Esiste sempre una linea sottile fra il passato e il presente, soprattutto in campo artistico e soprattutto in campo musicale. Chiaramente non sempre le soluzioni raggiungono quella freschezza e quello spessore che un prodotto di questi tipo deve avere, eppure, sfruttando un retroterra spesso saccheggiato, c’è sempre qualcuno che riesce a superare le ovvietà per produrre un lavoro notevole. Proverò ad analizzare alcuni album usciti in questi primi mesi del 2022, i quali schiacciano sì l’occhiolino agli anni d’oro del rock, ma hanno un pregio importante: hanno le canzoni…
Heretic Tongues
Wucan
Questa band tedesca pur pescando a piene mani nella musica degli anni ’70 e rimasticando un hard-rock consueto quanto viscerale, costruisce una serie di canzoni godevoli e trascinanti, completamente assorbite da un retroterra conosciutissimo ma, dall’impatto fresco e ammirevole. Francis Tobolsky, la font-woman del gruppo, sfodera una performance notevole e di spessore, rendendo tutto l’album di piacevole ascolto, in cui, anche la sua voce raggiunge dimensioni inconsuete, nonostante i paragoni possibili con le famose artiste del passato. Le armonie ci sono e giostrano con la base ritmica, fondendosi insieme a funky, soul, impennate psichedeliche e riff che giganteggiano senza perdersi nella ruffianeria fine a se stessa, strutturando delle tracce che sono delle vere e proprie piccole gemme. Voto 7,5
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Sound of Smoke
Tales
Un’altra band tedesca, giusto il tempo per sottolineare il retroterra che un certo tipo di sound attecchisce fiorentemente nel suolo germanico. Questa volta però la matrice di partenza è il blues: un blues che si carica di evoluzioni fiammeggianti per poi divagare in altri territori con una manciata di pezzi assolutamente pregevoli, i quali, non disdegnano scorribande ritmiche vicino alla psichedelia, per poi generare suite dall’impatto kraut-stoner. Le canzoni sono straordinarie, le soluzioni tematiche sciolinano un groove effervescente, condite di classe pura e bravura ammirevole, fino a farsi piacere come non mai. Anche in questo caso la voce femminile di Isabelle Baptè risulta splendida quanto basta per impreziosire quest’album, il quale inizia dove avevano terminato i Jefferson Airplane, e finisce dove il presente rimane lì ad aspettarli, con la convinzione che ogni progetto così ben fatto, traccerà le linee di un futuro ovunque carico di buona musica. Voto 8,5
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Dawn of Solace
Notes of Perdition
“Notes of perdition” è un progetto di questo gruppo metal finlandese, il quale, ha eseguito tutte le canzoni in versione acustica del loro album “Flames of Perdition“. Chiaramente per gli adepti solitamente legati al loro suono originario tutto questo potrebbe risultare spiazzante, ma in realtà per un pubblico come potremmo essere noi, l’originalità della cosa ci colpisce fino alla consapevolezza che ogni canzone può vivere di luce propria, sostituendosi completamente da come era nata, anzi, potremmo dire che era nata proprio così, per poi farsi arricchire da arrangiamenti infiniti. Chiaramente, il retrogusto gotico rimane, ma l’avvolgimento magico della chitarra e della voce creano una certa evoluzione poetica che risulta piacevole. In fondo, lo sappiamo da sempre, le versioni in unplugged di album famosi, creano sempre due tipi di pubblico in base ai propri gusti personali, o perlomeno una curiosità di fondo. Sta di fatto che in questo caso tutto l’arpeggiare di Mikko Heikkilä, insieme alla bravura di Tuomas Saukkonen, ricercano nelle soluzioni formali sufficienti per creare un’atmosfera ipnotica e cristallina, in cui la perfetta simmetria con la natura crea una fusione con il paesaggio di quelle latitudini, fino a un coinvolgimento subliminale. Voto 7,5
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Tess Parks
And Those Who Were Seen Dancing
