IL SUO RUMORE

IL  SUO  RUMORE

Basterebbe
uno strusciare di passi
un’ ombra che scivola lenta
nell’ ombra
un pigiama appoggiato
sui bordi del letto
con il suo profumo
due pantofole azzurre
perfettamente in ordine
e sole
in attesa di quell’ abitudine

Il suo rumore

la sua mano che cerca la mia
e se ne va

Antonio Bì

L’ ARIA

L’  ARIA

Forse
è stato quel tuo movimento
a lasciare
anche solo nell’ attimo
l’ ansia del tempo
oltre i confini di un respiro
come  l’ aria

Forse
sono stati i capelli
a giocare
con le mani
senza mai farsi prendere
a  ridere   parlare
come l’ aria

Forse
è stata soltanto  percezione
la consapevolezza
di essere insieme
gioia e turbamento
realtà ed evanescenza
necessità

come l’ aria

Antonio Bì

IL ROSA E IL VIOLA

IL  ROSA

L’ accarezzarci
è leggere il libro
dell’ ultima giornata
perchè le dita riconoscono
il sole che rimane
intatto
stupefatto
della nostra luce
mai dimenticata
“Cosa guardi fuori vieni qui da me…”
E da altre finestre
altre ombre si ritraggono
per unirsi al corpo
completando la sua storia
“Guardavo se il mondo era uguale a noi…”
E altre mani si parlano
sfogliando le pagine della quotidianità
di un’ altra aurora
pronta a illuminare
la nostra oscurità
mai dimenticata

IL  VIOLA

Ho posato gli occhi
sopra la fine del giorno
che ricomponi piano
insieme al vestito
accarezzato
dolcemente con la mano
insieme alla premura
di fare un po’ di ordine
dentro a queste ore buie
Poi ci fermiamo a guardare
come se questo panorama
fosse ancora
un’ orizzonte da indossare
come se la notte
non volesse mai arrivare
messa da parte
insieme agli ultimi indumenti
Lasciata sola nell’ eternità
di questi pochi gesti
insieme ai colori
dei nostri movimenti

(Antonio Bì)

poesie tratte dalla performance “La città riflessa – i colori”
eseguita insieme al pittore Luigi Florio

HA ANCORA SENSO LA POESIA OGGI ?

Questa poesia a Gabry piaceva tantissimo e la regalo a tutti gli innamorati, agli amanti della poesia, a chi crede ancora nel valore delle piccole cose…
Un ultimo saluto, perchè so che le farà piacere


HA ANCORA SENSO LA POESIA OGGI ?

“Amarci è poesia” così mi hai scritto

e vivere questa emozione
è partire con l’ arcobaleno
nella borsa da viaggio

– e io so dove incomincia –

è conoscere l’ orizzonte
che ti ritrovi accanto
stretta per mano

– e io so dove finisce –

è scoprire il sapore dell’ alba
sopra il tuo seno
prima che la finestra si apra

o ritrovare

sulle terre emerse della sera
lo stesso movimento
che ci regalava il mare

– e io so come farlo durare –

E’  bello
guardare insieme un tramonto
capire che il tempo
non è una frase banale
e poi ritornare a nuotare
sulle acque disegnate dalla pelle
Sciogliere
tra le dite il sole
e donarci un foglio di cielo
con la firma
dei nostri colori

– e noi sappiamo come coniugare i sudori –

E se amarci è poesia
mai come oggi
queste mie parole
hanno un senso

(Antonio  –  forever Gabry)

UN AMORE GRANDE PER UN GRANDE DOLORE – dedicato a gabry

PARLAVAMO  SEMPRE  DELL’ ETERNITA’
MA  ORA  IL  MIO  CIELO
HA  MISURE  TROPPO  PICCOLE
PER  ASCOLTARTI
TROPPO  GRANDI
PER  CERCARE  DI  ABBRACCIARTI

 Antonio Bianchetti

 

***

gabriella melis foto

IL “VIAGGIO” DI TONINO GUERRA

Il “viaggio ” di Tonino Guerra è terminato (o è iniziato) settimana scorsa. Ottimo scrittore, gran sceneggiatore di film famosissimi ma, soprattutto, grandissimo poeta. Ed è proprio la sua produzione letteraria che dovrebbe essere ricordata di più, marginalizzata da una cultura corrotta, egocentrica di fronte alle liriche dialettali. La poesia di Tonino Guerra era ed è scritta come una lunga canzone, in quella lingua “romagnola” composta di suoni e note piene di colore, dalle infinite sfumature. Giornali e telegiornali hanno insistito troppo sul suo conosciuto spot pubblicitario, come se il presente fosse il solito mondo di persone schiavizzate dalle immagini. Eppure c’è ancora qualche persona che piange o che ride di fronte a una poesia, come quella celeberrima dove descriveva di capire cos’era la libertà, soltanto quando, uscito dal campo di prigionia dov’era detenuto durante la guerra, vide una farfalla, e non ebbe voglia di mangiarla. La sua umanità era autentica, come il mondo in cui viveva e di cui faceva parte.  Io ho sempre diffidato di quei seguaci che utilizzavano le sue parole per riempirsi la  bocca. Se Tonino diceva “com’erano belle le osterie di una volta”, anche loro lo dicevano senza magari averle mai viste, senza sapere che il mondo contadino che le popolava, era un mondo fatto di fatiche quotidiane senza fine e di angoli ristretti dove perdersi. Ogni generazione ha il suo mondo da abitare

