graphic novel di qualità

Come già predetto nell’articolo precedente, la magia delle graphic-novel è sempre coinvolgente, soprattutto pensando (e guardando) allo splendido connubio fra disegno e parola: due arti in una, le quali ci conducono vicino all’eccellenza. Analizziamo alcune uscite interessanti.

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OCEAN
di Warren Ellis, Chris Sprouse & Karl Story

“Ocean” ha il pregio di unire oltre a un disegno molto suggestivo, una sceneggiatura particolare, nel raccontare una storia di fantascienza molto originale. Il tutto nasce nel ritrovare nell’oceano ghiacciato di una luna di Giove: Europa, delle capsule criogeniche con all’interno dei corpi dormienti ma, nell’analizzarli, si scopre che nel loro alfabeto psico attitudinale, ricavato dell’elaborazione dei loro dati, la parola omicidio ha delle variazioni nel definirlo  fino a 150 volte. Si deduce quindi che sono una razza di guerrieri, probabilmente molto pericolosi, e rimarrà il dubbio se risvegliarli o ucciderli, pensando alle eventuali conseguenze che ne deriverebbero. Da questo punto di vista gli autori sviluppano una trama intrigante che coinvolge il lettore alternando suspense e filosofia fino alle estreme conseguenze che una storia di avventura deve avere, ma in questo caso si va oltre all’eventuale colpo di scena, perché si alza il livello dell’asticella, scomodato etica e necessità,  vita e sopravvivenza.

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Nella vita ci sono, e ci saranno sempre delle scelte difficili da fare, perché in base al nostro operato il destino può prendere una direzione buona o cattiva, e come sappiamo non si può tornare indietro.

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IL GRANDE VUOTO
di Léa Murawiec

Pur non amando questo tipo di disegno, devo ammettere che il folgorante esordio di quest’autrice risulta talmente convincente da lasciar da parte eventuali paragoni con reminiscenze manga o influenze pop. La protagonista scopre un giorno che il suo nome è intaccato dall’omonomia che ha con l’improvvisa ascesa di una rockstar,  e nel mondo qui descritto è importante non essere dimenticati nel pensiero delle persone, perché si andrebbe incontro a morte certa. Allora lei decide di avventurarsi nel “grande vuoto”,  un misterioso luogo esistente oltre questa sterminata megalopoli, proprio per capire se sarà meglio scomparire del tutto o vivere dentro l’ascesa del successo, perche dimenticarsi non avrebbe senso,  meglio allora capovolgere il sistema diventando a sua volta un’altra star. Anche in questo caso subentrano implicazioni esistenziali relative al soffocamento dell’individuo per colpa della società di massa, in cui si vive solamente se si è ricordati dagli altri, altrimenti nessuno non ti riconoscerebbe più.

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Chiaramente il riferimento ai social è al mondo della rete e dei followers e implicito, in una società in cui conta solo essere presenti dappertutto, nonostante si sappia ormai tutto di noi stessi. Allora, è meglio il successo o l’anonimato?

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MIDNIGHT NATION
di J. Michael Stracznski

In questa bellissima opera si narra la storia del detective David Grey, il quale, nell’indagare una serie di delitti efferati, rimane gravemente ferito in una sorta di coma; si troverà come conseguenza intrappolato in un mondo parallelo esistente fra la vita e la morte, e suo malgrado dovrà districarsi fra horror e realtà attraverso un lunghissimo viaggio per rincorrere la sua anima. Dovrà convivere fra disperati e dimenticati, come se un inferno dantesco si fosse materializzato sulle strade americane, diventando via via un percorso on the road pieno di suggestioni esoteriche e implicazioni surreali. In realtà non tutto fila liscio, ma si legge con particolare piacere con la voglia di arrivare fino al finale, senza fiato.

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In fondo, ci capita anche nel sogno di parlare con l’altra metà di noi stessi: con il nostro alter-ego che traccia un confine, il quale, se oltrepassato, forse, non riusciremo a capirlo.

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BOB DYLAN – REVISITED
13 canzoni disegnate

Beh… quest’opera non ha bisogno di presentazioni: è tutto spiegato nel titolo. Praticamente rimane qualcosa per i completisti di Bob Dylan da ammirare e rigirarvi fra le mani lustrandovi gli occhi. Inoltre, se disegnatori importanti come Lorenzo Mattotti, Thierry Murat, Nicolas Nemiri, Francois Avril, Jean-Claude Gotting, Dave McKean, Alfred & Raphaelle Le Rio, Mael Le Mae & Henri Meunier, Gradimir Smudja, Benjamin Flao, Jean-Philippe Bramati and Zep, e poi ancora, Christopher e Bezian (praticamente il gota del fumetto mondiale), hanno prestato il loro talento per questo progetto, sicuramente la sua riuscita rimane senz’altro a livello di capolavoro, seguendo e illustrando proprio le più belle canzoni di questo grande artista.

