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Ritorniamo a parlare di musica bevendo alcuni ottimi album usciti in questi ultimi mesi del 2022, e che hanno come caratteristica una certa predilezione per la melodia, nel senso che la forma canzone crea suggestioni particolari, trasfigurando una versione di pop alternativo in una serie di canzoni molto belle d’ascoltare. 

rock&melodia - ottimi album ultimi mesi 2022

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RosGos – Circles

ROSGOS
Circles

Questo bellissimo album del cantautore italiano Maurizio Maiani in arte RosGos, vuole sintetizzare una discesa all’inferno ripercorrendo più che il viaggio di Dante, una sua versione dei luoghi in questione, attraverso la rappresentazione dei peccati che investono l’uomo. Inoltre, utilizzando un’elettronica dark-wave e un cantato vicino alle inflessioni che hanno fatto la fortuna di Mark Lanegan, si genera un racconto oscuro quanto basta per ammaliare un ascoltatore attento. Il retrogusto industrial non fa altro che aggiungere un fascino tenebroso a tutta la teatralità che, via via, ci risucchia dentro questi luoghi della dannazione, per poi liberarci cercando di comunicarci l’assoluta somiglianza fra questo mondo infernale e il nostro, in cui un’umanità senza scrupoli non  fa altro che innescare altre fiamme intorno a noi. Il cantato quasi monocorde non fa altro che prenderci per mano, come se Virgilio sia l’alter-ego di noi stessi, spesso indecisi da che parte stare, e proprio per questo in eterna penitenza.
Voto 8

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Weyes Blood – And In the Darkness, Hearts Aglow

WEYES BLOOD
And In the Darkness, Hearts Aglow

Non c’è niente da fare, quando la classe di un’interprete lampeggia al primo accenno del cantato, e si evidenzia traccia dopo traccia sottolineando la prima impressione, ci si trova di fronte immediatamente alla rappresentazione della bellezza. Quest’artista di Santa Monica il cui vero nome all’anagrafe è Natalie Mering, non solo ha seminato per strada una serie di capolavori indiscutibili, ma aggiunge alla sua carriera un’altra gemna da incorniciare. Con un fraseggio tipico della commissione fra jazz e pop, vicino se vogliamo alla Joni Mitchell di “Turbolent Indigo“, la sua voce un po’ eterea e in po’ malinconica, ci narra della vulnerabilità del nostro cuore in questa epoca di social-network troppo inseriti nella nostra privacy.  L’eleganza della narrazione non fa altro che accentuare questa disamina spiazzante fra la dolcezza delle note e la critica sarcastica dei testi, come se uno smarrimento inconscio ci avvolgesse senza speranza. Ogni dolore viene filtrato attraverso una strumentazione classicheggiante e un incedere folk-soul che ci lascia attoniti fino al punto da chiederci intimamente dove stiamo andando. Inoltre, avendo collaborato l’altro ieri con John Cale e oggi con Jonahan Rado, Rich e Clair Farin, dimostra la sua propensione per lavori preziosi alternativi, densi di spessore intorno a una  visione d’insieme accattivante. 
Voto 8

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Laura Loriga – Vever

LAURA LORIGA
Vever

Se dobbiamo scegliere una cantautrice italiana fra i migliori dischi dell’anno, sicuramente quest’artista di Bologna va presa in considerazione, perché questo suo ultimo lavoro è una meraviglia assoluta. Costruito sopra una trama minimale delicatissima, leggera quanto basta da elevarsi fra sogno e realtà, ogni canzone ci accarezza con dei gesti sempre a metà fra sensualità e disincanto, come se la magia di un evento leggerissimo fosse un flusso ipnotico in cui perdersi. Ogni episodio trasfigura tutto il fascino della rappresentazione, inserendosi attraverso un dream-folk di ricerca contaminandosi con richiami verso figure come Agnes Obel, Sibylle Baier o Jenny Hval. Tra l’altro l’assoluta professionalità dei suoi collaboratori (che per problemi di spazio non cito) divisi tra la nostra penisola e l’America, dove ora risiede, dimostra la sua voglia di viaggiare in alto, proprio per realizzare opere non comuni. Il risultato è eccezionale, il quale sembra volerci prendere per mano, ma in realtà ci ondeggia davanti invitandoci a seguirlo per fondersi con lui, anzi, dentro e intorno a lei.
Voto 9

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Preoccupations – Arrangements

