Mati-Klarvein-Grain-of-SandGrain of Sand – by Matt Klarvein

Riprendiamo l’ascolto di alcuni ottimi album usciti in questi ultimi mesi del 2022 vicini al genere psichedelico, i quali, non fanno altro che giganteggiare il viaggio lisergico che li genera, attraverso suoni dall’impatto acido e coinvolgente. Chiaramente nel mio cercare suoni “altri”, ho variegato la ricerca attraverso la multiculturalità di molti paesi, proprio per evidenziare diversi tipi di sound, accentuando la diversità delle loro origini, anche se, lo stile in questione, non fa altro che unirli attraverso un circuito uniforme nato proprio dalle influenze derivate dalla concentrazione di melodia e improvvisazione, attraverso tecnica e anima, quasi che la genesi world fosse il punto di partenza, per poi arrivare dove molti confluiscono evidenziando le loro influenze.
Partiamo…

i migliori album psichedelici di questi ultimi mesi del 2022

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Samsara Blues Experiment – Demos & Rarities

SAMSARA BLUES EXPERIMENT
Demos & Rarites

Quando nel 2020 con l’album “End of Forever” questo gruppo tedesco annunciava il suo scioglimento, sicuramente avrà lasciato molto amaro in bocca ai vari fans, dopo anni di cavalcate infuocate. Ecco che per coprire il buco dei nostalgici esce questa raccolta la quale racchiude rarità, brani inediti provenienti da varie session e versioni alternative di lavori precedenti, che nell’insieme formano un album bellissimo dall’impatto lisergico devastante. È incredibile come l’unità di stile fluttua attraverso uno spirito orientaleggiante e le derive pesanti di un heavy-rock sempre in equilibrio con le costruzioni delle frasi musicali. Escono così allo scoperto, non solo le influenze che li hanno sempre caratterizzati, ma la concretezza di una miscellanea fra muscoli e spiritualità, la quale sprigiona in questo caso l’equilibrio di una potenza dal fascino irresistibile e nello stesso tempo alimenta un fuoco ancestrale mistico, carico di esoterismo e creatività. Sicuramente, riuscire a coniugare stoner, metal, blues, etnica e psichedelia in un unico genere con questa originalità, lontani dai vari cloni di questi ultimi anni, li porta al di sopra della media di tante band, alimentando l’aura di culto che si sono costruiti intorno. Inizio col botto… Voto 9

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GOAT
Oh Death

Questo ensemble svedese era stato una delle più belle sorprese della seconda decade degli anni 2000, i quali, con un esordio fulminante datato 2012 dal titolo “World Music” metteva subito in chiaro le loro influenze, fluttuanti fra un acid-rock e un afro-beat dalla sovraesposizione etnica marcata e sorprendente, viste le loro radici vicine al circolo polare artico. Col tempo si erano persi nella loro ripetitività, ma ora sono tornati sulle scene con questo loro ultimo album veramente buono, in cui tutte le dinamiche ritornano più variegate di prima, alimentate anche da inserti free-jazz e sperimentali, anche se la dominante proveniente dal sud del mondo è sempre la trama narrativa di questi personaggi mascherati. Non è casuale che la natura animista delle loro terre s’intreccia continuamente con la spiritualità africana, quasi a ricongiungere il mondo in un unico territorio dove la musica diventa il collante principale per affratellare i popoli. Non resta che immergersi in questa esplosione di ritmi senza fine, per godere tanta gioia di vivere, alzandosi e ballando insieme a loro. Goduria… Voto 8

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Los Tabanos Experience – A Conscious Dream

LOS TABANOS EXPERIENCE
A Conscious Dream

Provenienti da Santiago del Cile, questi cinque ragazzi s’inoltrano attraverso una cosmic-music nei labirinti di una psichedelia latente, la quale, liberata dalle sovraesposizioni esagerate di una certa ritualità, si concentra nelle melodie sciolte nella loro stessa fruibilità. La fase improvvisativa c’è sempre, anzi, tutta la messinscena si basa proprio intorno alle dinamiche della loro abilità strumentale, fino a generare delle jam oniriche con un retrogusto space, vicine a certe scorribande tipo Hawkwind, per poi sciogliersi nell’universo da loro stessi creato. Sostanzialmente diventa un’unica trance, in cui tutti gli strumenti hanno una funzione alchemica, a tal punto da immedesimarsi con il susseguirsi delle melodie, come se tutte le nostre emozioni viaggiassero nelle vastità dell’universo, e proprio per questo ci inducono a lasciarsi andare in un’eterna illusione dove esiste solo il subconscio… Voto 7

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Guerilla Toss – Famously Alive
GUERILLA TOSS
Famously Alive 

