una pagina è
grande quanto
un sorso,
un
respiro prima
dell’immersione.
Mi si chiudono
le notti dentro
il palmo,
ti tocco
e sei d’inchiostro
e la schiena si
crepa, astuccio
di semi
che spingono,
che s’aprono in rami
cespuglio di dita
che mai giunge a toccare,
che taglia l’aria d’unghia.
Quando l’occhio si oscura
non cercare il calore della
mano che la palpebra abbassa,
scappa la melodia della parola,
la voce che ti sorride coi denti rifatti.
Se la lingua è mondo, e
specchio, trovatici con la pupilla
spalancata, pescaci da quel nero
quell’inchiostro che dica la parola
verticale. Alla sua ombra crescono
domande, si fa spazio
al respiro del pensare.
Non parola orizzontale che sommerge,
ma il bianco dei margini, la pausa che
copre l’assenza tra me e te.
Se l’asse cede, se la
voce affonda,
c’è qui
nell’aria, la
parola-ramo
che ci tiene.
Le poesie sono tratte “Da una crepa” di Elisa Biagini (Giulio Einaudi Editore)
Le foto si riferiscono all’installazione della colombiana Doris Salcedo
intitolata “Shibboleth”, presentata alla Tate Modern di Londra nel 2007, all’interno della
Turbine Hall.
Fondamentalmente, è sempre da una piccola crepa che nascono le fratture della nostra quotidianità, quasi a mostrare quel fragile sottosuolo che dovrebbe sostenerci, portando alla luce un’inesorabile realtà. O al contrario, è proprio da un dramma, da un improvviso risveglio, da una ferita, da uno squarcio della realtà che si apre una prospettiva nuova, o un nuovo dialogo dove confrontarsi…
01) Canned Heat – musica tossica (rock e dintorni)
02) Green Spritz – l’eterna giovinezza (gli album migliori dell’anno)
03) Drink Marketing – l’immagine prima di tutto (le copertine più belle dell’anno)
04) Mexican Sangrita – Viva Vinile! (capolavori da riscoprire)
05) On the Rock – letteratura necessaria (libri per vivere e morire)
06) Campari Shakerato – arte minima (poesia – teatro)
07) Martini Dry – agitato non mescolato (appunti di cinema)
08) Dark Angel – fantascienza oscura (film – serie tv – fumetti)
09) Old Fashioned – senza tempo (protagonisti del passato)
10) Daiquiri – per chi suona la campana (protagonisti del presente)
11) Un calice di vino – per intenditori (arte – mostre – performance)
12) Long Island Ice tea – la classe non è acqua (grandi artisti)
13) Una birra media – finalmente un sorso (esperienze divertenti)
14) Bad Breath – fiato cattivo (critica sociale)
15) Aperol Spritz – per tutti i gusti
16) Aguardiente – Parole di fuoco
17) Bronx – Tutto d’un fiato
18) Alexander – Tutti in bianco
19) Americano – Idee rubate
20) Gin Fizz – Idee fresche
21) Cuba Libre – Idee rivoluzionarie
22) Bloody Mary – Idee sanguinarie
23) Palombaro – Idee sommerse
24) Invisibile – Velvet gallows
25) Negroni – Atto di forza
26) Margarita – Doppia scelta
27) Pinacolada – Opera buffa
28) Caipiroska – Ridere per sopravvivere
29) Tequila Bum Bum – Colpi di tosse
30) Tequila Sunrise – Colpi di sole
31) Vampire Kiss – Quell’oscuro oggetto del desiderio
32) Luxuria – Vi ricordate dell’Ubalda?
33) Xantippe – La bisbetica domata
34) White Russian – Il grande Lebowski
35) Sidecar – L’accompagnatore sbronzo
36) Stinger – Nascondigli segreti
37) Whiskey Sour – Semplicemente aspro
38) Irish Coffee – Mi devo scaldare
39) Screwdriver – Lavori di cacciavite
40) Easy Rider – Voglia di libertà
41) Mojito – Un incantesimo
42) Bellini – i soliti fighetti
43) Autodafè – i soliti sospetti
44) Horse’s Neck – Così non si uccidono neanche i cavalli
45) Bouncing Bomb – L’arsenale
46) Knockout – Un pugno nello stomaco
47) October Revolution – Ultimi incendi
48) Zombie – La notte dei morti viventi
49) Un latte caldo – Spero ti scoppi in mano
50) Acqua minerale – Mio nonno non l’ha mai bevuta
51) Stomach Reviver – L’ultima possibilità
52) Fernet & Coke – Punto di non ritorno
53) Ghost Track – The day after tomorrow
321clic
5th whel music
a closer listen
aereoplanini liquidi
alterazioni improvvise
amArgine come sempre
Artribune
bamboo road
blow up
both sides now
briciola nel latte
clockface
cose preziose
dempa-fuzz
Dire Fare Baciare
do you realize?
