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Non avevo mai parlato di questo gruppo originario di Hoboken, piccola cittadina del New Jersey, anche se in un certo periodo della mia crescita artistica, l’ho amato molto, perché, ritengo album come “Ride the Tiger“; “I Can Hear The Heart Beating As One“; “I’m Not Afraid Of You And I Will Beat Your Ass“, imprescindibili per qualsiasi musicologo; anche se consiglio la raccolta “Prisoners of Love – A Smattering og Scintillating Senescent Songs 1985 / 2033“, veramente bella per chiunque voglia conoscere questa band dagli inizi fino alla sua maturazione. Diventa quasi naturale parlare del loro ultimo lavoro, il quale è riuscito a coniugare l’irruenza dei loro esordi con la quiete della loro maturità, mantenendosi sempre in equilibrio con le dinamiche di una carriera ormai quarantennale.

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This Stupid World è un album particolare, perennemente diviso fra le contraddizioni accennate nel titolo, per poi sviscerarsi traccia dopo traccia, sottolineando la denuncia e la rassegnazione che dividono il nostro pianeta con un sound tipico della loro matrice creativa. Quello che colpisce è proprio l’alternanza fra melodia e rumore, quasi a voler sottolineare sia le bellezze e sia le brutture che fanno da cornice alla nostra vita. Colpisce anche quella linea decostruttiva, la quale vuole sintetizzare in pochi accordi un percorso accompagnato a volte da una stratificazione noise di fondo, e a volte dalla fascinazione che la poesia crea intorno a un indie-rock per niente esagerato.

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Non è casuale che tutte le canzoni alternano momenti di rabbia a momenti meditativi, giusto il tempo per identificarsi nei loro sentimenti più sinceri, per niente contaminati. Contaminato è invece questo pianeta azzurro, che i nostri eroi decantano senza mai arrivare all’invettiva, utilizzando un rock con tutte le sue sfaccettature: dal folk alla sperimentazione, dalla new-age alle derive kraut. Nonostante tutto però, il complesso è molto omogeneo e in alcuni momenti anche raffinato, costruito proprio sull’eleganza della narrazione fra immagini testuali e combinazioni ritmiche, fra parola ed elaborazione musicale. Tra l’altro, se l’equilibrio fra melodia e rumore è reso possibile dalla loro predisposizione a calmare il tutto, anche noi ne usciamo rigenerati.

Link traccia d’ascolto
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Il risultato finale conduce l’ascoltatore attraverso una piacevolezza particolare, in cui le visioni oniriche si alternano piano piano, come se l’impianto sognante fosse proprio interpretato nella sua dimensione filtrata dalle sovrapposizioni della memoria. Ecco che tutta la musica vive di questa messinscena particolare, giostrata negli spazi dove tutto può essere nitido ma nello stesso tempo alterato da una forma visuale di sottofondo. Le note accarezzate, il rumore, gli accenni delicati, la forza della suggestione, i ritmi ripetuti fino allo sfinimento e il retrogusto lirico, sono tutti componenti che vivono di luce propria per poi condividersi la scena, diventando una forma unica in cui ognuno di noi può sognare la speranza, anche se l’incubo è sempre dietro l’angolo.

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Tutte le foto sono prese dal web

Gli Yo La Tengo, termine derivato da un gergo spagnolo che potremmo tradurre come “tengo io la palla”, tipico nel mondo del baseball, ritornano sulle scene con un lavoro denso di significati, in cui la nostra resistenza è sempre messa alla prova, ma come ogni volta la risposta artistica è perennemente in prima linea per identificarsi nella salvezza.
Salute ragazzi!

il Barman del Club

24 Comments on “Yo La Tengo – This Stupid World

  1. Loro sono un gruppo davvero bizzarro, forse nella mia testa e basta 🙂 però li ho sempre visti come uno di quei gruppi avulsi da qualsiasi ricerca di nome o fama, credo siano un bell’esempio di Musica. Non li ho mai ascoltati molto, spizzichi e bocconi nei decenni, ricordo And Then Nothing Turned Itself Inside Out, questo album, tra l’altro un semplicissimo quanto onesto titolo 😀 non l’avevo ancora ascoltato, ho dato ora grazie alla tua recensione un primo ascolto ad alcuni brani; in qualche modo le sonorità, quella “scanzonatezza conzonatissima”mi hanno riportato alle sensazioni sature e fluttuanti dei Dinosaur Jr (J Mascis) quindi sarebbe ottimo. Ciao Barman, complimenti come sempre per le tue selezioni e le tue parole musicali…sempre ben accordate 😉

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  2. Non li ho mai amati particolarmente, all’inizio la loro musica mi “prendeva”, ma poi mi sono risultati ripetitivi (forse per un ascolto superficiale) e così li ho abbandonati. Però questo disco non mi sembra per niente male, lo ascolterò tutto.
    Sempre in debito, fratello.

    Piace a 1 persona

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