L’ altro giorno commentavo con un mio comune amico l’ultima edizione della Fiera del Libro di Como, e nel parlare più o meno della crisi (compresa quella dei libri), rimanevamo sorpresi di come molti espositori abbiano cercato di metterci una pezza sfruttando il caso editoriale dell’anno: le famose “cinquanta sfumature di… eccetera, eccetera”, della scrittrice inglese E. L. James (pseudonimo di Erika Leonard). La sorpresa stava nel fatto che di questo successo, e di questo tipo di libri, c’erano, non dico delle pile intere, ma delle vere e proprie piramidi. Ora, a parte il fatto che  il commerciante deve arrivare alla fine del mese come tutti, e quindi sfrutta le occasioni che gli capitano per guadagnare; però c’è un limite a tutto. A me è bastato leggerne alcune pagine in rete ,  per dedurre che questa  scrittrice, non solo non è capace di scrivere, ma non ha neanche molta fantasia, infatti, è molto bella la critica che ne ha fatto Beppe Severgnini, intitolando i sopracitati “romanzi”  in  “cinquanta sfumature di noia”. Che il sesso attiri da sempre la curiosità morbosa di maschietti e femminucce è ormai cosa nota però, la qualità deve sempre essere qualità, altrimenti un opera deve essere catalogata nella narrativa di genere, e non fatta passare per capolavoro letterario. Cosa volete farci, viviamo in un epoca dove tutto è dozzinale, e dove tutto è strutturato per dover piacere a tutti i costi.  Ah… !  mi vengono in mente il periodi della mia adolescenza (e questa non è nostalgia o “retromania”) quando andava di moda la saga di Emmanuelle; mi ricordo che i film non erano un gran che, ma i libri (che erano letteratura di genere) almeno erano scritti bene, e se qualcuno voleva curiosare nell’erotismo al femminile, almeno trovava di che soddisfarsi. Mi ricordo che parlai ad una mia amica de “L’antivergine”  (il secondo libro di Emmenuelle Arsan), chiaramente con l’intento di cuccarla con una “indecente” scusa letteraria (perché sapevo che le piaceva scrivere), e lei per nulla sorpresa mi rispose: ma secondo te, questa ne capisce di erotismo al femminile ?  (ne capiva, ne capiva… beata lei); e così presi la palla al balzo chiedendole di scrivere qualcosa. E lei accettò la sfida. Così io tutto gongolante, già mi pregustavo, che ne so, qualcosa tipo: Le notti licenziose di Stefany, Le calde avventure di una liceale o Il diario segreto di una giovane ninfomane, invece, questa arrivò con La saga di Emanuele: le avventure di un giovane sfigato cui non andava in porto niente (lo so, mi prendeva in giro), ed io a quel punto, integerrimo le chiesi: ma come può saperne una donna di erotismo al maschile ? (ne sapeva, ne sapeva… beata lei), e la risposta fu un grandissimo sorriso. Il problema che i racconti erano anche divertenti, ed io finii solamente per farmi quattro risate senza concludere niente. Così dovetti rimediare con qualche altra amica più disponibile anche se meno esperta, soprattutto nello scrivere (!). Cosa volete farci, quelli della mia generazione che sono passati da Le età di Lulù alla “nostra età”, dalle Histoire d’ O  alle tristi storie di questi giorni, si devono sorbire questi immeritati successi  di qualcuno o qualcuna che riesce con un’idea per nulla originale, a fare una terno al Lotto. E’ vero, il sesso “tira” sempre, infatti continuando con il filone si sono già mosse le altre case editrici che, con simil-coprtine e titoli intriganti, stanno buttando sul mercato altre storie, altri colori che ci faranno chiedere quante sono le sfumature della nostra intimità. Probabilmente aveva ragione Liala, in fondo lei, con le sue storie “rosa”, aveva il suo pubblico e tale rimaneva. Io, noi invece, siamo qui, saremmo qui a chiederci se poi in fondo queste “sfumature” sono davvero cinquanta… Non preoccupatevi, ci sarà sempre qualcuno che vi dirà: cinquanta !!??  ooooooh !!!!     Io ne conosco duemilecinquecento !!!!!!!!!!

20 Comments on “LIALA AVEVA RAGIONE – Ma… quante sono le sfumature del sesso ?

  1. Cosa intendi con “meritevoli”? Buona letteratura o funzionali allo scopo (ehm…)? Nel primo caso c’è da dubitare che il lettore soddisfatto da 50 SDG ,che così a occhio è il tipo che si ferma sempre alla punta dell’iceberg, si metta a scoprire chissà cosa.
    Nel secondo caso speriamo che si diverta e che alla sua morte lasci la sua ricca collezione alla biblioteca della parrocchia. Però che continui a vendere non è un problema. Chi compra quel libro o è comunque un lettore e quindi legge anche altro o non lo è e quindi l’editoria è riuscita a intercettare un flusso di denaro che sarebbe finito in altri settori (sexy shop, valium, stabilizzatori di mobili, scegli tu). Attendo il seguito.