“L’ aria l’è cla ròba lizìra / ch’la sta datònda la tu tèsta / e la dvènta piò cèra quant che t’ròid”  (L’aria è quella roba leggera – che ti gira intorno alla testa – e diventa più chiara quando ridi). E’ questo il mondo semplice e schietto di Tonino Guerra, un mondo carico di allegria e di tanti ripensamenti sul passato e i cambiamenti del tempo, e della sua gente che non ha mai dimenticato. A me piace ricordarlo con il suo poemetto “Il viaggio”, pubblicato da Maggioli Editore nell’ 89, dove si narra di una coppia di anziani i quali, finalmente, decidono di “intraprendere” un  viaggio che, a piedi, li porterà dall’ appennino romagnolo fino al mare, che in vita loro non avevano mai visto, distante appena trenta chilometri, e di cui avevano soltanto un’ idea favolosa, ricavata dai racconti di una pescivendola che un tempo arrivava da loro in bicicletta. E durante questo cammino popolato da incontri inusuali e comici, una sorta di “amarcord” di tutta un’ esistenza, si evidenzia quella voglia di essere a metà strada fra la realtà e la fantasia: un mondo luminoso, sotto l’opaca cenere della superficie, che cerca soltanto degli occhi che lo sappiano vedere. Infatti, poi, quando i due vecchi arriveranno finalmente al mare, lo troveranno avvolto nella nebbia; così, senza capire bene dov’erano finiti, insieme ai loro sogni, ci si immergeranno, abbracciandosi. Metafora della vita e della morte e dell’ incognita che ci aspetta dopo. Anche il viaggio di Tonino è terminato, e non sappiamo se continuerà oltre il mare e la nebbia che l’ avvolge, ma di sicuro, continuerà dentro di noi.  “Lòt lòt, lòt lòt, i è arivàt a mètsi disdài / sòura la sabia sòtta e i stèva si òcc / a guardè dròinta la nèbbia in dò che fèva piò cèr / e Rico u i gèva d’avài pazinzia / che da un mumènt a cl’èlt l’ aròiva e’ mèr”  (…piano piano sono arrivati a mettersi a sedere – sulla sabbia asciutta e stavano con gli occhi – a guardare dentro la nebbia dove faceva più chiaro – e Rico le diceva di avere pazienza – che da un momento all’ altro arriva il mare)

il Barman  del Club

I MIGLIORI DISCHI DEL 2011 per l’ Intonation Cocktail Club 432

Lo so… le classifiche lasciano sempre il tempo che trovano, però mi piace; e per un appassionato come me di musica la cosa mi stuzzica sempre. Anzi, ho usato la parola “appassionato” ma, sarebbe meglio usare la parola “malato”. Di dischi in un anno ne compro tantissimi, di conseguenza le mie scelte sono le scelte dei miei acquisti, e basta. Prendetele così, e devo dire che quest’anno nel campo del rock’ n ‘blues (che poi è il mio settore preferito) non ci sono state a mio avviso delle uscite eclatanti (poche… a dir la verità), di conseguenza nelle mie scelte ho compreso anche “fusion & soul” schiacciando l’ occhiolino anche al jazz, perchè oltre questi confini la qualità non manca mai.

I migliori dischi del 2011 – parte  1
(10 scelte di generi diversi e di alta qualità)

I migliori dischi del 2011 – parte  2
(10 scelte per un pubblico di esperti e di massima qualità)

I migliori dischi del 2011 – parte 3
(10 scelte alternative che vanno da frikettoni nostalgici
a competenti veri e propri… con un’ ultima pazzia)

*****

Schede sigole disco per disco

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Carlo Fruttero e i mondi di Urania (o il nostro ?)

