itelian rock-2

Al di là delle facili convenzioni, la musica di casa nostra sta attraversando a mio modesto avviso, un periodo molto creativo, riuscendo nell’intento di proporre lavori splendidi, anche se spesso circoscritti nei territori dell’underground, o perlomeno, in ambiti ristretti legati a veri appassionati.

musica-italiana-ottime-uscite-2023

Ma veniamo a noi…

cocktail-slam

Daniela Pes – Spira

Daniela Pes
Spira

L’esordio discografico di quest’artista sarda di formazione jazzistica, è sicuramente una delle uscite più interessanti dell’anno, soprattutto per una ricerca che struttura la tradizione etnica della sua terra, con un’elettronica sperimentale, utilizzando una lingua inventata che miscela il dialetto della Gallura, un italiano adattato insieme a termini inventati, e antichi idiomi ormai dispersi. Una ricerca effettuata per un adattamento vocale simile a uno strumento, in cui proprio la voce diventa la protagonista principale, giusto il tempo per essere fascino e mistero, dolcezza e aspra coralità, poesia minimale. Se poi consideriamo anche gli arrangiamenti del produttore Jacopo Incani, il quale ci ha messo lo zampino, ci ritroviamo immersi in un caleidoscopio fatto con molti rimandi fascinosi, i quali creano un ponte fra i mondi arcaici divisi tra sincerità ed esoterismo, con la nostra più complessa quotidianità, spesso compromessa fra eccessive contaminazioni. Alternando pezzi brevi a suite multiformi, questa interprete di Tempio Pausania, struttura un lavoro ricchissimo di suggestioni e di vibrazioni, creando un mondo alternativo alla nostra contemporaneità e proprio per questo da meditare infinite volte. Voto 9

Link traccia d’ascolto

***********

Massimiliano-Larocca-daimon

Massimiliano Larocca
Dáimõn

A mio avviso questo cantautore fiorentino è una delle voci particolarmente più interessanti del panorama nostrano. Innanzitutto è stato fautore di numerosi progetti come la trasposizione in musica delle poesie di Dino Campana o l’opera mista fra teatro e musica su Giordano Bruno, fra eresia e furore; senza contare le sue infinite collaborazioni con musicisti americani come Hugo Race e Howe Gelb. Inoltre, nonostante il suo stile sia praticamente in linea con quello della canzone d’autore più classica, mischiando folk nostrano e blues statunitense, l’espressività della sua struttura più lirica è talmente alta, da creare quel fascino fra musica e testo che ti emoziona a ogni passaggio. Sostanzialmente, il “daimon” è una figura mitologica che cerca il nostro destino, come se fosse un intermediario fra gli Dei e gli uomini, non è casuale che Platone affermava che siamo ciò che abbiamo scelto di essere: una voce interiore che non suggerisce cosa fare, ma interviene per avvertire la differenza fra il bene e il male. Poi è chiaro, ognuno di noi sceglie prima della nascita un immagine da vivere sulla terra che poi dimentichiamo, e che invece prorio lui ci ricorda con tutti i suoi contenuti come portatore del nostro percorso. Insomma, un’opera che mette in primo piano il soggetto narrante, e che recupera tutti i fotogrammi della nostra esistenza mettendoli in ordine, utilizzando tradizione e contemporaneità, proprio per sintetizzare la sua valenza letteraria e al tempo stesso lo spessore evocativo della melodia più ispirata. Voto 8

Link traccia d’ascolto

*********

MarcoMacheraDormiveglia

Marco Machera
Dormiveglia

Questo musicista non si nasconde dietro facili considerazioni, ma a tutti gli effetti ci dice che fa musica prorio per la musica stessa e per il piacere di farlo, nonostante preziose collaborazioni, come in questo progetto, insieme ad artisti del calibro di Tony Levin, Steve Jansen e Pat Mastellotto. La sua è un’esperienza legata alla tradizione melodica italiana, ma variegata con quegli innesti internazionali che superano il concetto di definizione “pop”, per aprirsi a esperienze che la rendono viva e vicino alle regole dell’armonia come indagine interiore. È come se andando oltre ogni significato effimero, ci si rendesse conto che esiste anche una visione spirituale indagando sull’immaginazione e sulla vita. E sono proprio queste emozioni che scivolano  via fra queste tracce, insieme a un respiro che viaggia al di là dei confini italiani per fondersi con una tradizione cosmopolita occidentale, dove intervengono elementi classici del bel canto, insieme a un uso sapiente dell’elettronica per avvicinarsi alla modernità. Canzone dopo canzone si sviluppano quelle emozioni che un interprete deve riuscire a dare in funzione alla sua proposta, e proprio per questo vestirle con tutte le sue più intrinseche visioni di sé stesso. Voto 7

