Luisa Azzerboni

Alla The Art Company a Como si è appena svolta un’esposizione di notevole interesse che ci ha regalato momenti importanti avvolti da un senso di meraviglia. In questa mostra c’è stata la capacità di riunire in una sola visione, molteplici espressività, che andavano dalla fotografia alla poesia della forma, dal rapporto artista-modella al significato esistenziale e spirituale dello yoga, passando in un certo senso anche dalla plasticità della scultura, e dal movimento che questa vitalità simbolica si concentra e fissa per l’eternità la bellezza del corpo umano.

esposizione a the art company como di luigi corbetta

Protagoniste principali sono state le fotografie di Luigi Corbetta, artista affermato e sperimentatore dell’immagine in tutti i sensi e questi scatti lo confermano a pieno titolo, in cui ha raffigurato l’insegnante di yoga Luisa Azzerboni. Basta osservare l’anima del bianconero che emerge fra questi quadri, strutturando, come ho anticipato, una poesia delicatissima legata appunto al corpo femminile della donna rappresentata, e come tale, sublimata fino a raggiungere un’estasi immaginifica che va oltre il semplice ritratto, perché dietro queste foto esiste tutto un mondo magico relativo alle posizioni che vengono raffigurate e alla loro simbologia metaforica sinonimo di spiritualità e meditazione. Basta solamente guardare quel telo bianco posto casualmente sotto la modella, per immaginarsi della neve, una nuvola, una spiaggia o le onde stesse del mare per andare oltre la fantasia.

luisa azzerboni - foto di luigi corbetta-4
Si è configurato il millenario rapporto fra artista e modella che, se prima dell’800 era collegato strettamente da unioni che erano poi quelle fra amanti, concubine, prostitute, o meglio ancora fidanzate e mogli, spesso ritenute delle muse ispiratrici, con il ‘900 e l’avvento della fotografia il concetto cambia, e cambia anche il rapporto fra artista e modella, perché diventa qualcosa di veramente ambivalente, nel senso di uno scambio simbolico fra i due opposti: il fotografo sa di portare ai massimi livelli la sua arte e la sua capacità perché ha di fronte una professionista che può rendere tale queste sue doti, mentre la modella a sua volta capisce che la sua fotogenia valorizzerà la sua immagine esteriore, facendola diventare un icona.

luisa azzerboni - foto di luigi corbetta

E questo lo possiamo verificare con i nostri occhi anche in questa esposizione dove si è potuto vedere bellezza su bellezza. Inoltre, sempre analizzando questa mostra, si è messo in evidenza proprio la plasticità del corpo umano, il quale è sempre stato una delle ispirazioni maggiori per chiunque ricercasse la nostra perfezione.

luisa azzerboni - foto luigi corbetta 2

Qual è stata e qual è l’arte giunta fino a noi dall’antichità praticamente intatta? Non la musica perché di lei non abbiamo niente; poco della pittura; qualcosa della poesia come i grandi poemi, anche se hanno sempre il problema della trascrizione e della traduzione. L’arte arrivata fino a noi da millenni quasi intatta è la scultura, perché gli antichi, come noi stessi d’altronde, sono e siamo sempre rimasti affascinati dalla plasticità del corpo umano, e così, opere come i Bronzi di Riace, la Nike di Samotracia o la Venere di Milo, tanto per citare le più note, sono diventate delle icone post-moderne.

luisa azzerboni - foto di luigi corbetta 3
Però dentro a tutto questo è emersa la simbologia dello yoga, probabilmente la parte più importante della mostra, come ho detto prima soprattutto a livello simbolico, finendo così per circoscrivere un insieme di espressività veramente interessanti. Chiaramente, le foto di questo post sono state fatte con il cellulare e non rendono come quelle viste dal vivo, le quali veramente sembravano respirassero dall’energia che emanavano.