PREOCCUPATION
Arrangements

Questo quartetto canadese si era fatto conoscere al mondo con il nome di Viet Cong, che poi cambiarono per problemi di boicottaggio, d’altronde, il business statunitense è sempre colmo e circondato da ogni tipo di ipocrisie. Sta di fatto che i nostri eroi  modifiando la loro sigla, hanno continuato nel proseguire i loro ideali, soprattutto musicali, girando intorno ad una post-wave dal fascino indiscusso, come se l’ombra dei Wire, insieme ai fantasmi dei Joy Division fossero li ad aspettarli per un abbraccio condiviso. Poi è chiaro, se qualcuno vuole scomodare Cure e Killing Joke può farlo, ma la loro poetica vive dentro una ritmica continua, sempre in equilibrio fra melodia e forzature violente sotto controllo, proprio per non andare oltre i recinti dell’orecchiabile, come se lo stridore dei loro primi lavori avesse preso il posto a una rassegnazione necessaria. Il risultato è ruffiano quanto basta per sentirsi degno dei suoi percorsi elettrici, dove il groove s’infiamna ad ogni passaggio, e la sua forma-canzone diventa coinvolgente fino all’esaltazione.
Voto 7,5

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DoomCannon – Renaissance

DOOMCANNON
Renaissance

Questo sassofonista londinese opera attraverso un jazz sperimentale in maniera molto raffinata, e struttura un album pieno di ottimismo, il quale, supera i confini stessi del suo genere per stratificarsi nelle linee melodiche che l’accompagnano. Ogni traccia è un gioiellino che sovrappone molti linguaggi fino a identificarsi nella voce del suo strumento, come se l’ampiezza dei confini spaziassero oltre una tradizione apparentemente consueta. È proprio questa la particolarità della sua ricerca, perché, nonostante al primo orecchio sembrerebbe un’insieme di melodie appartenenti ad una storia classica, in realtà tutto si modifica intorno ai colori di una modernità sempre in evoluzione, rimanendo bilanciata dentro una fruibilità molto gradevole, coinvolgendo tutta l’orchestrazione. Bellissimo esempio di come anche con l’avanguardia si possa fare una musica piacevole, molto vicina a noi.
Voto 8

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Makaya McCraven – In These Times

MAKAYA McCRAVEN
In These Times

Altro disco di jazz dall’impianto apparentemente fruibile, ma la sua essenza è un caleidoscopio multiforme dalle innumerevoli sfumature sempre in movimento, e sempre vive nella sua anima primordiale. Questo percussionista di Chicago originario del New Jersey è riuscito a coniugare la sua ricerca insieme a stili più attuali, come se anche l’hip-hop fosse necessario per comprendere certe finestre aperte davanti ai panorami che si modificano oltre la nostra vista. Poi, se ogni loop apparentemente comunicativo fosse messo proprio intorno alla maestria di un’esecuzione, è perché il lavoro di produzione sovraincide molte delle nostre impressioni, sia sociali  e sia musicali. Proprio per questo tutte le tracce trasmettono la qualità di un lavoro notevole, dove anche il jazz si colloca al centro dell’orchestrazione, come a raggruppare tutte le metodiche che via via si affiancano alla genesi dell’inizio, ma che poi prendono una strada propria spaziando all’inverosimile. Bellissimo esempio di come la musica possa interagire con tutto l’universo possibile.
Voto 8

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Jasmine Rose – Metamosphosis

JASMINE ROSE
Metamorphosis

Questa cantautrice gallese sfodera un album denso di romanticismo e di poesia insieme a una manciata di canzoni, le quali, dimostrano tutte le particolarità della sua interpretazione, ricchissima di sfumature. Tutte le tracce sono da apprezzare per via della loro originalità e per una linea melodica molto interessante, per niente banale, anzi, quello che stupisce è proprio la commistione fra la loro fruibilità e nello stesso tempo, la loro bellezza nei passaggi ricchi di elementi fuori dal comune. In realtà, quando il pop si sposa con elementi blues, jazz o soul che dir si voglia, e nello stesso tempo li si veste con una struttura armoniosamente perfetta, basta portare in primo piano tutta la dolcezza della propria anima per visualizzare l’energia che abbiamo intorno, e proprio per questo, cantarla al mondo come un sussurro a lui dedicato.
Voto 8,5

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Vieux Farka Tourè & Khruangbin – Ali

VIEUX FARKA TOURÈ & KHRUANGBIN
Ali

Ogni tanto, fare un viaggio musicale dentro le terre del Mali, diventa proprio un’immersione totale insieme al fascino che certe sonorità provocano nell’animo di ognuno di noi. Ecco che questo disco nato dalla collaborazione del figlio della leggenda Ali Farka Tourè insieme al trio di Houston, rievocano un periodo in cui le sabbie del Sahara si sposarono con il blues ipnotico dei Tuareg. È chiaro che la rielaborazione e dei brani di un padre così importante, diventa il pretesto per avvicinarci, non solo a delle sonorità più europee o americane se vogliamo, ma alla consapevolezza che, portando in primo piano il ricordo di questo gigante, tutto ritorna amplificato insieme agli applausi che il mondo devotamente ne è debitore. Queste chitarre non hanno eguali con altri stili, sparsi a pieno titolo nel continente africano, e certi ritmi rimarranno nella nostra memoria come l’album che questo protagonista indiscusso fece insieme  Ry Cooder. Ora, di vento ne è passato sopra queste latitudini, e sentirlo vibrare ancora non può che provocare un’immensa emozione. Voto 8,5