Su Carlo Fruttero, scomparso domenica scorsa, in rete potete trovare di tutto. Volevo solamente soffermarmi su una “scelta di vita”, che io ritengo basilare per la dimensione di un uomo; e quando uso la parola “uomo”  non intendo il semplice sostantivo, ma il significato intrinseco che ne racchiude la grandezza. Non è un caso che lui, un giorno, andò da Gulio Einaudi dove lavorava (e qui parliamo dell’ Einaudi degli anni ’50: centro dell’ intellighenzia italiana del periodo, che gravitava intorno a Natalia Ginzburg e Italo Calvino), ebbene, andò da loro, suoi carissimi amici annunciando che lasciava la, “loro”  casa editrice, per andare alla Mondadori,  per fare Urania, un giornaletto di fantascienza con omiciattoli verdi in copertina. Come disse lui: provate ad immaginare la loro faccia (!)  E’ questo il punto, una persona inelligente con una carriera davanti, dentro al tempio della cultura italiana degli anni, che invece segue le sue passioni, la sua voglia di essere un uomo libero. Se poi a questo aggiungiamo la sua collaborazione con Franco Lucentini, sostanzialmente la sua altra metà, il resto è fatto. Con lui ha firmato quasi tutti i suoi libri, anche qui irritando la critica, la quale sosteneva che era impossibile scrivere a quattro mani, perchè in due si può essere al massimo degli astuti mestieranti in cerca di soldi; l’ ispirazione deve essere unica. Quante stronzate… loro hanno dimostrato il contrario, pubblicando una serie di libri, da A che punto è la notte  La donna della domenica (da cui Luigi Comencini ha tratto un bellissimo film) che, se qualcuno li ha relegati nella letteratura di genere come dei semplici “gialli”, invece sono degli ottimi romanzi alla fine accettati dalla “critica”.  A loro diventare ricchi non interessava, volevano seguire le loro passioni, vivere vivendo le loro passioni, e così hanno fatto, soprattutto lui: Carlo Fruttero, moralista divertente e ironico, mai sarcastico, semplice nella sua umiltà e acuto nel suo disincanto. Come ha scritto Paolo Di Stefano: quel profilo basso dei sentimenti (e della scrittura). E io aggiungerei, quel profilo autentico, che non guasta mai. Basta leggere il titolo di uno dei suoi libri: La prevelenza del cretino, già (!) quanti ce ne sono nella nostra società, e vi posso assicurare amici miei, che questa, non è fantascienza…

IL SEGNO DEL COMANDO – Da Scillipoti a Schettino (e oltre…)

Questi ultimi giorni, dopo la tragedia della Concordia, ho letto e sentito molte opinioni sul comportamento del Comandante Schettino e sugli accostamenti alla italianità; in poche parole ci hanno associato, semplificando, alla codardia. Non ci siamo (!) E’ vero che il comportamento di questa persona è ingiudicabile di fronte alla tragedia, ma al contempo c’è stata un’ infinita serie di persone (dal Commissario di bordo e altri comprimari anonimi fino al Comandante della Capitaneria di Porto) che hanno dimostrato che c’è tutta un’ altra figura di italiani: quella delle persone semplici e responsabili, che danno tutto. E questo è il punto della questione, il problema italiano è che spesso, le persone messe al “comando” non sono all’ atezza della situazione, perchè raccomandati,  amici del politico, amici del banchiere, amici del prete, amici dell’ amico. Senza nessuna preparazione professionale adatta alla carica che presiedono, perchè la loro convenienza è anche la convenienza di un altro, il quale pensa di detenere il “potere” circondandosi di burattini, o come si dice oggi, di “yes man”. E’ un problema antico. E spesso queste persone hanno la presunzione di essere i migliori; poi si vedono i risultati…  E’ questa la differenza fra gli italiani  e le altre nazioni di una certa importanza: il segno del comando.  Ha avuto ragione Crozza, quando nella sua satira di martedì scorso diceva: “… a proposito di comandanti, ma vi ricordate soltanto un anno fa, che ce né stato un altro, il quale diceva che non c’era la crisi, che andava tutto bene, che era tutto a posto. E intanto la nave…”   Già !  la nave: noi affondiamo e i comandanti scappano. Non fidatevi mai di chi vi dice che va tutto bene; confidate solamente delle persono umili, semplici, proprio come voi, che stanno intorno a voi.

il Barman  del Club

Ma l’ Italia non era una repubblica democratica fondata sul lavoro ?

Qualche giorno fa in televisione ho sentito lo sfogo di un operaio di una delle tante fabbriche italiane che stanno chiudendo, il quale, disperato diceva: “… non me ne frega niente della pensione, fatemi lavorare fino a ottant’anni, ma fatemi lavorare !!! “.
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MONTI & TREMONTI – sempre salite all’ orizzonte


E’ sempre la solita storia, e sono sempre i soliti a pagare. Della manovra appena partorita, in rete si trova ormai molto per farci riflettere: dalle pensioni basse non indicizzate, alle frequenze regalate; dalla falsa patrimoniale, alla “Chiesa” esclusa dal pagamento della nuova ICI, e la meteorogia prevede nubi scure sopra il cielo dell’ Europa, mentre l’ Italia festeggia i suoi 150 anni. Ed è proprio 150 anni  fa che nel mondo industrializzato si faceva largo la prima grossa crisi economica, risolta parzialmente con il colonialismo, ma poi sfociata con la prima guerra mondiale. E dopo la seconda crisi del ’29 arrivò la seconda guerra globale. Guarda caso tutte e due (le crisi) iniziate negli Stati Uniti (come quest’ ultima), ma poi le guerre hanno dilaniato la vecchia Europa. Per carità, di morti americani ce ne sono stati moltissimi, ma il suolo devastato dalle bombe è stato il nostro, perchè sono sempre i soliti a pagare, sempre i soliti a morire. Lo sò, detto  così è sintetizzato in maniera molto semplicistica; ci sono stati i regimi dittatoriali ma, bisogna chiedersi perchè sono nati e come. Lo ripeto sono sempre i soliti a pagare, da qualsiasi parte si guardi la faccenda. Mi viene in mente quella telefonata intercettata all’ indomani del terremoto che distrusse l’ Aquila, dove, quella simpatica persona, rideva pensando ai suoi prossimi affari. Gli speculatori sono sempre sopra di noi, sopra i “monti” come gli avvoltoi, oppure saranno i monti a franare sulle nostre case (fatto tra l’ altro già accaduto). E’ stata troppo bella la battuta di Fiorello: “se dopo ogni manovra erano gli italiani ad iniziare a piangere, cosa succederà ora, che ad iniziare a piangere sono i ministri ? ”