Link traccia d’ascolto

***********

Sade Mangiaracina – Prayers vol. 1

Sade Mangiaracina
Prayers vol. 1

Questa jazzista siciliana di Castelvetrano è considerata una delle più talentuose esponenti di questo genere, sia per le sue collaborazioni e sia per i vari progetti, anche sperimentali, effettuati nella sua carriera. Questo suo ultimo lavoro diviso in due volumi, in realtà è più legato a una classicità universale, per indagare sulla fragilità dell’animo umano e sulla sua successiva potenzialità attraverso lo strumento della musica, come risoluzione e come redenzione. Si vive in uno stato esistenziale vicino a un confine che non può essere oltrepassato, come se la dimensione divina fosse proprio qualcosa di intangibile e difficile da decifrare, non riuscendo a far prendere forma una concezione astratta dell’esistenza, talmente siamo ancorati alla madre terra. Ecco che un senso di meditazione ci assale e ci proietta verso quell’altro mondo, non tanto come consolazione, ma come esempio di vulnerabilità e di protezione di cui abbiamo bisogno. In questo disco vivono tutte queste espressività, facendo dell’armonia quello strumento necessario per avvicinarsi ed elevarsi a uno stato più alto della materia, fino a congiungersi con l’universo. Voto 8

Link traccia d’ascolto

***********

Futuropalco – Fortezza di vetro

Futuropalco
Fortezza di vetro

Da quando i Calibro 35 hanno aperto la strada per riscoprire le colonne sonore degli anni ’70 reinterpretandole in chiave moderna, sono state molte le band che hanno seguito a loro volta questa strada. È il caso di questi ragazzi i quali, sconfinando fra jazz-prog, psichedelia kraut e variazioni cinematografiche, valorizzano quel tipo di sound rendendolo molto piacevole all’ascolto. Si evidenzia soprattutto l’uso dell’organo hammond  il quale dona a tutto l’album un suono vintage e accattivante, dimostrando ancora una volta che la bravura degli interpreti suggella ogni volta la classe superiore per costruire prodotti di qualità. Tutte le tracce sembrano proprio il sottofondo dei film di fantascienza che abbiamo amato, e che continuiamo a cercare nella nostra memoria come delle icone da ricordare. Musica bellissima e fascinosa che attrae e seduce, ci coinvolge in forma diretta, senza nessuna difficoltà celebrali, anzi, l’impatto costruttivo delle melodie di base è delicato come virtuoso al tempo stesso, trasformando i vari pezzi nella sequenza di una pellicola multicolore. Voto 8

Link traccia d’ascolto

***********

Marta Del Grandi – Selva

Marta Del Grandi
Selva

Questa interprete milanese ha ormai raggiunto un’aura internazionale dopo vari soggiorni in Belgio, Cina e soprattutto Nepal, in cui per tre anni ha potuto ritrovare il suo spirito e il suo percorso di vita. Ingaggiata da una nota casa discografica londinese, ci regala un album bellissimo dallo spessore creativo enorme, sia per la ricerca intrinseca che contiene e sia per il notevole valore musicale, dato da innesti particolari insieme a una produzione affascinante. Diviso fra jazz, minimalismo, pop adulto e accenni sperimentali, tutte le tracce scivolano via con un percorso in cui i vari registri della voce circoscrivono perfettamente tutte le emozioni narrate, identificandosi con ogni trama del racconto. Come ci dice l’autrice: “selva”, con il significato di bosco, foresta, è una parola dal forte valore letterario, un topos, un luogo archetipo, scenario di miti e fiabe dove è facile perdersi. Ed è proprio dentro questa messinscena dal vago sapore dantesco, ma che in realtà si apre a una solarità via via sempre più accesa, che prende forma uno dei lavori più belli dell’anno. Voto 9

