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La Bretagna è sicuramente una terra particolare, ricca di fascino e di mistero. Innamorarsi delle sue scogliere, del suo mare tumultuoso, dei sui fari e dei suoi colori è una questione di attimi, irripetibili, per ogni momento vissuto in questi luoghi. Proprio per questo vi lascio i link di Susy Zappa, una mia amica che oltre il cuore, ha lasciato fra queste spiagge metà della sua anima e della sua esistenza, trascritte nei suoi libri proprio dedicati a questo lembo di terra.
Ma, quanto sappiamo della sua musica? Probabilmente conosciamo Alan Stivell, il quale si è ritagliato un attimo di gloria nel periodo d’oro dell’etno-rock con la sua arpa celtica; o come i Soldat Louis che sono riusciti a coniugare una tradizione indie con scelte più moderne; oppure i Red Cardell, vicini a un’avanguardia world, sperimentando folk e chanson réaliste fra letteratura e teatro. Di questi però parleremo in un secondo tempo, vediamo allora di conoscere degli artisti più vicini alla tradizione pura, quella veramente legata all’aria che si respira guardando e aspettando queste onde…

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Inoltre, giusto per rimanere attinenti a questo locale, vi offrirò anche dell’alcol che si usa da quelle parti, giusto il tempo per assaporare un po’ di nettare un po’ di fluida poesia…

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Nolwenn Leroy

Oltre ad essere una donna splendida, con la sua classe innata è riuscita ad avere una risonanza internazionale, riuscendo a esportare la tradizione bretone sposandola con una dimensione pop intelligente e mai invadente. La maggior parte dei suoi pezzi sono concepiti proprio intorno alle radici celtiche di quell’area, ma nello stesso tempo sono contaminate dalle sonorità di oggi, riuscendo nell’intento di rendere molto accattivante ogni sua canzone e ogni sua apparizione.
È interessante notare come non si sia mai allontanata dal sound con cui è cresciuta, riuscendo anche a trasformare le sue numerose cover come se fossero dei traditional, arricchendole con gli strumenti e i ritmi delle sue coste. E sono proprio i suoi ritmi ha caratterizzarla, sempre carichi di brio e di gioia interiore, ribadendo come la storia non si sia mai fermata nel passato, ma continua a evolversi mantenendo intatte tutte le dinamiche di una fascinazione millenaria.

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Nata a Saint-Renan nel Finistère, ha iniziato giovanissima a studiare violino e canto, per essere notata fin dalle sue prime apparizioni, iniziando una carriera ricchissima di soddisfazioni, di premi e di successi, completata da numerosi album tutti di notevole livello e numerosissime esibizioni dal vivo, sempre apprezzate dalla critica e dal pubblico.

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Cocktail abbinato
Cidre Breton

Per una donna dall’aspetto così dolce ci vuole un abbinamento adatto: giocoforza diventa quasi d’obbligo degustare il famoso Sidro Bretone, in una terra dove la notevole produzione di mele, via via ha reso il loro nettare in una bevanda fermentata come un vero e proprio vino, creando una varietà e un’eccellenza senza eguali, che vanno dall’amabile al secco, tutti ricchi di antiossidanti, vitamine, sali minerali e oligoelementi, sapientemente valorizzati dal talento dei suoi produttori. Noi però sceglieremo il Sidro di Fattoria, elaborato secondo tecniche di produzione antichissime e conservate dai contadini del luogo con una sacralità identica al culto che l’ha generata.

Le Comptoir Breizh Café

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Dan Ar Braz

È uno dei più importanti musicisti bretoni: chitarrista e compositore di  notevole importanza, dopo aver militato giovanissimo nella band di Alan Stivell e collaborato con i Fairport Convention di Richard Thomson, via via muta il suo stile influenzato del folk-rock degli esordi per riscoprire le tradizioni tipiche della sua terra. La rielaborazione del passato viene modernizzato con una innovazione veramente coinvolgente, strutturando ogni composizione come se la musica dei suoi avi diventasse il legame indissolubile con un presente mai così attuale. Ogni sua esibizione dal vivo diventa un fiume inarrestabile di emozioni percorse dal continuo legame con la sua cultura, conservata e rielaborata anch’essa fino a sconfinare nella modernità più vicina a noi. Rimangono comunque nelle sue corde tutte le radici bretoni che inevitabilmente si ricongiungono con i ritmi irlandesi e con quelle variazioni britanniche tipiche di questo lembo di nord d’Europa.