L’ HANNO CHIAMATA L’ ULTIMA ERESIA – La scelta di Lucio Magri

Settimana scorsa si è tanto parlato del “suicidio assistito” di Lucio Magri, come di una sorta di “ultima eresia”. Lui, l’ eretico per eccellenza della politica italiana, come se l’ essere diversi, innovativi o se vogliamo, “contro”, e io aggiungerei: intelligenti, debba per forza far sembrare una persona un eretico.
Perchè in Italia se non si è “democristiani” ci si trasforma inevitabilmente in un alieno ? Già democristiani… e giù tanti discorsi sul fatto che la vita non ci appartiene e così via… tutte stronzate ! La vita è solo nostra e solo noi possiamo decidere cosa fare di essa, come scegliere di morire, punto. L’ unico rammarico è  la scomparsa di un personaggio che per la mia crescita culturale e politica rappresentava, insieme a Lucio Libertini, uno dei pochi a cui far riferimento, specialmente oggi dove il parlamento si è trasformato in una barzelletta, tra l’ altro molto costosa. Peccato… è rimasto un grande vuoto difficilmente colmabile in questa quotidianità che ci circonda. Ma la sua scelta va rispettata, e come tale dobbiamo accettarla, in silenzio, come il silenzio scelto da lui senza clamori.
Siamo noi che vogliamo sempre urlare e sempre dopo, sempre…

“Esilio di sicurezza” ultimo atto

Sabato sera 26 novembre nella splendida cornice del Chiostrino di Sant’ Eufemia a Como (piazzolo Terragni 4 traversa di Via Indipendenza) si terrà l’ ultimo atto (o se preferite l’ ultima tappa) del tour dell’ Esilio. Spettacolo multimediale a base di poesia-musica-immagini già molto pubblicizzato in questo blog – vi aspettiamo numerosi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

“LA CITTA’ RIFLESSA” – Incontro con la poesia di Antonio Bianchetti e la pittura di Luigi Florio

Venerdì 21 ottobre presso lo spazio Acàrya di Como si è tenuto il reading
di Antonio Bianchetti insieme alla pittura di Luigi Florio.
Dopo un inizio di letture che avevano come tema la “città”, si è poi proiettato un video dove si vedeva il pittore che eseguiva un suo quadro e ne spiegava i contenuti. Un’ intervista e una panoramica dei suoi lavori concludeva la seconda parte della serata, che continuava con la visione di particolari di vari dipinti, dove si sono lette della poesie che avevano come protagonisti “i colori”  (esattamente 12: dal rosso al nero).
La città riflessa faceva da sfondo, o se volete, da retrogusto delle varie liriche che, con una visione impressionistica, catturavano le emozioni intorno al cromatismo dell’ insieme, mentre, colore dopo colore, in senso circolare, si concludeva il tutto ricollegandosi alla prima poesia declamata.
Chi c’era ha apprezzato molto.

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LA TERRA DESOLATA

In un’ atmosfera particolare si è svolto sabato 27 agosto 2011 a Como il reaging della poetessa berlinese Birgit v. Criegern.
Testi sociali, attuali, a volte duri ma, legati insieme da una introspezione e un’ analisi tipicamente femminie.  Versi asciutti e spolpati da ogni orpello manieristico. Delle carezze che sembravano schiaffi
dentro a un tessuto narrativo che non lasciava scampo a nessuna interpretazione personale: la realtà sbattuta in faccia come il pane quotidiano, un pasto amaro e insipido che, morso dopo morso,
affrontava il nostro tempo con lucida introspezione, con la semplicità e il coraggio di una donna dall’ aspetto minuto e dolce
e nello stesso tempo, tenace e combattivo. Sempre in prima linea, per non arretrare mai dalle sue convinzioni, dalle sue battaglie.


Il titolo del reading:  “DAS KALTE LAND”  tradotto letteralmente
“Il paese freddo”, in senso traslato poteva diventare: la terra fredda, un ideale collegamento alla  “Terra desolata”  di Eliot, perché,
questa europa che ci appartiene e che ci vive intorno, schiava del suo benessere e delle sue contraddizioni, rappresenta il luogo e lo specchio
di una generazione troppo occupata a pensare alla sua futilità.
Non è un casuale se guardiamo alle rivolte che hanno devastato le periferie londinesi, perchè i negozi saccheggianti non erano del pane o di generi alimentari, ma degli ultimi cellulari alla moda.