down att the crossroad
ex-libris
fantastici stonati
fardrock
fatti d'arte
filosofeggiando
frammenti di sabrina
futuro perduto
gialloesse
graziadenaro
idastamile
il domani ha colpito oggi
il mestiere di leggere
impatto sonoro
indie for bunnies
john todaro
kasabake
L'ultima Thule
la dimora del tempo sospeso
la dimora dello sguardo
la venere degli stracci
la vita è un infanzia tutta da rifare
levitation
Librini
lividi e musica
Lo spazio bianco
low profile
madmass
massimobaraldi
mia nonna fuma
mymovies
nauselandia
nocturno
Non definitivo
Non toccate Polifemo
off topic
ondarock
pensiero secondario
poesia dal sottosuolo
psych-scene
racconti della controra
recenserie
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sentire ascoltare
sherazade
sull'amaca
tersite
totoromoon
tracce di jazz
traducocanzoni
trame di pensieri
turrefazioni
un cielo vispo di stelle
venerato maestro oppure
vengo dal mare
vino & gusto
weirdo shrine
withnail
zambosplace
zattera trasparente
Intonations Cocktail Club 432 
Caro Barman ben trovato e letto!
Sì, la crepa può scatenare …
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un inizio o una fine !
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Ci lasci in attesa. 😊
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l’arte è anche questa: la molteplicità dei suoi significati…
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La crepa. Questa sconosciuta. Appare sinuosa e terribile, se si diffonde, purtroppo…
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già… contenerla è difficile, ma quando inizia è inarrestabile !
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Shibolleth, mio caro.
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…è la stessa cosa, si può scrivere in tutte e due le maniere, ma penso che con due “b” sia più giusto, o perlomeno, l’artista l’ha vista così, anche perché si può decodificare con molteplici metafore: sia nella sua difficoltà di pronuncia, che potrebbe significare la frattura fra due persone o due nazioni. Non è casuale che i madrelingua la utilizzano come prova di verifica per capire se una persona è straniera, almeno questo nella tradizione ebraica, ma penso anche nel suo significato anglosassone, o perlomeno, riferendosi all’attitudine di un’appartenenza; questo almeno è quello che dicono i dizionari. Se però entriamo in un discorso legato alla massoneria, allora i suoi risvolti si moltiplicano. In questo caso Doris Salcedo è stata molto intelligente, perché ha scelto un titolo dalle sfaccettature multiple.
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Ma io non intendevo assolutamente tutto ciò!!
Ho usato la parola Shibollet – parola meravigliosa e dai molteplici significati – nel suo estensivo senso di “appartenenza, manifestare la propria appartenenza””, nel senso che noi due e l’artista facevamo sapevamo parte dello stesso “popolo” che sapeva pronunciare la difficile parola, che lo straniero non poteva.
Se ti va, leggi nel mio blog la poesia Shibollet di Celan e mi capirai.
Comunque volevo dire “Sono dalla tua parte, mio caro” e da quella dell’artista con la sua opera, e dalla parte di tutto ciò che essa racconta.
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tranquilla nessun problema avevo capito, perché nella molteplicità dei significati è sempre bellissimo sentirsi appartenere dentro l’anima di altri artisti. La poesia di Celan è bellissima come l’infinita variegatura che si può dare a una parola, e per questo ti ringrazio, infinitamente, come la parola stessa…
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Dunque “Shibolleth, mio caro”, 🙂
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mia cara, idealmente ci apparteniamo… 🙂
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Per natura tendo a pensare che la crepa sia una fessura da cui entra comunque la luce.
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forse il segreto è proprio questo: la sua duplice capacità di lettura o d’interpretazione
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Per parafrasare Quelo ‘La seconda che hai detto’ mi appartiene come atteggiamento.
sherabuonanottebuongiornobuonasettimana ❤
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nel senso che sono d’inchiostro? 🙂
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Ciao!!! Sei mancato ….e torni con la tua positività!
