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Ci sono libri di poesie che vanno oltre la loro stessa idea di scrittura, non tanto perché vogliono celebrare una ricerca originale del testo, e nemmeno una forma di avanguardia letteraria vicina a esperimenti noti, ma sostanzialmente per il puro gioco dentro se stessi, completando un percorso fatto di continui rimandi e controrimandi, là, dove l’artista sfoga una libertà inusuale. È il caso di questa “Post Punk Opera” (Nulla Die Edizioni) di Cinzia Milite: un libro di poesie diverso dagli altri proprio per un impatto dove centra si la musica, ma come ho anticipato, si vuole andare oltre, anche semplicemente, anche naturalmente.

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Già dal formato del libro si evince un volersi rifare al 45 giri come pezzo singolo, un incontro che la storia delle sette note ha avuto in un certo periodo dove la furia iconoclasta voleva cancellare il passato per un rinnovamento repentino, poi continuato nel cosiddetto “post”, forse più saggiamente a livello culturale. La poesia però ha dentro di sé una valenza superiore, non tanto perché il testo o la parola in questo caso sono protagoniste, ma perché il desiderio di dire prende il sopravvento su tutti i fronti. D’accordo, ci sono un’alternanza di foto bellissime che danno a questo volume quel qualcosa in più, anche se alla fine emergono solo le frasi, delicate e forsennate, meditate e cementate, prese a schiaffi e accarezzate. La poesia di Cinzia Milite vive di queste declamazioni  che analizzano temi esistenziali attraverso un percorso sincero, fatto di tappe e di appostamenti, nel senso di un’attesa prima della tempesta. Eppure, la valenza femminile formula su tutti i fronti un’analisi e una meditazione: un’opera appunto sui veri elementi della vita, magari punk, magari post, ma sempre vivi, e questo forse è il senso che voleva far emergere la musica. Ribellione e conformismo si sovrappongono per annullarsi a vicenda, in un presente dove l’individuo ha perso tutto, meno appunto la parola, e proprio da lei bisogna ricominciare.

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Poesie di Cinzia Milite
da: “Post Punk Opera

Siamo sconosciuti
provenienti dallo stesso posto
Con un bagaglio
di rigide convenzioni
saliamo su una ruota
che gira troppo veloce
sempre troppo giovani
per sapere che cosa fare

***

Ovunque ci sono poesie
che chiedono di essere scritte
Sono promesse
bisbigliate
ad un orecchio al buio
Varrebbe la pena
di lasciare noi stessi
per vedere
cosa si trova
un passo più in là

***

Se solo avessi voluto
avrei potuto ripagare il destino
con la sua moneta
Così sarebbero potute andare le cose
se non fossi altro
che una ribelle senza causa

***

Quando tocca a te
non puoi far finta di niente
In questo circo itinerante
siamo animali in cattività
per divertire le folle
nascosti dietro uno sbiadito
velo di pudore

***

Ordinatamente in fila
attendiamo
il nostro momento di gloria
Soldati mandati al massacro
gli occhi rivolti verso l’altro
alla ricerca della Luce perduta
e dell’ultima
possibile
via di fuga

***

Quant’è difficile capire
perché alcuni
fanno quello che fanno
È stato un errore fin dall’inizio
trascurare
il modo cui fanno pesare
il loro essere nel giusto
La solitudine a volte
può diventare un bene di lusso

***

Mi puoi trovare là
nelle retrovie
tra i sopravvissuti
alla riga finale di un calcolo
fatto senza consultarli
ad imparare che la favola
non è altro che
la storia
di qualcuno che resiste

***

Nascondere i tormenti
con pudore
pur di ritrovarmi
dietro un ultimo sorriso
ha fatto di me
un monumento
che ho eretto
e che ora
sono costretta
a buttare giù

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tutte le foto sono tratte dal libro “Post Punk Opera”

È un libro sicuramente da avere, solo per il gusto di immergersi nella totalità che trasmette, fino alla certezza che ognuno di noi dovrebbe conservare per un attimo di riflessione, perché come ci dice l’autrice, i versi sono intrisi di amare consapevolezze, suggerendo che l’individuo non è indipendente, ma è immerso in un sistema-spettacolo dove l’utopia di essere puri non è concepibile.
Salute ragazzi!

il Barman del Club

19 Comments on “Cinzia Milite – Post Punk Opera

  1. Davvero molto interessante. Le tue parole, come sempre del resto, rendono giustizia e chiarezza ad un’opera che è pregna di un significato umano così profondo che spesso non viene colto, o trascurato.

    “Nascondere i tormenti
    con pudore
    pur di ritrovarmi
    dietro un ultimo sorriso
    ha fatto di me
    un monumento
    che ho eretto
    e che ora
    sono costretta
    a buttare giù”

    L’essenza Post Punk più intima e realista.
    Fotografie molte belle, in particolare quella che hai messo in evidenza è ai miei occhi davvero splendida.
    Grazie Antonio 🙂

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  2. Per caso ho saputo della tua assenza.

    Mi spiace molto, moltissimo anche se non ci siamo mai visti ti ho conosciuto attraverso il blog come persona sensibile e gentile.

    Che la terra ti sia lieve Antonio.

    .marta

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