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Io lo dico sempre: quando saremo completamente circondati dalla bellezza, tutto il resto non potrà che essere piacevole, proprio per dimenticare tutta la bruttezza che infesta l’umanità.

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SHANGRI-LA
di Mathieu Bablet

Altra grande opera da parte di uno dei più interessanti autori francesi. Praticamente si narra la storia di un’umanità costretta a vivere su un’enorme stazione orbitante per via di una Terra resa invivibile dagli sconvolgimenti climatici (e fin qui niente di nuovo). Quello che si evidenzia è la connotazione di una multinazionale che gestisce tutti questi abitanti, per così dire, spaziali, in un ambiente pieno di conflitti sociali e solamente circondati da pubblicità e aggiornamenti tecnologici, senz’arte, ne cultura o ricordi del passato, e nello stesso tempo cerca di sentirsi Dio nella costruzione in laboratorio di un’altro tipo di uomo, più forte geneticamente.  Tematiche già analizzate dalla branchia di una certa fantascienza sociologica, ma che in questo caso si  riflettono dentro a molti livelli di lettura e con una serie di trame le quali sembrano non incontrarsi mai, mentre la narrazione scivola via alternando subdola violenza e filosofia disperata. E allora cosa ci rimane? Forse quel recondito istinto di sopravvivenza il quale deciderà il futuro di un’umanita compromessa, e che noi dovremmo guardare perché non impariamo mai dagli errori commessi nel nostro passato.

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Cosa volete che vi dica? Siamo sempre vissuti in quest’ambivalenza che alterna quiete e orrore, pace e violenza, e finché l’equilibrio rimarrà, forse, una speranza ci rimane.

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PROSOPOPUS
di Nicolas De Crécy

L’ultima graphic-novel che vi porgo nasce dalla penna di quest’altro autore francese, ma innamorato di un immaginario giapponese, come per esempio quello degli “Yokai” in cui spiriti o demoni incarnano elementi metafisici. Protagonista è come sempre l’enorme città che potrebbe essere sia Parigi come New York, e dove si consuma il classico delitto efferato, ma in questo caso, l’eventuale colpevole, costretto in una fuga disperata, quasi disorientante, si ritroverà coinvolto più dalle creature del suo inconscio che da quelle esterne, per quanto non meno spaventose. Quello che stupisce fra queste pagine è l’alternanza del ritmo incalzante della storia, con una serie di tavole completamente in silenzio, mute, dove solo l’immagine diventa narrazione cinematografica. Ma è proprio in quest’assenza della parola che l’espressività diventa un soggetto predominante, giusto il tempo per assaporare la forza e l’impatto che un’impostazione grafica si realizza,  nello stesso momento in cui l’eventuale trama si basa solamente sul movimento e sulla vibrazione del disegno.

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Noi possiamo stupirci anche nell’eventualità d’immaginarci una serie di vicende, anche soltanto completandole con la nostra mente funzionale, poi la fantasia farà tutto il resto, al di là che si parli di vicende noir o della normalità che ci circonda.

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Bene, chiaramente queste sono delle mie scelte particolari nel mondo affollato del fumetto di qualità, poi come sempre, ognuno di voi potrà proporre altre storie fascinose, mente io, come sempre, vi preparerò da bere…

Salute ragazzi!

il Barman del Club

21 Comments on “Graphic Novel di qualità – part.2

  1. Scelte molto interessanti, e le tue parole così piacevoli, come sempre, mi portano a dire “e ora? Non saprei quale scegliere, le fa sembrare tutte così splendide!”☺
    Forse Prosopopus è quello che mi attira di più, per il tema viscerale ma anche per il disegno.
    Allora, mentre versi da bere (grazie) ti dirò “Stacy” di Gipi, non certo un lavoro facile, non certo un tema semplice da raccontare, anzi. Seguendolo da sempre credo che abbia fatto un lavoro molto, molto coraggioso, anche per il verso straordinario che ha preso ormai la sua carriera, la sua fama, meritatamente oltretutto per quel che penso, un forte scossone.
    Ora è tempo di bere…mi zittisco quindi😉…alla nostra Antonio…

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