Tanto per ribadire quello che avevo già detto nelle puntate precedenti, il titolo “pillole di salame” è una scelta ironica derivata da un vecchio film, il quale sosteneva che in un futuro prossimo venturo, avremmo mangiato soltanto pillole, e chiaramente, per chi vorrebbe ancora delle pietanze nostrane (aggiungo io), ci saranno anche le pillole dei contadini. Sta di fatto che un excursus veloce sulle uscite musicali di quest’anno, non poteva che essere fatto a piccole dosi, utilizzando sempre il sorriso per non prendersi troppo sul serio, perché in fondo, se un suono di chitarre elettriche o le percussioni della base ritmica, sono alla base della nostra passione, allora, perché non scegliere quel poco di buono pubblicato quest’anno? Diviso ancora in quattro parti, inizieremo con un brevissimo giro per il mondo, pizzicando qua e là, come se un aperitivo fosse lì ad aspettarci insieme al viso pulito di una bella ragazza e, tra un sorso e l’altro, la degustazione è assicurata.
Partiamo allora…
Chickn – Wowsers!
La Grecia non è soltanto una terra carica di storia, ma anche un crogiolo di espressività degne della miglior messinscena, ecco che questo ensemble di Atene, merita di essere citato e ascoltato, perché sviscera un sound continuamente a cavallo fra Zappa e Captain Beefheart, senza stancarsi di aggiungere miscele proto-punke e sferraglianti cavalcate acide dalla psichedelia multiforme. Il loro album di debutto è stato un successo esplosivo, creando un’attesa spasmodica per questo secondo lavoro, registrato in presa diretta durante una serie di session e di esibizioni dal vivo. Divertenti d’ascoltare, miscelano ritmo e cariche d’ironia senza paura di sporcare le loro melodie con una ventata di stili che si sovrappongono. Eppure, l’eterogeneità è talmente piacevole ed eccitante, che esercita una gioia di vivere continua, fino ad accettare totalmente il punto esclamativo del titolo, anzi, saremo noi a metterne altri dopo ogni ascolto. Sconclusionati!
aperitivo abbinato
Onion Gimlet
***********
Cave – Allways
Provenienti da Chicago, dopo essere partiti dal Missouri, hanno da sempre fatto esplodere micidiali jam psichedeliche, completamente strumentali e inzuppate di un kraut-rock dalla connotazione ritmica sincopata, vicina a gruppi come i Can e i Neu, aggiungendo, strada facendo, influenze black , funky, R&B e Afro-beat, scomodando addirittura il termine “blaxploitation”, ovvero, la terra di confine fra cinema, musica e politica, riferita a quel genere di B-movie esplosi negli anni ’60 e ‘70 sul genere poliziesco; in Italia ebbero successo con film tipo “Milano violenta”; Milano calibro 9” (ecc. ecc.), ma in America contribuirono a cambiare la società, perché la case cinematografiche dovettero contrastare il potere della televisione, ampliando il loro bacino d’utenza, dando i ruoli di protagonisti ad attori neri, costruendo anche tante pellicole per un pubblico di colore. Chiaramente, questo termine apportato al sound di questo quintetto statunitense, suona quasi irriverente, perché nei loro intenti non c’è la volontà di raggiungere un pubblico più ampio, ma solamente la passionalità d’esplorare stili diversi per costruire le loro suite in maniera completa, e giunti al loro sesto album ci sono riusciti in pieno.
Sorprendenti.
aperitivo abbinato
Clementin Cerruti
***********
The Dawarfs of East Agouza – Rats Don’t Eat Synthesizers
Dalle parti del Cairo troverete questo quartiere, dove i suoni, hanno ormai preso il sopravvento, trascinando l’ascoltatore in un mondo di ritmi ossessivi ed equilibrati al tempo stesso, e dove, chitarre e percussioni si fermano solo al sorgere del sole. Alan Bishop (bassso acustico); Maurice Louca (percussioni) e Sam Shalabi (chitarra), continuano la loro collaborazione dopo il successo di “Bes”, ampliando la misura delle loro session, in cui, la misura sincopata di queste versioni strumentali, si arricchisce della variante free, dilagando verso un jazz etnico molto infuocato e coinvolgente. La visionarietà dell’insieme passata dalla divinità dell’album precedente, anche in maniera ironica, ora continua la sua forsennata ricerca fra passionalità e divertimento, perché se i ratti non mangiano i sintetizzatori, probabilmente, questi strumenti tecnici rimarranno inalterati per l’evoluzione di un futuro in cui, la forza della musica, sostituirà qualsiasi credo. Questi professionisti saranno anche dei piccoli “nani”, ma di fronte a tanta classe emergono come giganti.