                                                                              
Nelle foto sopra a partire da sinistra verso destra:
il jazzista  Marco Bianchi,
la poetessa  Birgit v. Criegern
e l’ attrice milanese Domitilla Colombo

                                                                                 

“DAS KALTE LAND / IL PAESE FREDDO” – reading della poetessa berlinese Birgit v. Criegern

Nell’ ambito della serie “L’ altra Europa – incontri di poesia contemporanea”  sabato 27 agosto alle ore 21,15 nella splendida cornice del Chiostrino di Sant’ Eufemia a Como (piazzolo Terragni 4), si esibirà la poetessa tedesca Birgit v. Criegern.   Nata a Monaco di Baviera nel 1976 ha studiato Gremanistica, Storia dell’ Arte e Cultura Islamica a Berlino. I suoi testi, liriche e prose, sono state pubblicate sulle riviste “Streifuge” (Vienna) e “Die Brucke” (Saarbrucken).  Ha lavorato come giornalista per “Neues Deutschland”, “Junge Welt”, “Teopolis” e altre testate occupandosi in particolare di politiche sociali e dei diritti di stranieri e rifugiati, affiancando all’ attività giornalistica l’ impegno sindacale. Attualmente vive a Berlino dove lavora come insegnante.
Un appuntamento da non perdere, anche perchè ad accompagnare la lettura delle sue liriche ci saranno il jazzista Marco Bianchi, e l’ attrice milanese  Domitilla Colombo

das kalte land - il paese freddo

LA POESIA ININTERROTTA – monologhi e performance d’ autore (5° ediz.)

5° edizione de “LA POESIA ININTERROTTA – monologhi e performance d’ autore”, organizzata dal Gruppo Acàrya di Como

I MIGLIORI ALBUM DEL 2010 per l’ Intonation Cocktail Club 432

Il  2010  è stato un anno con delle buone uscita discografiche e anch’ io volevo segnalare, secondo le mie preferenze, i migliori album che ho ascoltato; anche se le classifiche sono sempre fine a se stesse, vicino ai gusti personali e lagate all’ emotività dei vari momenti della vita. Ma, siccome a volte è bello anche giocare… divertiamoci (!)  chissà se qualcuno è sulla mia stessa linea d’ onda.

I  primi  migliori  “dieci”
(più  una  ristampa d’ eccezione)

 

 

I  secondi  migliori  “dieci”
(e  due  bellissimi  live)

 

(a presto il riepilogo delle recensioni di ogni artista)

Performance “Esilio di sicurezza” all’ ARCI Cicco Simonetta – Milano

Pubblichiamo stralci del video della nostra ultima performance del “Tour dell’ esilio” nel bellissimo ARCI Cicco Simonetta, in via Simonetta a Milano

Continua a leggere “Performance “Esilio di sicurezza” all’ ARCI Cicco Simonetta – Milano”

PRIMA CHE VENGA LA NOTTE – Ma i vampiri esistono davvero ?

E’ iniziato nello “Spazio Acàrya” di Como il ciclo: “Prima che venga la notte – ma i vampiri esistono davvero ?” con la prima serata dal titolo: INTERVISTA AL CONTE VLAD – Origini, letteratura e cultura pop.  La performance si è svolta prendendo spunto dal libro di Anne Rice “Intervista col vampiro” da cui è stato tratto un film di notevole successo.
Un ipotetico giornalista intervista un ipotetico vampiro e, attraverso ironia, sociologia, storia, cultura e psicanalisi, si ripercorrono in senso originale tutti i perchè del ciclico successo di questi esseri leggendari che, puntualmente, tornano sempre di moda. Chiaramente durante la godevole serata, fra domande e risposte, lentamente le parti si invertiranno fino a domandarsi chi è veramente il “mostro”, finendo che sarà il vampiro a rifare al giornalista gli stessi quesiti iniziali, con un’  inversione dei posti.

A presto sarà pubblicato l’ intero testo della  “intervista”.
Volendo potete trovarlo sul sito www.acarya.it  in questa pagina:http://www.acarya.it/nuovep.html

 

 

Giorgio Canali – Live al Music Sound di Como


Giorgio Canali, grande personaggio italiano che non ha bisogno di presentazioni, dopo un’ importante militanza nei CCCP e nei CSI e una lunga carriera solista, che lo ha portato a pubblicare ottimi album di un sanguigno rock unito ad una forma di cantautorato per niente banale
(e citiamo per questo i due ultimi ottimi lavori intitolati “Tutti contro tutti” e “Nostra signora della dinamite”, pubblicati insieme al suo gruppo: i Rossofuoco).  Si è esibito in uno spendido concerto lo scorso 26 febbraio al Music Sound di Como (ottimo “spazio” lariano destinato, aimé, alla chiusura, come tante realtà in giro per l’ Italia, dove, una cultura musicale per niente radicata, soprattutto nei “depositari” della politica, sempre più ciechi e sempre più ottusi, ci sta trasformando ormai in un paese che, definirlo delle banane, è un eufemismo fin troppo superato). Un concerto sporco, cattivo, di presa immediata che ha scatenato il pubblico presente. “E’ la prima volta che salgo sobrio sul palco…   ha esordito (!) colpa di un’ influenza intestinale, che però non gli ha impedito di sfoderare i suoi cavalli di battagli in un’ atmosfera infuocata: pezzi come “Quello della foto” . “Alealè” – “Lezioni di poesia” – “Tutti gli uomini” – “Rifugi di emergenza” -“Nuvole senza Messico” – “Schegge vaganti” – “Piccoli mostri crescono” – “Precipito” e altri ancora, si sono succeduti senza sosta, inarrestabili, trascinando tutti in un ascolto che è andato al di là della solita fruizione, diventando infine partecipazione.