luisa azzerboni - performance al gruppo letterario acarya-1Tra l’altro, oltre l’esposizione stessa, si è poi proseguito presso il Centro Civico Comunale in Via Grandi a Como, sede del Gruppo Letterario Acàrya, con una performance dal vivo proprio effettuata dall’insegnate Luisa Azzerboni, la protagonista delle foto, la quale è stata avvolta in una full-immersion a 360° realizzata sempre da Luigi Corbetta e coadiuvata dal sax di Roberto Quadroni.

luisa azzerboni -2- performance al gruppo letterario acarya-1
Per poi ritornare alla The Art Company con un reading poetico ispirato proprio da queste foto realizzate trent’anni fa, e che ora hanno preso forma inseguendo quel sogno che i due artefici si erano prefissati allora, proprio con l’intento di realizzare un evento importante. Perché bisogna credere nei nostri sogni, viverli, cercarli con la passione del desiderio e con la consapevolezza di sentirli dentro. Il tempo è galantuomo, dicono…

luisa azzerboni- performance al gruppo letterario acarya-4

Ma in fondo, il tempo non conta, perché tutto quello che si trasforma in arte, rimarrà nella nostra memoria finché esisterà la nostra civiltà, e come tale, non morirà mai. L’esistenza è un insieme di emozioni talmente forti da gratificarla fino alla soddisfazione di quello che abbiamo sempre cercato, perché agli anni bisogna aggiungere vita e non anni alla vita stessa, e questo non è un gioco di parole, ma l’antidoto per rimanere giovani per sempre.

il Barman del Club

luisa azzerboni -3- performance al gruppo letterario acarya-1

Figure diurne

La figura vive nella sua vibrazione
sensuale     libera
come la poesia

Un gesto insieme all’aria
si adagia sul solstizio d’estate
e decide d’amare
sulla spiaggia distesa
per scegliere il sorriso

Ogni onda nutrirà la vita
Ogni carezza sarà colore d’acqua
intorno al corpo
e al paradiso
inginocchiato per diventare fiore
fino allo sguardo del sole
fino allo sbocciare
di queste nostre parole

Figure notturne

La scultura è un gesto
levigato dalla purezza
sospesa        coesa
nell’attimo che la raccoglierà

Il movimento si apre
alla metamorfosi di carne
lembi di piacere
spazi del volere
nelle ipotesi notturne
quando ogni luce è dono

Ti apri così
violando il tempo
silente           segreta
della tua pelle un lembo
disteso
dove ognuno s’acquieta
ricompone
la sua vita incompleta

Antonio Bianchetti

luisa azzerboni e luigi corbetta insieme al critico d'arte luigi cavadini

18 Comments on “Avevamo un sogno – di Luisa Azzerboni e Luigi Corbetta e due poesie di Antonio Bianchetti

  1. Davvero molto interessante questa esperienza, questa idea, questa miscela quasi alchemica d’arti, questo “sogno che avevamo” che ad un certo punto…
    “Perché agli anni bisogna aggiungere vita e non anni alla vita stessa.”
    E tu lo spieghi come sempre con grande maestria.
    Complimenti a voi per questa creazione.

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    • D’altronde bisogna vivere sempre inseguendo l’arte e la cultura, da qualsiasi forma possa esaltare la propria vitalità: giusto per essere sempre positivi, per non dire felici.
      Grazie come sempre del tuo intervento, una bella birra te la sei meritata… 😁

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      • Hai perfettamente ragione Antonio, non la scopro certo con questo messaggio la tua grande saggezza che ammiro molto ma…se dici; “una bella birra te la sei meritata” allora qui si va al divino 😬😁😉 del resto anche la la birra è arte e cultura, inseguo!
        Grazie a te, per aver condiviso questa cultura artistica, inseguo! 🙂

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  2. Mi sembra di vederla la tua anima (e le tue poesie) volteggiare, contorcersi, aprirsi e innalzarsi verso lidi. impalpabili di Bellezza.
    Deve essere stata davvero una bella performance. E complimenti a te.

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  3. Pingback: Gioielli Rubati 259: Dario Bertini – Roberta Lipparini – Abel Abilheira – Luca Parenti (yoklux) – Angela Botta – Ileana Zara – Antonio Bianchetti – Katy Santiff. | almerighi

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