Inarrestabili.
aperitivo abbinato
Campari Spritz
***********
The Messthetics – The Messthetics
Ritorniamo negli Stati Uniti giusto per incontrare dei mostri sacri, perché sotto questa sigla si nasconde la sezione ritmica dei Fugazi: Bendan Canty alla batteria e Joe Lally al basso, i quali, insieme alla chitarra impazzita del jazzista Antony Pirog, hanno dato vita a questa formazione veramente spiazzante. La vena improvvisativa, in questo caso, da vita a tutta una serie di strutture e sovrastrutture musicali, le quali, seguendo la torrenziale esplosione anarcoide del chitarrista, costruiscono un panorama fatto di schizzi sonori pronti ad infuocarsi per poi spegnersi in una quieta deflagrazione. Sembra un gioco di parole, ma mettere insieme un duo dal passato hadcore, con un personaggio variopinto che ha deviato dalle consuetudini della scena jazz, per entrare nella sperimentazioni più disparate: dal rock all’ambient, dimostra che ogni spessore musicale può creare qualsiasi creatura dal DNA estremamente modificato. Non importa se il patrimonio genetico si muta in un appariscente gioco di fuochi d’artificio, il sistema d’incastri generato è una sequenza di ritmi che non si fermano all’apparenza, ma si moltiplicano a dismisura, come una reazione a catena.
Eccezionali.
aperitivo abbinato
Pompelmo Hot
***********
Toundra – Vortex
La scena rock spagnola ha da sempre avuto un’ampia veduta illuminante, verso le dinamiche stilistiche di un rock particolare, e in questo, caso la formazione dei Toundra, si è da sempre caratterizzata intorno all’evoluzione di un progressive molto potente, quasi metal diremmo, ma che si ferma nel momento in cui potrebbe diventarlo, giusto il tempo per darci il senso dell’esplosione per poi deviare verso un post-rock molto fruibile. All’apparenza sembra di entrare nella scena epica di un tempo lontano, in cui, l’evoluzione della letteratura giganteggiava sotto la penna degli scrittori fantasy e la colonna sonora ideale era proprio questa. Probabilmente, gli amanti di una musica sempre a metà fra un’eco neoclassica e un’impronta modernista, si troveranno a suo agio fra queste scenografie, le quali dipingono quadri appariscenti e funzionali allo scopo che si erano prefissati.
Pomposi.
aperitivo abbinato
Blueberry Dry
***********
Günter Schickert – Labyrinth
La terra germanica è sempre stata fautrice di un infinito crogiolo di suoni, e la ristampa di questo lavoro composto con pezzi provenienti da vari episodi di questo importante autore, dimostra ancora una volta che l’evoluzione del kraut-rock non è stato un momento magico circoscritto in un determinato periodo storico, ma un elemento, il quale dopo aver creato un marchio consolidato, continua tutt’ora a contaminare le scelte creative di moltissimi musicisti sparsi per il mondo. In questo caso siamo di fronte a uno space-ambient dove convergono dinamiche vicine alla cosmologia dei Tangerine Dream e alle ritmiche evoluzioni dei King Crimson stile “Discipline”, visto che il disco si modula in due parti: il lato A composto nel 1996 e il lato B nel 2007, quasi a coprire un arco temporale molto vario della carriera di questo artista tedesco. In fondo, se le radici di una musica cosmica proseguono ancora oggi dilatandosi verso altri universi, una ragione oggettiva ci sarà, e questo album lo dimostra a pieno titolo. Scegliete voi se trovare il filo d’Arianna, o rimanere imprigionati fra queste mura siderali.
(In)disciplinato.
aperitivo abbinato
Traveling Emotion
***********
Minami Deutsch – With Dim Light
Le esperienze del rock giapponese rimangono sempre circoscritte nelle ragioni della loro cultura, basata su un rigore e un’obbedienza portata ai limiti dell’osservanza maniacale, e in un certo senso, anche questo disco lo dimostra. Non è casuale che tutte le divagazioni ritmiche e chitarristiche, seguono dei percorsi in cui la misura è perfettamente contenuta dentro le forme che lo configurano. Potremmo dire che le influenze psichedeliche, si chiudono in un limbo quasi jazzistico senza nessuna improvvisazione, oltremodo, quando la fase percussiva ricorda echi vicini a un kraut tipo Neu, la compostezza dell’insieme non si lascia andare nemmeno di una virgola, eppure, la fascinazione che emerge è davvero particolare, perché riesce a catturare l’attenzione di un ascoltatore attento, coinvolgendolo fino alla fine.