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Heilung – Drif

HEILUNG
Drift

Con questo album ci troviamo immersi in un mondo primordiale, mistico e ancestrale, dove certi rituali facevano parte di una realtà tribale, strettamente connessa con le dinamiche di una quotidianità vicina al rapporto uomo-natura-divinità. Questo collettivo tedesco-danese-norvegese, rielabora la tradizione celtica nordeuropea allargandola agli echi di molte civiltà, quando i riti di iniziazione alla vita erano un modo sciamanico per affrontare il buio e il mistero che si celava davanti agli occhi di un’umanità indifesa e ignara delle sue enormi possibilità. Tutto si sviluppa come una danza oscura e ipnotica dalle tinte animalesche, in cui tutti i presenti sono coinvolti insieme a un’allucinazione collettiva, offuscati dalle droghe e dal fumo che si eleva intorno ai falò talmente alti da raggiungere la luna. Inoltre proprio quest’anno, anche l’ensemble italiano dei Mai Mai Mai ha affrontato tematiche del genere legandosi strettamente alla realtà mediterranea; evidentemente, ci sentiamo tanto affascinati dal mistero da farlo diventare opera d’arte. 
Voto 7

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Come_Cose – Un meraviglioso modo di salvarsi

COME_COSE
Un meraviglioso modo di salvarsi

Concludiamo con qualcosa di più leggero, o almeno, con un duo italiano apparentemente legato a una certa tradizione sanremese, ma che in realtà riesce nella sua semplicità, a tradurre un modo di esprimersi diretto con dei testi intelligenti e un sound accattivante, il quale, nell’alternanza delle voci risulta piacevole. Francesca California e Fausto Lama non cercano soluzioni elaborate o alternative, rimanendo legati alle suggestioni di una scelta melodica radiofonica che potremmo definire da automobile, ma evidentemente la loro poetica quotidiana che miscela pop e rap senza troppi fronzoli, si appropria di uno spazio minimale che alla fine funziona. Personalmente sono convinto che potrebbero osare di più, perché le capacità percettive le hanno, e in fondo, tutte le canzoni trasmettono modi e disagi di tutti noi, senza entrare in una labirintica forzatura della creatività, scegliendo la piacevolezza alla elaborazione complessa, e l’album scivola benissimo traccia dopo traccia. Sostanzialmente, se alla base di una musica si rimane vicini con un cocktail da sorseggiare per due chiacchiere salvagiornata, va tutto bene, e noi, nel sentirci rilassati, ordineremmo un altro giro. 
Voto 7

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Bene, abbiamo terminato quest’altra carrellata di album nell’attesa che l’anno nuovo continui a deliziarci come sempre. Mentre noi, tra un bicchiere e l’altro, continueremo musicalmente nel valorizzare la nostra vita insieme a tantissimi altri dischi come questi…
Salute ragazzi!

il Barman del Club

15 Comments on “ROCK & MELODIA – Ottimi album pubblicati in questi ultimi mesi del 2022

    • Benjamin Clementine avrebbe bisogno un articolo tutto suo e non dieci righe, però a mio avviso (e non so se sei d’accordo anche tu), dopo un primo disco straordinario, sia il secondo che questo terzo, sono troppo ricchi di arrangiamenti da farli risultare pomposi e stucchevoli, il che contrasta con la bellezza delle sue storia e la meraviglia della sua voce. Tante volte certi produttori vogliono esagerare nel vestire un prodotto, il quale invece avrebbe bisogno di più semplicità intorno a un interprete valido come questo artista britannico. Vabbè, accettiamolo così…

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  1. Pingback: i migliori album del 2022 – per l’Intonation Cocktail Club 432 – Intonations Cocktail Club 432

  2. Sono indietro con molta musica da te pubblicata, il tempo a disposizione diminuisce sempre di più mentre aumenta la qualità e quantità delle tue proposte! Ogni tanto vengo, prendo un album e me ne vado ad ascoltarlo 🙂
    Ecco, ora ho finito la carrellata di dischi di questo post.
    Innanzitutto RosGos, piacevole sorpresa, bel disco. Laura Lorigs, straordinaria. Makays McCraven, interessante. Bel video e ottimo album di Vieux Farka Tourè ,& Khruangbin (mi sembra si scriva così). Questi i preferiti ma bravi tutti e bella musica da ascoltare.
    Grazie, Barman. Fai un ottimo lavoro, che ti deve costare anche un grosso impegno.
    Brindo a te e alla musica.

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