Nell’ultima ondata neopost-punk britannica, una band che ha deciso d’intraprendere un percorso diverso anche se parallelo, è proprio questa dal nome stravagante e dall’altrettanto insolita miscela, che riesce ad accomunare divagazioni kraut, ritmiche funky, inflessioni wave e contaminazioni elettroniche dall’impatto effervescente; e forse, proprio per queste loro divergenze, la loro non-collocazione li ha resi talmente diversi da risultare famosi in senso più obliquo delle altre. Tra l’altro, esibendosi sempre mascherati e non conoscendo la loro identità, tutto questo alone di mistero dall’impatto tribale (i loro travestimenti riecheggiano un animismo dal retrogusto ecologico), ha fatto si che il loro pubblico si è automaticamente scremato in senso positivo, ma nello stesso tempo sono diventati dei protagonisti di nicchia, insieme ai loro spettacoli sempre vicini ad un impatto multimediale e uno scatenamento techno-dance altrettanto coinvolgente.
Come i precedenti, anche quest’ultimo lavoro è molto piacevole d’ascoltare: complici i guizzi creativi e la forsennata base ritmica che non accenna a un attimo di respiro, come se la stessa s’inseguisse al cardiopalma, senza mai riuscire a raggiungersi. Tutto l’album è un continuo sovrapporsi di groove ininterrotti in cui l’impronta psichedelica crea un collante molto appariscente nelle diverse tipologie di suono che emergono dappertutto. Al di là dei travestimenti usati si possono scomodare i paragoni con i Devo, i Soul Coughing o gli LCD Soundsystem miscelati insieme, ma tutto questo serve per circoscrivere un’impronta decisamente godevole nell’ascolto con una ricerca interessante che emerge da tutti i pori.
Link traccia d’ascolto
Link traccia d’ascolto
Probabilmente questo è il completamento di una trilogia iniziata con “Come Play the Trees” del ’17 e proseguita con “Stunning Luxury” del ’19, con nel mezzo quel “21 Metres From Hebden Bridge” espressione live della loro vitalità. Fondamentalmente, la critica della società contemporanea accentuate nella mitologia della foresta, in cui uomini-albero saranno la forza della prossima rinascita, costruisce un percorso che cerca di avviluppare tutte le derive più tecnologiche possibile, convergendole in un concetto altisonante che, buttandosi a capofitto nel vortice impazzito che ci circonda, finirà per essere inghiottito dalla natura stessa come madre di tutte le cose, e proprio per questo, redentrice e depositaria della vita.
tutte le foto sono prese dal web
Sono tanti i film di fantascienza dove le macchine prendono il sopravvento per diventare padroni del pianeta, e se in questo caso tutto sembra coincidere con questa letteratura fino all’annichilimento, alla fine la musica sarà il tramite, non solo per godere di un’ora di buone canzoni, ma la soluzione e la risposta per uscire dall’anonimato vincendo la partita. Che dire ancora, bisogna ascoltare e ascoltare ancora, fino a farsi ammaliare da questo sabba robotico per capire quanto sia importante il colore di un albero. Per il momento e come sempre, io cercherò di perdermi nel colore di una buona birra, perché, bevendola tutta d’un fiato, potrò gustarmi ancora meglio questo disco fantasmagorico e ricchissimo di sussulti divertenti e intelligenti.
Salute ragazzi!
il Barman del Club
Li hai ascoltati tutti?
O pochetto come i residenti?
😉
"Mi piace"Piace a 2 people
Scusa volevo scrivere se sono un pochetto come ispirazione tipo i Residents.
"Mi piace"Piace a 2 people
Solo nel travestimento, o perlomeno come intento, perché musicalmente prendono strade diverse. Tra l’altro i Rsidents utilizzavano
"Mi piace"Piace a 2 people
…scusa mi è partito il commento mentre lo scrivevo: volevo dire che i Residents avevano una simbologia che hanno mantenuto inalterata nel tempo. Questi ragazzi invece l’hanno cambiata nel corso della loro evoluzione, fermandosi alla fine in questo tribalismo sciamanico dall’aspetto primitivo, un po’ strano nel vedersi, ma con un retrogusto ecologico, almeno nel messaggio che vogliono esprimere. Mi sono anche chiesto come fanno a resistere sotto quelle cappe durante i loro concerti, visto il forsennato incedere senza una pausa, ma tant’è, loro la vedono così e si sono adattati.
"Mi piace"Piace a 3 people
Sono curioso, da dove parto?
Ma poi, dove li scovi????
"Mi piace"Piace a 2 people
Si è vero, mi piace scovare identità meno conosciute ma sempre di qualità… (e cerco, cerco, cerco 🙂 ). Da dove devi partire? Nel caso dovesse piacerti questo, poi ascolta il loro primo lavoro “Come Play the Trees”, il quale come impatto creativo è forse maggiore, poi, anche “Stunning Luxury” non è male. Il live successivo invece li cattura nella loro dimensione più spontanea e tribale. Lo so è tanta roba ma è contagiosa, molto contagiosa.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie, sempre ottimi consigli! Ti suggerisco l’ultimo album di Massimo Zamboni, liricamente straordinario, ti permea.
"Mi piace"Piace a 2 people
Si ne ho sentito parlare ma non lo ancora ascoltato: provvederò subito e grazie del consiglio 😉
"Mi piace"Piace a 2 people
Merita. Ha una sensibilità sull nostre generazioni, particolare e profonda.
"Mi piace"Piace a 2 people
Sarà fatto !
"Mi piace"Piace a 2 people
Sì e no, non so .. devo riascoltarli.
Grazie per le tue ricerche, i cui frutti ci doni.
"Mi piace"Piace a 2 people
Figurati è sempre un piacere reciproco…
"Mi piace"Piace a 2 people
Al riascolto migliorano 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
Si mi sono piaciuti, ma io non sono un’intenditrice sopraffina come te. Grazie Antonio, un caro saluto!
"Mi piace"Piace a 2 people
Sono forse adatti a un pubblico particolare che ricerca cose speciali, e non melodie facili, ma io scandaglio queste esperienze diverse dalla consuetudine, e mi crogiolo nel loro interno. Grazie dell’apprezzamento 😉 Un brindisi a te !
"Mi piace"Piace a 2 people
Pingback: i migliori album del 2022 – per l’Intonation Cocktail Club 432 – Intonations Cocktail Club 432