Dinamici.
aperitivo abbinato
Underwood-Tini
***********
Sherpa – Tigris & Euphrates
Se queste recensioni avevano lo scopo d’intraprendere un viaggio musicale intorno al mondo, il ritorno in Italia vuole celebrare questa band abruzzese, giusto il tempo per concludere il cammino (o il volo) da dove eravamo partiti, ma d’altro canto, non si analizza un retroterra tipicamente nostrano, anzi, sembra proprio che i nostri eroi vogliano ripartire di nuovo. Non è casuale che queste in tracce dal vago sapore space-progressive, l’interrogativo nasce proprio nel chiedersi quale sia il valore del linguaggio e come si sia evoluto durante il proseguo della nostra Storia, e come abbia cambiato i rapporti fra le persone, nel bene e nel male, giusto il tempo per mutare le parole in note, come se il pentagramma fosse il libro più letto. I suoni sono oscuri, lenti, a volte ipnotici, eppure, trasmettono un senso di poesia molto profondo, ti avvolgono e ti accarezzano senza mai essere monotoni, perché la spaziatura dei passaggi copre un’ampia gamma di espressività emozionali, pur rimanendo circoscritte in monocromatismo fatto di tonalità pastellate. Il titolo ci trasmette un’eco vicino alla culla della civiltà e forse, se la torre di Babele è stata costruita per toccare il cielo senza riuscirci, creando quella confusione descritta nel libro della Genesi, è proprio la musica il linguaggio universale che ha unito i popoli, e come tale continua tutt’ora portandoci verso l’alto. Proprio per questo il viaggio non si fermerà mai.
Avvolgenti.
aperitivo abbinato
Zen Bitter
***********
Kalàscima – K
E allora rimaniamo nel nostro paese, per celebrare un gruppo pugliese che invece utilizza il repertorio folkloristico della sua terra, per contaminarlo con influenze internazionali. La miscela utilizzata parte dalle origini dei ritmi che danze come la pizzicae la taranta esercitano in maniera trascinante, per poi rievocare paesaggi urbani sporcati di elettronica quanto basta per entrare nella modernità dei giorni nostri. In questo caso emerge la bellezza che un panorama eterogeneo fatto di culture ricchissime e diverse da paese a paese, fatte di dialetti e tradizioni, configurano l’Italia come una nazione dove attingere a piene mani per chi, capace d’inventare nuovi panorami musicali, riesce ad accattivarsi un pubblico più ampio. Non è casuale che in questi ultimi anni, il Salento è diventato un luogo dove i festival e gli incontri fra musicisti provenienti da ogni lato del mondo, si ritrovano trasformando questo splendido angolo mediterraneo in un logo di festa senza fine .
Appassionati.
aperitivo abbinato
Calabro Julep
***********
Lydian Sound Orchestra – We Resist!
Concludiamo con una sorta di globalizzazione, partendo da questa splendida copertina della pittrice greca Tania Dimitriadi. Tutto l’album dalle sfumature tipicamente jazz, è un accorato manifesto verso ogni tipo di oppressione, soprattutto economica, e la scelta di un’artista greca non è per niente casuale, anche perché un brano è dedicato alle manifestazioni in Piazza Syntagma a Atene. In realtà questo ensemble capitanato dell’italianissimo Riccardo Brazzale, vuole omaggiare “We insist! Freedom Now Suite”di Max Roach, ripercorrendo le dinamiche di una tradizione sempre presente nelle sue sfumature, infatti, insieme a brani propri del musicista, incontriamo le riletture di mostri sacri quali Ornette Coleman, Thelonuis Monk e il già citato Roach. La vocalist (e rapper) Vivian Grillo ci concede un’ottima performance fra le parti strumentali, le quali evocano sfumature di una delicatezza sorprendente, modulandosi verso un calore espressivo che passa dall’evocativo alla sinergia fra ogni componente, tipica di questo genere. Io avrei preferito anche un po’ di rabbia fra queste righe, visto che si parla di tematiche riferite alla globalizzazione, alla discriminazione, all’ecologia o quale sia l’origine del significato di libertà individuale. Rispetto comunque le scelte dell’autore che ha registrato questo lavoro dal vivo presso il Parco Della Musica di Roma e il concerto tenutosi nella Cappella Paolina del Quirinale e che ha stravinto ogni referendum delle riviste specializzate. Comunque sia, il messaggio rimane indelebile, perché se difendere le giuste cause dell’umanità è uno scopo di tutti noi, resistere è una necessità che non dobbiamo dimenticare.