Questo gruppo newyorkese rappresenta la funzione atipica della psichedelia, concentrata in un sovrapporsi di ritmi e controritmi, fino alla consapevolezza ludica racchiusa nella felicità che vuole esprimere. In fondo, la funzione del gioco inteso come spazio dove suonare e sperimentare, diventa la formula nuova sopra cui incidere una forma di creatività spontanea, a volte spiazzante, ma tutta predisposta per infondere gioia nell’ascoltatore. Difficile trovare dei termini di paragone, perché nonostante certe escursioni nel kraut, quello che balza subito all’orecchio è proprio il concetto di andare oltre, per non essere assimilabili. Certo, un retrogusto pop viene inserito per dare agio ai fruitori; le melodie di mischiano con la forza sincopata delle chitarre; la scelta di unire sprazzi di sperimentazione a generi più accessibili, creano un tessuto molto particolare dove certi livelli di ascolto variano dall’originalità alla novità, fino a sciogliere ogni dubbio.  Voto 7

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Mythic Sunship – Light Flux

MYTHIC SUNSHIP
Light / Flux

La bravura e la grandezza di questa band danese ha ormai superato i confini dell’underground, riuscendo a pubblicare un album più bello dell’altro, e quest’ultimo ne è la conferma lampante, tutto vissuto sovrapponendo suoni ad altri suoni, riuscendo a sposare una psichedelia acida e scorrevole, con melodie per niente banali, anzi, nonostante lo stile tipo jam, il tutto risulta piacevole fino all’esaltazione. Tra l’altro, da quando in formazione si è aggiunto il sax di Søren Lyhne Skovoltre, alla sperimentazione tipicamente krautrock, si è aggiunta una variante acid-jazz che fondamentalmente è più indicata all’origine del nome, derivato dall’unione di due capisaldi del free-jazzSun Ra’s Of Mythic Worlds e Coltrane’s Sun Ship, i quali emergono dirompenti dentro queste divagazioni sonore dall’impatto delicato e trascinante.
Confrontando queste tracce con quelle degli album precedenti, c’è più compostezza formale, nonostante il fluidificare quasi magmatico del sound, nel senso che l’improvvisazione è più controllata, delineando tutti i confini delle strutture musicali, e proprio per questo diventano bellissime all’ascolto fino al delirio puro. D’altronde, ogni tanto, bisogna pur lasciarsi andare. Altro botto… Voto 9

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Lost in Kiev – Rupture

LOST IN KIEV
Rapture

Ora, dopo tanto rumore, abbiamo bisogno delle sue conseguenze per un’analisi radicale sul nostro futuro, ed ecco che questo gruppo francese fa al caso nostro. Provenienti da Parigi creano in tessuto tipicamente post-rock dove l’elettronica diventa il medium di un messaggio anche sociale se vogliamo, infatti, al di là dall’impatto tipicamente strumentale ogni traccia è sempre una denuncia verso le problematiche attuali; non è casuale che la valenza ambientalista nasce proprio dentro queste melodie, fino a strutturare la completezza dell’album. Tutti i pezzi sono una continua progressione sonora, in cui, dopo gli inizi appena accennati, continuano attraverso un’amplificazione ridondante, fatta di bordoni e impennate liriche ripetute fino all’esaltazione, anche se il retrogusto dell’opera rimane nella meraviglia che ci circonda. Si sottoscrive un fascino che vuole impressionare e nello stesso tempo annichilire l’ascoltatore, proprio per trascinarlo nella fonte del problema vicino alla catastrofe, sempre imminente e sempre sopra di noi se continuiamo a distruggere questo pianeta.  Un’ipotesi troppo vicina a noi e descritta dalla musica lasciata scivolare dentro la potenza espressiva di questi suoni, dolcissimi e terribili nello stesso tempo. Voto 7,5

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Solanhum – Rostratum

SOLANHUM
Rostratum

Calato a piene mani dentro un desert-rock straripante, questo duo messicano, si lascia andare a una forma psichedelica quasi catartica, la quale risente delle atmosfere infuocate alla ricerca del peyote più succoso, pronti per un viaggio allucinato lungo queste pianure assolate cariche di pathos. Man mano che l’album si avventura dentro questo trip lisergico, la forma e l’impatto scivolano verso i ritmi tambureggianti di un heavy-rock e di uno stoner sempre più pesanti, travolgendo ogni cosa. Sembra proprio che, già dal nome della band, derivato da una pianta spontanea originaria di quelle zone, le visioni diventino via via sempre più accentuate, come se una deriva acida portasse l’ascoltatore nei vortici inarrestabili e perduti nelle fumerie d’oppio di antica memoria. Forse, il respiro lirico esploso in questa metamorfosi fra polvere e musica, miraggi e accordi lacerati, ritmi e sete, tanta sete, non fa altro che inneggiare alla libertà d’espressione dove la vita fa prendere forma delle nostre illusioni, e proprio per questo immaginarle reali. Voto 8

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Solar Corona – Pace
SOLAR CORONA
Pace

