Quand’ero più giovincello ebbi un’infatuazione per Joni Mitchell, sia per la sua figura femminile e sia per la sua musica, la quale, man mano che passavano gli anni, diventava ancora più bella, ancora più matura, ancora più emozionante. La stessa cosa sta accadendo per questa storyteller di Lake Charles: 67 anni portati da dio e una serie di ultimi album da brivido: assolutamente straordinari, in cui, la sua classica miscela di folk-rock-blues, si sta arricchendo con un aura di poesia e una professionalità che vanno oltre alle semplici comunioni musicali fra generi. L’intensità delle storie raccontate acquisiscono un insieme di particolari emotivi, talmente forti da strutturare la figura di un’artista per niente demotivata dall’età, anzi, è proprio dall’alto della sua esperienza che emerge una consapevolezza compositiva senza eguali. E quest’ultimo lavoro, lo dimostra ampiamente.
Il susseguirsi delle tracce evidenzia una classe con un inanellarsi di perle che non lasciano spazio a nessun dubbio, perché il suo impegno sociale diventa man mano più tenace superandosi ogni volta, in cui, descrivere l’America di oggi, sta diventando il suo verbo preferito. Riesce incredibilmente a raccontarla con una narrazione necessaria, e la veste con una musica a fior di pelle assolutamente da brividi, mantenendo un’unità di stile impeccabile e una presenza scenica che va oltre il semplice valore.
12 pezzi senza nessuna pausa, uno più bello dell’altro, perché se l’incedere classico e viscerale di un rock vecchia maniera riesce a mantenersi dentro coordinate di altissimo profilo, la presenza emotiva di Lucinda Williams è talmente forte, da segnare tutta la messinscena con un’impronta e un marchio di fabbrica superiore, per inserirsi solo dove pochi riescono a incidere, caratterizzando il tutto.
Ho fatto una fatica enorme a scegliere due tracce significative, perché, mentre dicevo che quella ascoltata era notevole, quella successiva era meglio, e via di questo passo, fino a rendermi conto che certi prodotti non si possono circoscrivere in qualche pezzo-simbolo, ma è proprio nel suo insieme che emerge la forma completa della bellezza.
Link traccia d’ascolto
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Alcune tracce si raccontano con l’intimità della loro introspezione e altre con l’irruenza e la cattiveria che una storia ha bisogno per essere figurata. Dentro questa letteratura non c’è spazio per la commiserazione, perché la scelta intrapresa da questa cantautrice non ha bisogno di piangersi sopra o di lasciarsi inghiottire dalla remissione. Ogni giro di chitarre e ogni strofa declamata, sono una lotta continua che non si deve fermare sopra il palco di un concerto, ma deve perseverare proprio dove la gente ha bisogno di un impeto in più per incontrarsi con la quotidianità. E lo vediamo noi tutti i giorni, senza sosta. Soprattutto pensando a un America che sta vivendo un inizio di secolo complicato, come il resto del mondo, d’altronde, senza capire come si evolverà.
Tutte le foto sono prese dal web
Lucinda entra nelle pieghe della sua gente e gli regala un insieme di canzoni bellissime, dove si può piangere o alzarsi con le braccia tese dicendo che non bisogna arrendersi, e la musica, in questo senso, è un veicolo straordinario che si fa amare per tutto quello che trasmette. Il resto lo fanno le parole e la voce di questa bravissima interprete.
Salute ragazzi !
il Barman del Club
L’ha ripubblicato su Sentieri sul mare.
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grazie per la condivisione
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a te per la recensione, ho messo l’album tra i preferiti!
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🙂
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Direi mooolto brava (a parte i gusti personali ma sono il solito cagnaccio)
Meno male che ci sono ancora in giro tanti artisti di questo spessore che fanno veramente la differenza.
Come al solito ci facciamo un ‘cicchetto’ al bancone !
Ciao.
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sicuro… ti aspettavo proprio per quello ! 😀
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questo è un signor discone! Confermo! Piaciute anche altre due uscite recenti, Anna Burch e A girl called Eddy, controlla Barman, e portami un cappuccino tiepido al ginseng
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va bene controllerò e ascolterò, intanto ti servo il cappuccino tiepido al ginseng, così ti tiri su di dovere e ritorni in forma meglio di prima
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