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mi piace vedere come nel dubbio di una scelta, hai colto la positività che può esprimere un’artista: questo vuol dire che sei molto solare, ed è una qualità legata alla bellezza e alla voglia di vivere 🙂
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È vero😊🙂
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Se l’asse cede, se la
voce affonda,
c’è qui
nell’aria, la
parola-ramo
che ci tiene.
intensa e profonda
come quella crepa che ricorda terre che tremano
e trema il cuore ❤
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Una crepa ci spaventa perché potrebbe cambiare per sempre la nostra vita. Può uccidere o rivelare quello che si nasconde dentro di noi. Spesso noi viviamo solo in superficie, ma quello che sta dentro gli abissi ci spaventa continuamente, perché rivela il restante 90% che noi credavamo sepolto, invece esiste, inesorabilmente…
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Ho in mente sempre questa frase che mi è rimasta dentro mentre un giorno mi sono messa a scrivere del croco…
ed è la prescrizione di Hofmannstahl: «Bisogna nascondere la profondità. Dove? Sulla superficie».
“Si risale e dal fondo la parola fiorisce di un significato più intimo, di una sua splendente necessità; essa si umanizza e parla al cuore del lettore…” potrebbe essere che l’animo umano risale e dal fondo rifiorisce da quella sua profondità e risalendo ecco che germoglia e le paure per un po’ vengono represse…
grazie Antonio, io non sono brava ad esprimermi come te 😦
tu sei sempre profondo
io invece un po’ più superfici(al)e :)))
ti abbraccio caro ❤
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invece hai espresso con questo tuo intervento un commento di altissima qualità, che difficilmente trovo nelle consuetudini dei blog… Veramente molto bello; fossero tutte così le persone superficiali, il mondo sarebbe un giardino di suoni.
Ricambio l’abbraccio, infinitamente ❤
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caro ❤
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senza quel 90 % non saremmo quello che siamo, il problema è che non sappiamo quanto e come ci condizioni, specialmente in senso negativo…per questo può essere benvenuta una crepa, che ci lasci intravvedere nel buio interno, che poi magari è luce e ci può aiutare a ripartire con nuova autonomia ed altre energie…
ti faccio i miei complimenti per l’ottima scelta di un testo assai stimolante abbinato ad immagini belle e significative, un saluto e …bentornato!
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figurati… Quando Nietzsche scrisse che se non sappiamo guardare dentro l’abisso, sarebbe stato l’abisso a guardare dentro di noi, sapeva evidentemente quanto fossero radicate le nostre paure, perché sostanzialmente se è sempre il cambiamento che ci spaventa, prima ancora dei nostri abissi, prima ancora delle nostre luci…
Bentornata a te !
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Mi piace il concetto di inesorabile realtà che una crepa può portare alla luce, squarciando il velo di un conformismo esasperato, di abitudini confortanti, di luoghi comuni eretti a mausoleo di solide certezze per non dover pensare né mettere in discussione alcunché. E dunque, sempre sia viva una crepa.
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scusa se ti rispondo in ritardo, in effetti, il senso dell’opera è proprio quello: portare alla luce quello che vogliamo nascondere, o al contrario, quel sottosuolo che non conoscevamo pensando che la realtà sia solo quella che si vede… ma non è così!!!
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in fondo siamo così fragili…
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Laggiù, mi senti? Oh, ma quanto era profonda questa crepa che non se ne esce più?
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…azzo, ci sono caduto dentro? E pensare che avrei da fare delle recensioni bellissime….
Tranquillo sto uscendo 🙂
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Non è che eri in qualche cantina delle volte?
In attesa delle novità, un saluto alcolico.
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qualche? Tutte direi !
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Ohi Barman un saluto!😊
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un bicchiere direi…
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La crepa è necessaria per ridarci il senso di impermanenza, per reinfonderci l’urgenza di vivere.
Come un frutto maturo che si spacca di pienezza e ci mostra il seme, la dolcezza, la morbidezza del dentro.
In questi miei rari passaggi trovo parole e sensazioni r
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E tasti troppo piccoli…
Un brindisi guardandoti negli occhi.
💗
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Wow! con bacio allora!!! ❤
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