paolo-benvegnu-e-inutile-parlare-damore

Su questo grande cantautore milanese avevo già raccontato un aneddoto, che voglio ripetere perché ne vale la pena. Diverse estati fa passeggiavo per le vie di Como, dove, nelle varie piazzette, vista la stagione turistica, ci sono dei concerti di vario genere: dal blues al jazz, ebbene, camminando distrattamente passai vicino a un palchetto dove si esibiva un cantante, ma deciso a passare oltre (solitamente sono artisti minori) mi bloccai di colpo perché capii subito la qualità dell’esibizione, unica e straordinaria, e così ascoltai tutto il concerto. Era lui: Paolo Benvegnù che mi strego’ totalmente. Da allora ho sempre seguito i suoi progetti,  concepiti con un intelligenza e una ricerca particolare, insieme a uno stile unico e godevolissimo nello stesso tempo, come quest’ultimo.

paolo-benvegnù-1

È inutile parlare d’amore” in realtà è qualcosa che vuole andare oltre, perché,  se la ricerca di un altrove che annullerebbe tutti i nostri difetti, potrebbe rappresentare la soluzione ideale dove vivere felici, sarà sempre l’amore stesso il veicolo necessario per raggiungere una perfezione, anche se immaginaria. Tutto l’album ripercorre infatti dei momenti particolari, in cui sembra che questa nuovo tipo di società non creda più nei sentimenti più veri, o nell’irrazionale come visione di quell’utopia necessaria per raggiungere altre dimensioni, talmente pragmatico e individualista è il clima che ci circonda. Ecco che l’ironia del titolo invece ci riporta sulla strada dove l’amore diventa l’unica salvezza per un futuro complicato. Chiaramente, fin qui tutto facile, ma il difficile è come dirlo, strutturando dei testi che si avvicinano alla poesia pura e a una narrazione simile a un romanzo di formazione che vuole fare di una cultura alta qualcosa per tutti, insieme al veicolo della canzone d’autore.

Link traccia d’ascolto
Link traccia d’ascolto

Tutte le canzoni e soprattutto i testi viaggiano dentro ai contrasti di questa società tecnologica, tra perfezionismi esagerati e cannibalismi nascosti, mentre dall’altra parte esiste un mondo che si ricongiunge all’acqua come risorsa necessaria per la nostra sopravvivenza. Ma se la metafora esiste e resiste: “…rosso sangue che si trasforma in rosa” dice un passaggio lirico, il tutto ci porta alla presenza della donna e all’incanto il quale si riequilibra con la natura stessa. Ecco che, se dei pescatori di perle riemergono per toccare le stelle, il trasporto verso l’assoluto diventa un percorso che deve passare inequivocabilmente dai nostri sentimenti: l’amore appunto, e prima ancora nell’innocenza. Nel due video realizzati per l’occasione, si vede il protagonista farsi largo in un canneto che rappresenta il groviglio della quotidianità, prima di arrivare vicino a un fiume o a un mare come unica salvezza, anche se la nebbia nasconde la visione che si vorrebbe vedere per proseguire il viaggio. Una ricerca continua che non si deve fermare.

paolo-benvegnù-2

La forza dell’immaginazione è da sempre una delle note stilistiche di Paolo Benvegnù, basta leggere i titoli delle varie tracce per rendersi conto del percorso inesauribile che riesce ad unire una forma di pop impegnato con testi di altissimo livello: “Tecnica e simbolica”; “l’oceano”; “Pescatori di Perle”; “Marlene Dietrich”; “Il nostro amore indifferente”; “27/12”; “Libero”; L’origine del mondo”; “Alla disobbedienza”; attraverso una forma di eleganza tutta sua che lo caratterizza e che si trasforma attraverso una visione cinematografica la quale vive della propria narrazione, quasi fosse una sceneggiatura, fino a sublimarsi nella poetica pura. “…L’amore a volte sopravanza il sole, non lo riuscite a sentire / non vi piacciono i sogni, forse vi piace naufragare / senza nessuna dignità / e vi nutrite di paure, e di banalità / diventate incoscienti come onde del mare / e noi saremo come il vento, impossibili da decifrare / ma quando sarà il tempo, vi insegneremo nuovamente a respirare…”.

paolo benvegnù-3
Foto prese dal web

Certo: a respirare, ma questo moto sempre a cavallo fra realtà e fantasia, crudeltà e meraviglia, sviluppa un senso di appartenenza alla cose più vere di noi stessi, nonostante le nostre contraddizioni, e da lì lasciarsi andare nello spazio infinito dell’espressività musicale.
“…Sono mare e strumento, un incontro imperfetto / sono il plenilunio delle penne a sfera  / il delirio e il container, l’assoluto e il revolver / la finestra e il cortile dove brucia l’estate / l’automobile è in fiamme, come brucia il mio amore / gli astronauti perduti alla radio non si fanno sentire…”.

Il Barman del Club

9 Comments on “Paolo Benvegnù – È inutile parlare d’amore

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.