Link traccia d’ascolto

Link traccia d’ascolto

***********

Lalli & Stefano Risso - QuiLalli & Stefano Risso
Qui

Questo album suggerito dal consiglio di un amico di rete, è un bell’esempio di espressionismo intellettuale perché, la cantante Lalli e il contrabbassista Stefano Risso, ci propongono la versione poetica di un jazz introspettivo,  fatto di suoni scarni e parlati altrettanto misurati. Chiaramente il background di questi due artisti si evidenzia da solo per circoscrivere una carriera esemplare, superarandosi per elaborare un prodotto di nicchia, sulla scia tipo quelli di Emidio Clementi e Corrado Nuccini. Questi testi recitati, elaborati, sono raccontati proprio per un’esigenza di sentirsi dentro alle storie, proponendole attraverso una sintesi ricca di contenuti. Poi, come sempre, progetti di questo tipo, richiedono una tensione partecipativa particolare, proprio per essere presenti ad ogni sussurro, e da questi creare un intero mondo intimo e complesso, dove convergono tutte le vibrazioni sensitive di ogni testo, che sia declamatorio o narrativo. Inoltre, la bellezza che racchiudono queste vicende, luccica proprio nel sentirsi come i cantori dell’epoca provenzale in cui la parola diventava suono e con essa libertà espressiva fino alla sua elevazione lirica. Voto 7,5

Link traccia d’ascolto

***********

Iosonouncane – Qui noi cadiamo verso il fondo gelido (concerti 2021-22)

Iosonouncane
Qui noi cadiamo verso il fondo gelido
(concerti 2021-22)

Questo triplo vinile rappresenta la versione live di “Ira”, lo splendido progetto che Jacopo Incani aveva dato alle stampe due anni fa, e che ora ritroviamo senza le sovraincisioni del disco originario, ma nella libertà facoltativa vissuta davanti a un pubblico di ascoltatori, e attraverso quelle variazioni che un’esibizione dal vivo deve avere, un po’ per dare una conferma sulla qualità dell’artista in questione, e un po’ per lasciarsi andare all’anarchia più estrema. Non è casuale, soprattutto nei concerti in questione, che la libertà espressiva e le potenzialità improvvisative del nostro eroe, diventano e formano delle canzoni nuove, anche se la parola “canzone” appare come un eufemismo, proprio per far rivivere tutto l’impianto attraverso un concetto estremo fino al disorientamento, trasportando l’attenzione verso una forma più alta di ricezione, come se un flusso di coscienza attraversasse ogni luogo dell’esibizione. Così, al di là di qualche pezzo noto, tutto il resto diventa materiale inedito, registrato in vari concerti e con musicisti diversi, giusto il tempo per assemblare in prodotto straordinario ricchissimo di emozioni e d’infinite sfaccettature. Inoltre, insieme alla neolingua che lo attraversa, se il suo titolo è sostanzialmente la traduzione di un verso del pezzo “Ojos”, la sua scelta metaforica esplode proprio nel raffigurare quell’abisso che ci appartiene, nel riaprire a livello psicoanalitico tutta la nostra creatività nascosta nel buio delle nostre indecisioni, e che ora viene completamente illuminata. Voto 9,5

Link traccia d’ascolto

***********

Earthset – Nosferatu

Earthset
Nosferatu

Questa band bolognese reinventa con un  post-rock molto viscerale, la colonna sonora del film storico di Fredrich W. Murnau del 1922, riuscendo a cent’anni della sua uscita a riproporre un’idea di musica completa, la quale, nelle esibizioni dal vivo, diventa un tutt’uno con il film muto stesso proiettato per l’occasione in sottofondo, ma che,  ascoltato anche solo sul vinile risulta sempre emozionante. Tutto questo perché il risultato è talmente convincente (senza cadere in ambientazioni troppo oscure, nonostante si illustrino delle immagini dell’orrore), perché la figura del vampiro viene per così dire, illuminata, da una suite divisa in 18 parti, in cui ambientazioni classicheggianti si alternano con divagazioni kraut-rock intrise di accenni tipici del soundtraks, con una pulizia del suono sorprendente. Sostanzialmente è un vero e proprio cineracconto, o cineconerto già provato con la trasposizione de “L’uomo meccanico” di André Deed del 1921 (primo film italiano di fantascienza) e che, con questo secondo progetto, continuano una carriera originale che avrà sicuramente esiti ancora più sorprendenti. Voto 8