“Sconosciuti che salgono sui tram il primo d’ aprile / scordano l’ ombra sul sedile / e poi fanno finta che sia uno scherzo / per nascondere l’ ennesimo tentativo di sparire./
E provo a immaginare il vicino al di là del muro / col suo eterno trapano in mano / a riempire di buchi il suo mondo e il suo futuro / poi guardarsi allo specchio a conferma di esistere davvero.

Poesia e grande musica unita a emozioni fortissime
grazie Giorgio !

il Barman  del Club

LA POESIA ININTERROTTA – il monologo come arte della parola (3° ediz.)

I due prossimi venerdì di  febbraio alle ore 21,15 si terrà nello Spazio Acàrya di Como la terza edizione de “LA POESIA ININTERROTTA – il monologo come arte della parola“. Venerdì 12 l’ attrice Carla Giovannone interpreterà  “SE BELLA VUOI APPARIRE”  del regista Paolo Bignami:
Una donna elegante tiene una conferenza. Parla di donne, dei loro diritti, delle battaglie combattute per conquistarli. Delle donne di ieri e di oggi. Con precisione ripercorre tappe importanti dell’ enancipazione femminile e racconta di personaggi che, delle donne, hanno segnato la storia. Via via questi personaggi prendono corpo e voce ed è la vita stessa della relatrice a invadere la scena.
E’  un mondo fatto di sogni realizzati e mancati, di trasgressioni e delusioni. Convivono le conquiste e le sconfitte più recenti con valori, abitudini e frustazioni antiche, appena nascoste sotto una patina di modernità.
Ne esce un ricco universo femminile, quello che l’ ha accompagnata dai giorni dell’ infanzia, ma forse è solo il ritratto di una donna di oggi, reso vitale dalla freschezza istrionica e dalla verve dell’ attrice.

Carla Giovannone si diletta con il teatro dai tempi del liceo. Socia fondatrice dell’ Associazione Culturale di Ricerca Teatrale “Anello di Moebius”, si occupa poi di teatro per ragazzi, sia come insegnante, sia come attrice.  Il suo lavoro di libraia la porta a immergersi nel caleidoscopio della letteratura per l’ imfanzia, con cui gioca e si fa conoscere nel ruolo di cantastorie.  Ha esplorato la figura del clown, attratta dalla sua colorata poesia.  Per la prima volta collabora con l’ Associazione Culturale “Teatrame”, con questo testo di Paolo Bignami, già autore del primo monologo da lei interpretato.
Il teatro è per lei malinconica alchimia e puro divertimento

***

Per il secondo monologo, aggiornamento a settimana prossima.
www.acarya.it   (o pag.  “ultimi eventi)

La vendetta del caciocavallo


Ce l’ abbiamo fatta; è vero che noi italiani all’ estero dobbiamo sempre farci riconoscere, ma questa volta ci siamo superati. Siamo riusciti a bloccare un intero aereoporto con un caciocavallo.   Il fatto si è verificato durante le feste di Natale e ha visto protagonisti tre cugini  di Rionero Sannitico (Isernia), che andavano a trovare dei loro parenti a Cleveland.  Arrivati nello scalo di Chicago, i ragazzi sono stati bloccati dalla security, ingannata dalla forma sferica del formaggio, del tutto simile a una bomba.  “Italian cheese…!  italian cheese…! ”  continuavano a ripetere i tre “sventurati” sottoposti a una perquisizione esasperata, dettata dalle norme antiterroristiche e dall’ allarmismo verificatosi negli Stati Uniti in questi ultimi tempi.
Anche se il tutto si è risolto con una risata generale, il caciocavallo ha avuto la sua vendetta, si è reso per un giorno protaginista,  mandando in tilt,  per più di un’ ora, uno dei più importanti aereoporti mondiali. Chissà poi se  gli agenti insieme ai tre poveri malcapitati hanno brindato con del buon vinello molisano… perchè al quel punto, se lo saranno anche mangiato, il formaggio; dicendo tra di loro: “però!  questi prodotti italiani, sono proprio una bomba…”

