PIOGGIA GELIDA
(Lamento di un pupazzo di neve)

Non posso che assimilare torture
mentre il tempo spacca il silenzio
luce divelta dalle urla
paragoni che si intrecciano
sul viso sfatto
lacerato dai tagli delle chiacchiere
come se il passato
fosse solo un’ invenzione

La decomposizione delle forme
aumentava la paure
che più profonde ho colto

trasfigurate come sagome di facce
nei luoghi aperti dell’ immobilità
nei deserti chiusi
dove ognuno ha una colpa da nascondere
Ma
è alle sue origini che voglio tornare
degustando la vertigine che affiora
e che ormai troppo spazio ha aperto
Eppure
ogni mattina mi adagio
a rintracciare echi
di inganni e di massacri
a sciogliere insieme alla mia pelle
voci confuse e note
e bombe termonucleari
dentro alla chiusura di una palpebra

Tra tutte le voci del giorno
lento svanirà
il solitario tormento

fioco monologo perduto nell’ alba
pronto a lacerare la prossima luna

grido mannaro
che ripopola gli squarci
come se l’ acqua fosse
un rigagnolo di sangue

Antonio Bianchetti

da Esilio di sicurezza – Lampidistampa editore

4 Comments on “NON E’ ANCORA INVERNO

  1. Eppure
    ogni mattina mi adagio
    HA rintracciare echi

    c’è un re-fuso,capita ogni tanto,colano giù dal gran pentolone delle sillabe,le acca siccome si aspirano,vanno e vengono che è un piacere e, a volte, quando c’è bassa pressione, si vedono. Grazie Antonio(?)

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    • grazie a te… (!) Io non sono un gran correttore di bozze, anzi, quando la notte prende il sopravvento è lei a comandare, o se preferisci a vincere. Ho una serie infinita di aneddoti sugli errori lasciati per strada nei libri che ho pubblicato con i miei amici, anche divertenti, nonostante ci fossero 3 teste a controllare il tutto, 6 occhi a scrutare il tavolo di lavoro. Cosa vuoi farci, siamo esseri deboli e ci perdiamo dentro ad una lettera muta…

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  2. sapessi quanti ne faccio, ultimamente scrivendo al computer mi sembra d’essere dislessica,però capita anche spesso che l’errore mi apra lo sguardo su un altro scenario di quella nuova parola che affiora e…spesso cambio rotta! fernanda f.

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    • come ho sempre sostenuto è sempre il caso a guidare il nostro destino o le nostre scelte, per disegnare le nostre mappe incomplete e spesso, come è già avvenuto, uno sbaglio di rotta ci può far scoprire un continente nuovo.
      Qualcuno sostiene che un capolavoro per essere tale deve contenere degli errori (te lo giuro non me la sto tirando, anche perché il letteratura non dovrebbero esserci); la perfezione nell’ imperfezione. D’altronde lo ha detto anche Rodari, proprio nel “Libro degli errori”: come sarebbe conosciuta oggi la torre di Pisa se non l’ avessero costruita storta ?

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