Dal Messico passiamo al Portogallo come una sorta di passaggio di testimone, nel senso che, le divagazioni lisergiche, in questo caso si spostano verso dinamiche più fluide. La base ritmica è ripetitiva, monotona, quasi a voler dilatare lo stesso riff oltre i limiti consentiti, mentre il resto della band s’incorpora sul motivo scandito continuamente. Tutte le tracce vibrano intorno a un’essenza bipolare, come se mettere insieme tutta l’improvvisazione intorno a una base razionale fosse la cifra stilistica da seguire, marchiando la scena. Alle fine la messinscena si propone di adattarsi intorno al registro che l’ha generato diventando quasi ambient, appena in tempo per dare respiro alle pareti che si stanno sciogliendo, e che, facendo parte della stessa soluzione teatrale, formano un corpo unico con l’ascoltatore, tra sogno e realtà. Voto 7

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Da Captain Trips – Maths of the Elements
DA CAPTAIN TRIPS
Maths of the Elements

Arriviamo in Italia, per dare voce a una band molto interessante, la quale riesce a tradurre un substrato prog, nella dimensione trasversale di un post-rock alternativo, capace d’interagire pienamente con le tematiche espresse. Non è casuale infatti percepire le ragioni di questa performance, capace d’identificare tutti i suoni con l’espressività della natura, attraverso la figura dello sciamano-uomo-scienziato: colui che possiede il dono della sinergia con l’universo, e che ha la capacità di donare la sua profezia a chi è abbastanza aperto per capire il significato di questa energia. Diventa a tutti gli effetti un viaggio dentro la consapevolezza, la quale fa esistere una forma di contatto con tutte le cose che ci circondano, e come tali non si devono alterare insieme al loro eterno equilibrio. Il sound è molto fluido, appagante, anche carezzevole se vogliamo, perché tutte le tracce scorrono attraversando partiture cosmiche dal retrogusto onirico, mentre nello stesso tempo si aprono a orizzonti più terrestri, mettendo in contatto i due mondi. Si ha proprio la percezione d’immergersi in una densità dove possiamo fluttuare, galleggiando nelle dimensioni del nostro spirito e come tale, aperto ad ogni elemento vitale. Voto 8,5

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Klaus Schulze - Deus Arrakis

KLAUS SCHULZE
Deus Arrakis

Concludiamo con un gigante dell’elettronica: quel “corriere cosmico” scomparso due anni fa e che ha fatto la storia della musica e del krautrock passando per gruppi mitici come i Tangerine Dream e gli Ash Ra Tempel, per poi proseguire una carriera solista impressionante, degna di un musicista e sperimentatore moderno. Questo suo ultimo album, pubblicato postumo per volere della sua famiglia, non è altro che l’ipotetica colonna sonora del film “Dune”, partitura che il nostro eroe aveva già pensato e riarrangiato più volte, non tanto per la pellicola stessa, ma per una sua esigenza derivata dall’amore del libro di Frank Herbert. Non è casuale infatti che le riduzioni cinematografiche lo avevano sempre deluso e come tali non adatte alla sua espressività, pubblicata in parte nel ’79 con l’album “X“, ma poi messe in disparte e riprese a tratti, fino al remake di Denis Villeneuve che gli ha fatto riaccendere la scintilla. Sostanzialmente è proprio adatto a un impianto del genere, perché la varie suite suddivise in parti numerate, sono in effetti dei quadri affascinanti adatti proprio per illustrare una sceneggiatura così eterea, fra space e new-age. Siamo proiettati in un universo lontanissimo da noi, ma talmente vicino da lasciarci allibiti per tanta dolcezza e tanta bellezza, facendo del creato il lungometraggio più vicino alla nostra anima.
Vista la caratura del personaggio non volevo dare una valutazione, ma per un premio alla carriera possiamo sbilanciarci. Voto 10

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Bene, abbiamo terminato questo giro passando per varie parti del mondo, assimilando e gustando le varie interpretazioni di un genere che non finisce mai di stancare, almeno a me che lo seguo con regolarità. Poi, se vogliamo gustare insieme un bel cocktail, dovete solo chiedere, sono qui soprattutto per quello…
Salute ragazzi!

il Barman del Club

10 Comments on “LA FASCINAZIONE PSICHEDELICA – Ottimi album pubblicati in questi ultimi mesi del 2022

  1. Da parecchio non ero interessato alla musica cosiddetta psichedelica; ma come e altre volte accaduto seguendo i tuoi – suggerimenti – ho scoperto gruppi importanti. Devo dire che tra le tue attuali proposte ci sono due o tre formazioni che entrano a pieno titolo nel mio mondo: grazie pertanto. Ma dando seguito al linguaggio musicale del tuo post mi permetto di avanzare una proposta: sono quattro ragazze argentine, due chitarre, basso e batteria e si fanno chiamare Fin Del Mundo. Sono state ospitate su KEXP e stanno ancora preparando un loro primo album.

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  2. Ci ho messo un bel po’ ad ascoltarli tutti, con la psichedelica da tempo non ho contatti stretti. Piacevolissime sorprese invece. Eccole, senza ordine di preferenza: Samsara blues Experiment, Mythic Sunship, Lost in Kiev, Solar Corona, Klaus Schulze, ma buone anche le altre proposte. Sei sempre il mio consulente musicale preferito. Grazie mille.

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  3. Pingback: i migliori album del 2022 – per l’Intonation Cocktail Club 432 – Intonations Cocktail Club 432

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