Il cielo di marte

“Il cielo di marte” è il titolo di una delle più belle raccolte di poesie apparse in questi ultimi anni in Italia. Pubblicata nel 2005 dalla collana “bianca” di Einaudi e scritta da Andrea Temporelli, alias Marco Merlin, che usa pseudomino e nome legati alla sua vicenda personale (il nome è quello di un suo fratello morto in giovane età e il cognome è quello della madre da nubile, anch’ ella prematuramente scomparsa), per unire in maniera lirica la profondità dei suoi affetti. Tutta la raccolta è infatti legata alla sua ineriorità e a vicende simili di amicizie e amori, a volte non propriamente suoi ma, intrinsecamente appartenenti a se stesso, come un duplice specchio che riflette all’ infinito i suoi pensieri.  Un sosia in cerca di altri sosia, o un suo doppio ripetuto continuamente per rafforzare alla fine la primitiva immagine. Quasi a esorcizzare la brevità della vita e dei sentimenti, e a liberare quella forza vitale troppo spesso nascosta nei lati oscuri dell’ anima.
Queste poesie si lasciano assaporare dentro e fuori il suo bellissimo canto, perchè l’ autore non si lascia intrappolare nella poetica del frammento, nella linea che ha imprigionato tutta la Poesia del ‘900 dentro all’ idea del “m’ illumino d’ immenso”, o di una sintesi che ha ucciso tutto il senso della parola “lirica”.  Lui canta, recuperando il senso originario di questa antichissima forma d’ arte: da Omero a Virgilio, da Petrarca a Dante, fino a alcuni importanti autori anglosassoni e americani come Eliot ed Ezra Poud, o  al Pasolini più intenso de “la ricchezza”.
Leggere tutta la raccolta è come scivolare nella bellezza della sua musicalità, assaporando le storie personali che si avvicendano e che diventano nostre, anche nelle nostre interpretazioni, perchè è bello sentire finalmente un poeta che ha voglia di raccontarsi senza pregiudizi, senza nascondersi dietro a brevità inconsistenti.
E’  un lungo assolo di uno dei più promettenti autori del nostro tempo e che vi lascio gustare con una delle sue composizioni…

DICERIA  DEL  POETA

” Poiché per lungo tempo ti ho aspettata
e vanamente alle solite vie,
ho deviato il percorso
ho visitato luoghi oltre le mura
giurando e spergiurando
di vincerti con le mie fantasie.
Ma ovunque uno diceva: “Qui è già stata
e chiedeva di te”
(Questa letteratura
puzza di pesce marcio.  Se hai già morso
il tuo fiato è segnato).  E’  come quando
l’ amore ti tradisce e sei patetico.
Così non sei tornata e non c’è niente
da aggiungere alla fogna
che il tuo abbandono schiude per la mente
(E già potrei finire, dirti che
disprezzo chi ti sogna)
Ma qui dove ti perdo sempre io
non è l’ autore, martire fra le schiere
di mamertini in  festa
con le baldracche di Baudleaire  (amanti
per cui non c’è mai stato verso
di prenderti).  Le tue pene leggere
in questa dittatura sono il mio
conforto:  nella bara
(gradevole per tanti)
che ci hanno predisposto  la mia testa
manda segnali strani – e tu ne hai perso
il codice per sempre.  Per ciò sparami
(gioia che non sarai se non ne muori):
se tu sei non passata
io qui comincio, presto, fammi fuori.
Finché la carne bianca a fuoco ara
una mano ispirata. “
Andrea Temporelli


Gulio Einaudi Editore  –  euro 9,50

Eric Rohmer – una lezione morale


Lunedì è morto uno dei grandi personaggi del ‘900, il regista francese Eric Rohmer che,  insieme a Godard, Rivette, Chabrol e Truffaut, fu uno dei nomi trainanti della “Nouvelle Vague”.  Simbolo e mito di una cinemetografia ripartita fra cuore e cervello, attraverso le scene quotidiane sempre in contrasto con l’ ambiguità dei sentimenti, ma anche sempre vive nelle loro innumerevoli sorprese. Una vitalità che nasce attraverso le voci dei protagonisti incontrati dapperttutto, e a tutti, veniva data libertà di parola.   Rohmer era talmente schivo fino a diffondersi la voce che non esistesse; lui, padre e figlio di quel movimento francese, che non solo cambiò il modo di vedere il cinema dal suo interno, ma fu anche il ritratto di una generazione nuova, nel suo ruolo e nei ruoli che voleva cambiare.  Rohmer il cinema l’ ha sempre fatto a modo suo, senza imposizioni, sempre dalla parte dei suoi personaggi, travolti spesso dall’ eventualità del caso e dalle improvvisazioni della vita. Lui non guidava le sue storie, si lasciava guidare, come un jazzista che parte dal tema centrale, e poi costruisce una melodia con il suo istinto, con la sua poesia,  con  la sua professionalità.  Non citeremo i suoi innumerevoli capolavori, ve li lasciamo gustare, godere, capire, perchè di Lui ci rimane un lezione morale, nascosta in quei piccolissimi dettagli che possono cambiare un’ intera esistenza, e che diventano racconto, romanzo, emozione divisa dalla gioia e dalla tragedia, senza mai prendere posizione. Siamo noi che dovremmo riflettere di fronte al disfacimento della nostra società, più oggi che allora. La sua è una lezione che non può essere dimenticata, e come tale va ricordata ogni giorno, come le sue parole…