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Dan AR BRAZ & Jean Félix LALANNE - Autour de la Guitare - Le Zenith - Amiens - 03/11/2015

La sua è stata una carriera infinita, costellata da incontri e collaborazioni con uomini straordinari, che lo collocano come uno dei personaggi di spicco della musica moderna tradizionale. Tra l’altro anche il suo nome, variegato proprio per differenziarlo alla cultura francese, si identifica come un retroterra importante, il quale lo caratterizza in tutte le sue forme, proprio a sottolineare l’insopprimibile coinvolgimento che avviane quando si nasce sulle coste della Bretagna.

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Cocktail abbinato
Chouchenn

Scritto con la doppia enne per pronunciarlo alla bretone e non alla francese, il Chouchen è sostanzialmente un idromele a bassa gradazione, ottenuto facendo fermentare acqua, miele e succo di mela. Chiaramente le ricette variano a seconda del tipo di miele e della varietà di mele utilizzati, attraverso le varie combinazioni, registrando notevoli qualità anche a seconda dell’eventuale utilizzo di aromi o spezie per dargli un sentore diverso, o anche per alzarne il grado alcolico utilizzando solo sidro. Di conseguenza esistono delle varianti come il Mez, il Dourvel, il Charmillard o il Chufere, le quali vengono utilizzate come aperitivi o come base per diversi cocktail. Quello puro però è quello classico sempre bevuto alla temperatura di circa 8°.

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Gilles Servat

Faccia da attore, un po’ alla Daniel Auteuil e un po’ alla Jean Gabin, questo cantautore, poeta, scultore, scrittore e musicista è forse uno dei più importanti cantori della Bretagna, soprattutto pensando alle iniziali canzoni di stampo indipendentista. Via via la sua carriera si è successivamente concentrata proprio sull’identità bretone, riguardante la tradizione sia poetica ed ecologista, ampliando il suo discorso in senso metaforico verso la difesa di tutte le minoranze del mondo, soprattutto per quelle esposte a ogni tipo di regime o di dittatura: memorabile è la sua presa di posizione contro il “Front National” di Le Pen che aveva utilizzato una sua famosa canzone, “La Blanche Hermine”,  come propaganda per aggraziarsi l’elettorato di quell’area. La sua militanza si è sempre concentrata sull’orgoglio delle sue terre, dei suoi abitanti e dei bardi che l’hanno cantata, ampliando il suo spessore artistico con la pubblicazione di romanzi, opere teatrali e rivisitazioni fantastiche delle leggende celtiche, anche se la musica è da sempre stato il terreno ideale per trasmettere le sue idee.

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I suoi album sono l’esempio di come l’identità linguistica e l’assioma con gli strumenti originari insieme a quelli moderni, possano dare quella vibrazione emozionale sempre carica di potenza espressiva e di vitalità, capaci di coinvolgere il pubblico attraverso una partecipazione attiva dalle dinamiche spettacolari; come d’altro canto viene anche valorizzata la parte più intimista, proprio con il legame ancestrale, sempre più vicino all’autenticità.

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Cocktail abbinato
Kyr Breton

Questo composto è una versione di quello francese, ma i pruristi dicono che l’origine autentica è nata proprio fra queste sponde. Si realizza miscelando  del Calvados con della Crème de Cassis (possibilmente di mora, lampone o ciliegia) e del  Sidro bretone secco refrigerato. Servito come aperitivo è molto dissetante e molto gustoso. Chiaramente le abilità del barman gli conferiscono le possibilità di renderlo amabile, mosso o demi-sec proprio a seconda degli abbinamenti o legato a un eventuale avvenimento in cui sottolineare  determinate caratteristiche.