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    • beh… per “meritevoli” intendo quelli che sanno scrivere: “scrivi di cosa sai” per intenderci. Esempio: la differenza tra James Ellroy e David Peace è che il primo scrive di cosa sa (ed è capace di scrivere), il secondo inventa è si vede, anzi si legge (tutt’altro genere lo so, ma è per farti capire). Liala (che è solamente un esempio stupido) aveva una sola “sfumatura di rosa”, e fortunatamente bastava quella; questa non sa neanche dove sta di casa, o forse lo sa benissimo, però se leggi queste pagine piene, anzi, ripiene di… ooooh ! aaaaa ! mmmmm ! (e ci fermiamo qui) è come quando in poesia leggi i drimm drimm, i plim plim, o i din don. Il problema è che se le vendite fossero finalizzate per finanziare gli autori veramente validi, sarebbe una cosa positiva… ma non è così. Ora mi fermo, mi fai parlare troppo, io volevo solo divertirmi… devo preparare il seguito

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      • “… ooooh! aaa! mmmmm! drimm drimm, plim plim plim, din don.”
        Sei diventato un poeta onomatopeico? Forse stai bevendo troppi cocktail, barman. Senza offesa, ricorda che dal mio pulpito si beve di tutto.

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  2. Non avendo letto il libro, ma incuriosito dal tuo intervento, sono andato a cercare informazioni in internet: ed ho trovato la trama.
    Se non ho capito male si tratta di una cui un ricchissimo manager di successo vuol far firmare un contratto, per fargliene poi d’ogni colore.
    E fin qui tutto bene.
    Quello che non mi è chiaro è cosa c’entri il sesso con la FIAT di Pomigliano d’Arco…

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    • beh… visto come Marchionne sta trattando gli operai delle fabbriche italiane, probabilmente il “sado-maso” è la prossima clausola che verrà messa sui contratti, tanto in quei posti metallo, borchie e catene non mancano di certo (la frusta la porta “Lui”…)(!)

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  3. par Stan… Hai detto che dal tuo pulpito si beve di tutto; allora ti preparo un Vampire Kiss, anzi, un Bellini… oppure, preferisci “cinquanta sfumature di rosso” ? Ma… di quello buono però !!!

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  4. preciso! la penso esattamente come te, e alle mie amiche che si sono lette il o i tomi (per curiosità, dicevano loro), ho fatto anche delle belle prediche. Ecchecavoli, leggetevi il Marchese De Sade: “Bisogna rendere gli altri felici tanto quanto noi si desidera esserlo”. E’ tutto un mondo 🙂

    il seguito al post qual’è? (aiuto!)

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    • cavoli è vero… il seguito non l’ho ancora fatto (bisogna stare attenti con le promesse).
      Va bene mi impegno per farlo, d’altronde, in questi tempi estivi dove, come dicono gli esperti, il caldo fa aumentare il testosterone, probabilmente parlare di sesso è il momento migliore… Vedrò di impegnarmi (a scrivere)

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  5. Belloooo! alle 50 sfumature preferisco il Kamasutra almeno l’ c’è da impegnarsi davvero e talune posizioni mettono davvero grande allegria.
    L’erotismo assoluto io l’ho toccato e trovato quando tredicenne ‘arrivai’ allo scaffale de L’amante di lady Chatterly. E poi c’è stata la trilogia di De Sade su Justine, L’histoire d’ O di Crepax …che ricordi tutto era nuovo ma anche ora tutto sa di nuovo, basta un profumo, un colore l’aria calda basta avere fantasia e amare l’amore.

    sheraccaldatamachedici?ilcaldodelgiorno 😉

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    • beh… Valentina è sempre Valentina e tutta la letteratura del genere aveva una valenza importante che soddisfaceva tutti i gusti, perché dalla prosa al fumetto, c’era una qualità non indifferente (e questo in tutti i campi). Ora, se vogliamo soffermarci alla fantasia e ad amare l’amore, allora, possiamo aggiungere Manara, Diderot, Cleland, e perché no Henry Miller e Anais Nin. Tra l’altro nel film Henry e June (dove accanto ai pessimi attori c’è invece una conturbante Uma Thurman che tiene in piedi tutta sola la pellicola), viene voglia proprio di fare un giro nei vari “tropici”: caldo per caldo !!!!!!!!!!!!!!!! 🙂 🙂 🙂

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