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Avevamo lasciato questa cantautrice del New Jersey, quattro anni fa con lo splendido Are We There, in uno stato di grazia, probabilmente con l’album più bello della sua carriera, e ora, giunta alla sua quinta fatica, si ripropone in una veste nuova. L’indie-folk che l’aveva caratterizzata fino a questo momento, cambia registro verso un pop-rock delicato, dove si alternano sfumature dark a sonorità più solari, colorate di elettronica quanto basta per entrare in territori sperimentali. Tutto questo però non deve trarre in inganno, perché il lavoro che c’è dietro è veramente notevole, e il produttore John Congleton è riuscito a deviare verso ricerche per niente congeniali, anzi, quella che potremmo chiamare “facile accessibilità” qui non esiste, perché c’è bisogno di diversi ascolti per assimilare tutte le fasi cromatiche di questo particolare caleidoscopio di suoni.

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Giustamente ogni artista si evolve anche per oltrepassare quelli che potrebbero essere dei suoi modelli, o per essersi innamorata di album che l’hanno colpita, come per esempio Skeleton Tree di Cave e Third dei Portishead, che pare abbia consegnato al produttore come idea di base. Ma la visione che suggestiona ogni forma d’ispirazione è senz’altro un punto di partenza importante per iniziare un viaggio nuovo: a volte non si sa dove si arriverà, o quali forme potrebbero modificare l’espressività per autoplasmarsi dentro un’apologia istintiva, la quale coordina sia l’esuberanza e sia l’intelligenza. In fondo, ci sono momenti della vita che ci riportano da altre parti, o che ci fanno desiderare altri panorami, giusto per un appagamento interiore, e si sa, la felicità è proprio una questione personale.

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D’altronde Sharon non si accontenta di poco: frequenta corsi teatrali di recitazione, collabora per comporre colonne sonore, scrive pezzi per la televisione e sceneggiature adattabili sia per graphic-novel che per serial più importanti, come “The OA” di Netflix; ha fatto un film (Strange Weather di Katherine Dieckmann); studia psicologia alla Brooklyn College  e nello stesso tempo si dedica al lavoro di mamma. Non è casuale che questo lavoro è stato composto proprio mentre era incinta, e di conseguenza è stata di sicuro influenzata da questo evento positivo, perché se il ménage familiare o la routine domestica, si alternano continuamente alle varie sovrapposizioni della vita, tutte in senso positivo, non può che nascere il sorriso, e anche la musica ne esce rinnovata.

SHARON VAN ETTEN – REMIND ME TOMORROW-2

Remind Me Tomorrow è un album vario, il quale alterna intimità personali a ritmi chiassosi, arricchiti senz’altro dalla multiforme città in cui vive, perché se New York sa essere completa nell’assorbire le dinamiche di tutti, è anche possibile che generi una voglia di correre verso ogni meta possibile. Tutte le canzoni lasciano trasparire un esito positivo al di là di ogni storia, perché la gioia è sempre stata intorno a noi e proprio intorno a noi sviluppa altre storie. Lo diceva anche un premio Nobel: basta far sporgere la testa appena fuori da Desolation Row. Se poi aggiungiamo che prima di lei, Pj Harvey, Zola Jesus, Cat Power, Annette Peacock, si erano lasciate suggestionare e ci avevano regalato altrettanti capolavori, è possibile che la nostra eroina si sia vista allo specchio delle sue maestre e come tali le ha guardate attentamente.

link traccia d’ascolto

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Un album vario dicevamo, ebbene, quando le vicende dell’amore si dondolano sull’altalena insieme alle mille luci di una metropoli così complessa e immaginifica, possono essere poco alla volta, uno dei tanti tasselli di una vicenda generale che le accomuna. Storie di donne, storie che devono uscire dagli angoli più bui per rivedere il sole, storie di persone che ce l’hanno fatta proprio perché hanno imparato a reagire, storie che si riflettono negli eccessi dei sintetizzatori, nelle tastiere che escono da ogni regola per esercitare un senso di rivolta positiva, le quali subito dopo si riappropriano della dolcezza perché la melodia è alla base della vita stessa.

SHARON VAN ETTEN – REMIND ME TOMORROW-1
tutte le foto sono prese dal web

Sharon vive il suo impegno continuo come una voglia inarrestabile, come un esercizio senza fine che non può fermare. Non è casuale che il titolo dell’album traducibile in “ricordamelo domani”, si riferisce al messaggio che il computer fa apparire per ogni aggiornamento possibile, e che l’utente digita perché nell’oggi non ha il tempo necessario. Si perché oggi, bisogna creare, e nell’atto della creazione, gioire.
Salute ragazzi…

il Barman del Club 

18 Comments on “SHARON VAN ETTEN – Remind Me Tomorrow

  1. Non è che la “facile accessibilità” sia di suo un difetto. Anzi.
    E ogni mondo ha i propri canoni di “facile accessibilità”.
    Ho provato i link traccia d’ascolto, non mi pare di aver trovato grandi ostacoli.
    Au revoir.

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  2. E chi ha detto che la “facile accessibilità” sia un difetto? Chiaramente quando si scelgono dei pezzi da far sentire si scelgono quelli più diretti per un ascolto veloce. Ma giustamente hai detto bene, è una questione di orecchie allenate…

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  3. Dopo aver ascoltato il brano “Seventeen” davvero notevole mi ha fatto venir voglia di ascoltare l’intero album e l’ho inserito in wish-list. Anche il tuo post mi è stato di aiuto per conoscere quest’ artista che in passato avevo ingiustamente ignorato. Grazie, ciao 🙂

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  4. Ottima analisi teorica sul nuovo album, che sinceramente non sono riuscito ad amare quanto il predecessore. Credo che la produzione abbia forzato troppo la mano sul cercare nuove sonorità, detto ciò lei continuerò a seguirla 🙂

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    • beh… il suo precedente era un capolavoro, e come sempre, dopo tanta qualità, è sempre difficile, non dico superare, ma eguagliare certe sonorità. Forse, proprio per questo, lei ha cercato una strada diversa, magari al momento alternativa al suo solito stile, comunque ci ha provato. Vediamo cosa ci riserva il futuro…

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  5. Ho ascoltato i tre brani, gradevoli ma non mi dicono granché. In compenso riusciresti a farmi mangiare anche un’iguana a colazione talmente sei bravo a recensire un’album .. Buona giornata, Barman caro.

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    • ti ringrazio del complimento, ma cerco di recensire album che mi piacciono e chiaramente seguo dei gusti miei. Non mi paga nessuno, tranquilla :-), in compenso sono io che vi pago da bere perché mi fate sempre felice quando faccio due chiacchiere con voi 🙂 🙂

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      • Non ne dubitavo, Bro. Ma proprio perché anche a me piace fare quattro chiacchiere al bar con te ti dicevo delle mie impressioni sentendo l’album della Van Etten. Ad entrambi piace la musica e non ci tiriamo indietro davanti a qualsiasi tipo di ascolto (se non sbaglio) e per questo ascolto sempre ciò che tu proponi .. poi il resto lo fanno il gusto, il momento, le proprie inclinazioni sonore. L’unica cosa che non ci deve mai mancare è la passione e la curiosità, e ovviamente una bella bottiglia di vodka 🙂

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