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Tri Yann

Sono probabilmente uno dei gruppi più popolari della Bretagna e uno dei gruppi più conosciuti all’estero, proprio per l’innovazione che hanno saputo dare alla tradizione celtica, trasportandola nei giorni nostri con una sinergia particolare legata ai testi e alla strumentazione. Attivi fin dagli anni ’70 si sono ritagliati uno spazio importante contribuendo nello stesso tempo alla realizzazione di spettacoli coloriti e pieni di vita, non tanto per la presenza scenica o per i costumi via via utilizzati, ma proprio per un’impronta moderna sempre variegata con bravura e professionalità.
I tre Jean: Jean Chocun, Jean Louis Jossic e Jean Paul Corbineau, subito soprannominati per la coincidenza dei loro nomi, che hanno adottato con simpatia, colpiscono per un lavoro sorprendente sempre di alto livello coniugando folk, rock e musica popolare. L’utilizzo di strumenti medioevali insieme a una elettrificazione attuale, li ha resi particolarmente apprezzati da ogni generazione e da ogni tipo di pubblico non solo prevalentemente bretone, anche se le loro radici sono e saranno sempre la loro ispirazione principale.

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È particolarmente interessante l’interpretazione che hanno dato alle loro storie, utilizzando vicende storiche del passato o leggende nate nella notte dei tempi ma, rielaborate in versione moderna e attualizzate nella nostra quotidianità con una ricchezza di metafore originalissime. D’altronde una carriera che dura da cinquant’anni è lì a dimostrarlo, come se l’appellativo di Rolling Stones della Bretagna fosse un paragone per niente banale, nato proprio per una longevità sempre di alto livello.

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Cocktail abbinato
Yec’hed Mat

Creando un gioco di parole con con i suoi ingredienti, ci gustiamo questa birra molto particolare tipica della Bretagna e che sostanzialmente significa “per la tua salute”. Rossa, delicata e possente nello stesso tempo è una bevanda di puro malto, solitamente non filtrata e né pastorizzata. È una birra molto gustosa per niente amara vista l’assenza di luppoli che s’identifica molto bene con il gruppo di cui abbiamo appena parlato, perché, quando possiamo dissetarci con tanta libertà e tanta gioia di vivere, ci vuole qualcosa di bello e leggero per brindare in compagnia.

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Bene, abbiamo terminato per oggi questa prima carrellata di personaggi e di bevande appartenenti alla trazione bretone e che sicuramente continueremo in altre puntate, perché non c’è niente da fare, il fascino di questi luoghi non è nato per caso…
Salute ragazzi !

il Barman del Club

Brtetagna-francis-auburtin-belle-ile-goulphar-640x480-crop-1603449027Tutte le immagini sono prese dal web

20 Comments on “La fascinazione bretone – musica & cocktail – part.1

  1. Ho vissuto in Bretagna per un periodo della mia vita. Sono rimasta così profondamente legata a quei luoghi che non so se me li sono portati in giro per il mondo… o se, invece, è una parte di me che è rimasta lì. Bellissimo post, barman, come sempre.

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  2. Immersed in this nostalgia, I appreciate very much that you shared these Brittany feasts. Among the Breton groups that you present, yes, Tri Yann is the most popular for me and the first group that I knew. A friend from Brittany gave me a gift of two very beautiful albums by Tri Yann, “Inventory I” & “Inventory II” including “Le mariage insolite de Marie la Brtetonne”, the song of my favorite.

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  3. come sempre ottimo articolo, padronanza di scrittura e coinvolgimento emotivo gli ingredienti
    la musica sa sempre dove abitare e qui da te si trova facilmente,
    io adoro Denez Prigent, grande artista, la sua è una musica “antica”, legata prepotentemente alla terra, per non parlare della voce che spesso mi sovrasta e mi porta in luoghi e dimensioni senza tempo.
    grazie

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    • Vero: altro grande artista di cui bisognerebbe parlarne, molto profondo, intimo, viscerale. Ma lo farò nella prossima puntata: c’è tanto ancora d’ascoltare, anche perché quando s’inizia un argomento ci si rende conto che si potrebbe andare avanti all’infinto, emozione dopo emozione. Grazie comunque dei complimenti è solo passione, il resto viene da solo.
      Buona giornata anche a te… Un brindisi !

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    • Figurati, lo so che per te è come una seconda casa (se non la prima), tra l’altro non sono informato di come vadano le cose su quelle sponde, ma tant’è, vedrai che ci ritornerai presto. Non vedo l’ora di vedere e leggere il tuo prossimo libro… Auguri sinceri 😉

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    • Addirittura: fondamentalmente è un post abbastanza riassuntivo. Si potrebbe ampliarlo, ma poi non ti legge nessuno: tutti che corrono però ogni tanto, fermarsi a bere qualcosa in compagnia è la migliore medicina per la gioia di vivere (!) Comunque grazie !

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