Si è appena inaugurata all’Art Company di Como la personale di Pierluigi Ratti, conosciuto in città come architetto botanico e creatore di giardini e serre artistiche dall’impatto emotivo particolare, non è casuale la sua predisposizione verso tutti i tipi di espressività, culminata con l’esecuzione di opere d’arte molto interessanti, le quali, oltre alla sua attività professionale, continuano con questa sua voglia di andare al di là della stessa, per esprimersi ulteriormente attraverso sculture e quadri dall’impatto fascinoso, dal titolo “Alterazioni Materiche”.

L’Arte è sempre qualcosa di straordinario, e nelle sue infinite sfumature, creazioni, vite, evoluzioni, gioie ed epifanie, riesce sempre a coniugare il verbo della sua bellezza, raggiungendo soglie che ci spalancano delle dimensioni superiori, pur rimanendo nella sfera del quotidiano. Ma è proprio la nostra normalità che si esalta vicino a qualcosa che ci attrae e ci coinvolge, quando apriamo dentro di noi la nostra sfera emozionale, facendo entrare tutte le variabili possibili le quali cancellano i confini della nostra metà oscura. E badate bene, non è una metà negativa, anzi, è il luogo dove conserviamo le nostre paure, le nostre passioni, le nostre pulsioni, le nostre emozioni più intime che ogni tanto decidiamo di regalarci, donandole agli altri.

Pierluigi Ratti è un artista eclettico perché riesce a sperimentare le sue creazioni in maniera totale, aprendosi completamente, facendo passare da questa soglia tutta la sua professionalità che si era già evoluta con la formazione dei suoi giardini botanici, i quali si trasferiscono in maniera intrinseca nelle sue ultime opere d’arte: dalle sculture cubiste realizzate con materiali di scarto fino a questi quadri idealmente carichi e vivi di un espressionismo informale, dove il colore, li trasforma in altrettanti paradisi fertili e particolari. Thomas Merton diceva che l’arte ci consente di trovare noi stessi e di perdere noi stessi in qualsiasi momento, nello stesso momento, eppure, le opere di Pierluigi non solo ci coinvolgono e ci attraggono, ma ci consentono di farne parte e di sentirci dentro di loro. I colori sovrapposti, gli stessi materiali usati fino ad aumentare il volume dello stesso supporto dove sono nati, la correlazione fra questi fino a superare completamente la lezione che a suo tempo iniziarono Morlotti e Burri e che poi continuarono Bertrand e Picchiotti, nel caso di Ratti trovano una direttiva nuova, complementare alla visione dei maestri, ma ulteriormente razionale per la sua decisione di sintetizzare ogni passaggio cromatico, e nello stesso tempo di lasciarli andare come alberi d’arredo che vibrano con il loro respiro e la loro anima.

Il critico francese Michel Tapié coniò il temine informale, proprio in relazione al fatto che in questa corrente tutti rifiutavano qualsiasi tipo di forma, negando e aumentando qualsiasi schema precostituito, fino a esaltare tutti i materiali usati per esprimere la catarsi creativa che terminava una volta placata l’azione. Pierluigi invece recupera le forme per farle coesistere con l’estasi dell’improvvisazione, riuscendo a mantenere l’equilibrio e la poesia di un gesto, di un’idea, di una vibrazione, così come diceva Van Gogh, sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno. Poi è chiaro, se nel contesto siamo esseri intelligenti in cui troviamo l’equilibrio fra mondo reale e non, è perché una pittura come questa del nostro protagonista vive negli spazi ludici così come in quelli onirici, e come tali ci appartengono nello stesso momento della nostra ammirazione.

L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni fino a sabato 4 novembre, da lunedì a venerdì dalle 15 alle 18,30 e sabato su appuntamento contattando il numero  335 8095646 – The Art Company Como – Via Borgovico 163.

il Barman del Club