Evocativi.
aperitivo abbinato
Urban Emotion
***********
Il primo giro di aperitivi è servito, sperando che siano stati di buon gradimento, perché così facendo, gusterete ancor di più quello che verrà dopo.
Sempre per servirvi…
il Barman del Club
Per ora mi gusto l’aperitivo Clementin Cerruti, domani ascolto i brani.
Intanto devo dire che le cover sono tutte splendide 🙂
Grazie barman 😊🙏🏻
"Mi piace""Mi piace"
figurati… un bacio ❤
"Mi piace""Mi piace"
Toundra e Tsumani, per me, i migliori a questo giro :))
"Mi piace""Mi piace"
bene1
"Mi piace""Mi piace"
Come al solito, le tue brevi segnalazioni sono interessantissime ! Ci vorrà un pò di tempo per ascoltare queste cose ma ho scoperto veramente tanto dal tuo Blog !
Una curiosità: Ma come fai a scoprire tutto questo (e farne una selezione ragionata) nella marea infinita di Musica di questo strano periodo che stiamo vivendo ? Non dico che prima era più facile ma, senza internet esisteva una specie di filtro ‘umano’ che selezionava il meglio !
Ciao.
Stefano.
"Mi piace""Mi piace"
è una questione di passione, perché in questo periodo affollato ho constatato che qualcosa di buono viene pubblicato, il problema è se escono delle chicche si perdono nel bailamme generale, mentre nel passato rimanevano incancellabili. E’ anche vero che ora è quasi tutto derivativo, ma siccome nel campo dell’arte quelli che vengono dopo hanno sempre tratto ispirazione da quelli che li hanno preceduti; ti ricordo il detto che sottolinea: “il mediocre copia – il genio ruba”. Il mio compito è quello di cercare dei possibili geni, scandagliando questo mondo bellissimo e complesso. Non so se ci riesco, ma ci provo…
Intanto ti offro degli assaggi ringraziandoti di venirmi spesso a trovare !
Buontutto 😉
"Mi piace"Piace a 1 persona
Insostituibile sei 🙂
"Mi piace""Mi piace"
grazie amico…
"Mi piace""Mi piace"
Caspita, ma grazie!!! Sempre attento, gentile e professionale. E quanta fantasia negli abbinamenti!
Bellissime anche le immagini💋💋sei prezioso! Scegli pure per me, l’importante è che il salame ci sia😀
"Mi piace""Mi piace"
🙂 🙂 🙂 😀 ❤
"Mi piace"Piace a 1 persona
non ne ho ascoltato nemmeno uno! beh, debbo darmi da fare, grazie per la sbronza di consigli!
"Mi piace""Mi piace"
avrai tempo, intanto non sbronzarti troppo 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
ok brother, dammi una cockta
"Mi piace""Mi piace"
quello che preferisci è tuo…
"Mi piace"Piace a 1 persona
thank you Barman
"Mi piace""Mi piace"
i Kalascima me li ha fatti conoscere una Cara cara cara amica ex blogger ed è anche grazie a lei che ho vissuto due anni fa una festa della Taranta da urlo.
Il gruppo non mi piace però provo l’aperitivo e ti saprò dire.
Copertine meravigliose quella dei Rats… uaooo!
caro barman salut🍸🍹🍷
"Mi piace""Mi piace"
ricambiati…
"Mi piace""Mi piace"
Ecco, finalmente ho trovato la notte giusta! A parte i Toundra, noiosetti, tutti gli altri ben degni di ascolto. Bella sorpresa ritrovare i Fugazi, da me amatissimi a suo tempo; non hanno perso il loro smalto, anche se ovviamente non sono più la sorpresa dirompente di allora. Sul palcoscenico della musica italiana contemporanea sono piuttosto carente e grazie di avermi fatto conoscere belle realtà musicali, We resist, bell’album, e i Kalascina ad esempio. Grazie, Bro; alla prossima.
"Mi piace""Mi piace"
grazie a te ragazza, sempre per servirti (!)
"Mi piace""Mi piace"