito musica di mio gusto o ascoltato argomenti di mio interesse.
Ero convinto che prima o poi avrei finito con l’incontrarlo (come penso di poter fare prima o poi con altri come lui). Sembra sempre che l’orizzonte sia infinito.
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Concordo… Ogni volta che lo sentivo ero certo d’ascoltare musica di qualità superiore, e soprattutto delle scelte intelligenti per come lui ce le proponeva: mai banali, mai consuete, mai scontate. C’era una ricerca dell’originalità quasi spontanea per come lui la viveva e per come ce la regalava, senza darsi arie, come un’amicizia da condividere. Peccato che se ne sia andato… non ci voleva. L’orizzonte è sempre laggiù, in fondo, e non so se lo raggiungeremo. Ce ne sarà sempre un altro più avanti…
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Tra le tue parole non solo il ricordo ma la concreta presenza di un’orma rilevante. Non si cancellerà il compiuto, indelebile è la passione e passa attraverso di chi, come te la rende viva… Un caro saluto Antonio e buona serata.
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Grazie Catia, una buona serata anche a te!
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Peccato, non lo conoscevo. Rimedio subito.
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merita
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Una persona meritevole e preparata sul mondo della musica che svolgeva il suo lavoro con grande professionalità. Spiace la sua morte come la morte di tutti, ma morire per una caduta della bicicletta, lascia sconcertati. Buona giornata Antonio!
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Veramente: quando l’ho saputo sono rimasto sconcertato. Io lo conoscevo per la sua immensa cultura musicale e per la sua passione relativa alle graphic-novel, due mie grandi passioni. E’ stato un vero peccato e la sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme nel mondo della cultura. Se ne vanno sempre i migliori (!)
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