Link traccia d’ascolto

***********

Daniele Sepe – Poema 15

Daniele Sepe
Poema 15

La carriera di questo sassofonista e compositore napoletano è un susseguirsi di progetti interessantissimi come appunto quest’ultimo, in cui, utilizzando il contributo collettivo del crowdfunding, realizza un accorato omaggio alla resistenza del Sudamerica, attraversando le vicende e i personaggi che hanno caratterizzato la sua storia secolare. Partendo dal golpe in Cile del ’73 si attraversano tutte queste latitudini da Cuba fino all’Argentina, mettendo in luce i poeti e i cantori che l’hanno raccontata: da Pablo Neruda a Silvio Rodriguez, da Atahaulpa Yupanqui a Rafael Hernandez Marin, fino a Felix Luna, Ariel Ramirez e Victor Jara. Ne esce una fusione di latin-rock con le inflessioni catautorali di queste terre, insieme alle sonorità partenopee, giusto il tempo per declamare non tanto un manifesto, ma un’elegia che diventa un inno vero e proprio all’amore e alla libertà intesa come valore poetico, e come desiderio ultimo per essere insegnamento a tutte le prossime generazioni. Inoltre, la presenza di numerosissimi ospiti, rende questo album un crogiolo cromatico dalle mille sfumature che fluttua dalla melanconia alla gioia di vivere, fino a circoscrivere un mondo lirico infinitamente emozionante.  Voto 7,5

Link traccia d’ascolto

***********

cocktail-slam-2 copia

Bene, abbiamo terminato anche questo terzo giro di aperitivi musicali, in attesa che altre nuove proposte rendano non tanto il mondo, ma la nostra semplice esistenza, più viva di ieri.

Salute ragazzi!

il Barman del Club

13 Comments on “Musica italiana – alcune buone uscite di fine 2023

  1. Direi ottime, ottime uscite davvero e hai dedicato a loro spazio e parole preziose. Che condivido. Così come condivido perfettamente i tuoi voti. Alcuni certo, solo sull’impressione della traccia d’ascolto che hai messo, che credo sia comunque molto esplicativa, altri, come Daniela Pes(sono contento di ritrovarla qui in mano alle tue impressioni e parole) Iosonouncane e Marta Del Grandi che già conoscevo.
    Grazie per le “perle” di cui hai scritto che poi, sotto natale, non so perchè, ma i miei ascolti intensificano i miei sentimenti, e qui c’è da ascoltare, sentire, leggete e “sentimentare” parecchio.
    “Gli italiani lo fanno meglio” anche l’aperitivo…per certo.

    Piace a 3 people

  2. La prendo io!!
    Ho ascoltato stamattina le tue proposte; devo dirti che sono rimasta meravigliata del grande spessore musicale di ricerca e composizione italiana (io l’ascolto poco). A parte Massimiliano Larocca e Daniele Sepe, non conoscevo nessuno, e invece sono rimasta molto colpita da Marte del Grandi, Sade Mangiaracina (molto bella la sua preghiera ), Iosonouncane e Daniela Pes. Tutto da ascoltare bene. Grazie, Bro; sono contenta.

    Piace a 1 persona

  3. la Pes la conoscevo già, (postato un brano qualche giorno fa su un mio pezzo)
    degli altri faccio ammenda e provvedo, ma sono sicuro che non mi pentirò
    da te c’è sempre ottima compagnia musicale
    ciao Antonio

    Piace a 1 persona

    • La musica possiede tutta una serie di vibrazioni che smuovono interi universi, inoltre, anche se questo è un semplice cocktail club, le sue pareti vibrano proprio in relazione alle note che tutti gli strumenti del mondo si concentrano in questo luogo apparentemente chiuso. In realtà noi viviamo nella libertà di esprimere le nostre emozioni, come tu che scrivi poesie, o io che vi servo da bere, e insieme godiamo di tanta bellezza.
      🍷🍸🍹🍺🍾🥂

      Piace a 1 persona

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.