Di questa interprete canadese ma residente a Londra, non basterebbero dieci righe per descriverla, perché nonostante la sua figura non sia conosciuta ai più, le sue molteplici frequentazioni da Alan McGee ai Brian Jonesown Massacre, l’hanno caratterizzata negli ambienti underground della neopsichedelia britannica; anche se il suo stile ci riporta nella Los Angeles degli anni ’80 dove in pieno Paisley operavano band come gli Opal di Kendra Smith o i Rain Parade di Matt Piucci. Fondamentalmente, questa sua forma di shoegaze accarezzato da un incedere ipnotico, vagamente fumoso e surreale, percorre melodie sempre in equilibrio tra un latente espressionismo onirico e una moderna poesia beat. Se poi consideriamo che il titolo dell’album deriva da una citazione di Nietzsche: “…e coloro che sono stati visti ballare / erano considerati pazzi da coloro che non potevano sentire la musica…” dimostra ancora una volta che gli artisti sensibili vanno oltre la semplice intuizione, perché, stupire se stessi nella comprensione con un atto di fiducia verso chi ami veramente, o di cui cui ti fidi senza esitazione, come quelli che ascoltano la musica e la capiscono, rappresenta un atto di fede. È proprio ricollegare quel circuito in cui ci si rimette in contatto, tra spiritualità e visioni poliedriche proiettate da diversi punti di vista, ognuno dei quali ci porta una qualità e un’altra suggestione della realtà, tra metafora e prospettivismo. Poi, è chiaro, se alla fine tutto questo potrebbe sembrare una semplice miscellanea d’idee in un cocktail pop-psichedelico, non importa. L’artista va oltre tutto questo: lo rielabora per sentirsi vivo ancora una volta, fino alla rappresentazione della sua espressività, pronto per una nuova rinascita, e Tess lo ha capito. Voto 8
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Horsegirl
Version of Modern Performance
Nel guardare questi video qualcuno potrebbe obbiettare: ma sono solo delle ragazzine! Vero… ma se pensiamo che i Beatles o i Rolling Stones hanno concepito i loro capolavori tra i ventidue e i ventotto anni, con i dovuti distinguo, questo dimostra che l’età non conta niente, è sempre la creatività a edificare la sua forza dirompente. Queste tre liceali, irrompono nell’affollato mondo della musica di oggi con una ricetta semplice: il rock’n’roll, e poi lo strutturano tra effervescenze punk e derive wave, senza prendersi troppo sul serio: a loro piace suonare. Alla fine tutto funziona a meraviglia nonostante qualche ingenuità di troppo, ma va bene lo stesso, perché ci viene in mente quando da studenti o da adolescenti se vogliamo, guardavamo il mondo con occhi diversi, e la vita era sempre un’avventura divertente. Avevamo tutto davanti e non ci importava niente. Poi, se come in questo caso ci sono le canzoni, sarà il tempo a decidere se l’avventura continuerà come avevamo previsto, o rimarrà abbozzata nella molteplicità di un presente assurdo che ingoia tutto con un sorso, pronto per un altro bicchiere. Per intanto la gioia si sente e ce la godiamo. Voto 7
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Bene, potremmo concludere citando Shopenhauer il quale diceva che “la musica è l’essenziale per l’uomo, il suo sguardo sul mondo”; d’altronde, il suo messaggio è sempre attuale, vivo, anche se guarda nel passato perché, ci racconta sempre delle storie e le storie sono alla base di una cultura, qualunque essa sia. Sostanzialmente è una forma di condivisione, di rapporto collettivo che ci lega agli altri così come a se stessi. Si può essere soli o insieme ad altri nello stesso momento, e tutto questo non può che farci felici.
Salute ragazzi!
il Barman del Club
Horsegirl : incantevole !
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Contento che ti piacciono…
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grandissima Tess Parks!
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Veramente!
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A dire il vero, penso che le scelte che hai proposto sono tutte belle! Non saprei neanche dire chi mi piace di più. Buon rock, si può dire tranquillamente, un rock però nuovo, che esplora, contamina senza perderne l’essenza.
E pensare che avevo perso due tuoi articoli, questo bellissimo e ti ringrazio. Domani l’altro.
Ciao ragazzo 🙂
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Grazie
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Interessantissimi i tuoi post, ogni tanto m’immergo nella tua musica, cercando di districarmi in questo mondo affascinante, ma di cui non sono una grande esperta, ma i tuoi articoli sono sempre molto interessanti. Buon anno Antonio, che sia un anno di serenità e salute.🤗☺
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Speriamo, anche per te e i tuoi cari ❤
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