                                     ” Il cinema è la summa di tutte le arti”

MISSISSIPPI – Il grande fiume: un viaggio alle fonti dell’ America

Mario Maffi – docente di cultura anglo-americana all’ Università Statale di Milano,  autore di una bellissima trilogia sulla città di New York e di altre notevoli pubblicazioni; curatore di importanti antologie sulla letteratura underground statunitense e di tutta una serie di scrittori ai margini del sogno americano, tra cui il portoricano Pedro Pietri – si ripropone al grande pubblico con un libro interessantissimo dedicato al “grande fiume”, simbolo dell’ immaginario collettivo e della storia di questa nazione a stelle-e-strisce.  Fortunatamente ripreso e ristampato dal Saggiatore (il volume era già uscito nel 2004 per Rizzoli)  con un capitolo in più dedicato all’ evento dell’ uragano Katrina, e presentato quest’ anno a Como nell’ edizione 2009 del festival culturale di “Parolario“, il libro ripercorre tutte le sponde del Mississippi dalle sorgenti fino alla sua foce, con una passione e una professionalità che si evidenziano in tutte le sue 560 pagine. Chi pensava erroneamente all’ America come un continente senza storia, o perlomeno con una storia recente ingigantita dai film hoolywoodiani, deve ricredersi leggendo questo saggio che trasuda appunto storia e geografia, attualità e sociologia, realtà e antropologia, musica e letteratura, intensità, racconto, poesia. Il grande fiume che divide in due una grande nazione: east e west, leggenda e realtà, voci nere / ombre rosse e i bianchi, sentieri e crocevia, vita e morte:  come un grande segno, un grande confine, una grande ferita.
Viaggiando lungo il suo corso, dalle sorgenti del Lago Itasca, fino alle foci del Golfo del Messico (e poi seguendo il cammino inverso, quasi a voler ricucire nella propria mente immagini e ricordi), Mario Maffi racconta il Grande Fiume, lo ascolta, legge e interpreta la mutevolezza delle sue acque. E svela, con la sua scrittura appassionata, scorci mozzafiato, angoli nascosti e testimonianze di un passato ancora pulsante. Ma le acque del Mississippi portano con sé soprattutto storie: nelle città, nei locali di blues, nei musei, nei bed&breakfast incontrati lungo quasi 6000 miglia di viaggio, Maffi raccoglie e ricostruisce miti e leggende, e ci fa assaporare l’ originalità, l’ umorismo e i suoni di una tradizione orale, di una musica, di una storia in continua evoluzione. Ci mostra un’ altra faccia dell’ America e ci guida alla scoperta delle origini e delle contraddizioni della sua cultura”.
Un libro “necessario”, che si legge tutto d’ un fiato, perchè ogni cosa parla lungo il Mississippi: un fiume celebrato dai grandi scrittori, ma che continua ad affascinare le nuove generazioni

Mario Maffi

“Mississippi – Il grande fiume: un viaggio alle fonti dell’ America”  (Il Saggiatore Tascabili – 14 euro – 560 p. –  2009)

LA POESIA ININTERROTTA

Venerdì 10 luglio inizia a Como la rassegna da me fortemente voluta “LA POESIA ININTERROTTA – il monologo come arte della parola”  perchè ritengo la performance in solitaria, il ponte ideae fra la poesia pura e la rappresentazione teatrale.

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I primi protagonisti saranno Danilo Caravà e Domitilla Colombo, già ospiti l’ anno scorso con uno splendido monologo tratto da un racconto di Poe ( “Ligeia” ) contaminato con il film “La donna che visse due volte” di Hitchcock; questa volta esplorano l’ enigma di Kaspar Huser; mentre venerdì 17 una nova realtà comasca creata da giovanissime autrici:   il “Teatro dei fili”  ci proporrà un bellissimo testo scritto e diretto da Laura Scaglione

Un’ “Antologia Illegale”

“Antologia Illegale” è la seconda pubblicazione di Alessandro Capelletti, poeta comasco dalla scrittura “alternativa”, che rifugge prepotentemente le solite liriche inzuppate di romanicismi e luoghi comuni, anzi, i suoi luoghi sono quelli di una notte interminabile, fuori e dentro di noi, senza tregua. Le sue storie dai risvoti imprevedibili che mischiano ironia e drammaturgia ci lasciano senza fiato, estranei al fatto raccontato, ma, talmente vicino, da coinvolgerci in prima persona. La città  diventa un teatro dove,  tutti sono vittime e spettatori:  una tragedia cucita sulla nostra identità come un tatuaggio che, con orrore, scopriamo ogni sera al tramonto quando ci spogliamo, e che ad ogni mattino cerchiamo di nascondere con tutta la nostra ipocrisia.

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Non so che facesse, / pioveva ma le gocce erano spazzate via / da dure rffiche di vento. / Piangevano neon spettrali, / olte a me e alla spazzatura svolazzante / non c’era nessuno…

Arrivò un taxi dall’ Inferno, / si schiantò contro una pensilina / ma scese solamente sangue dalla portiera. / “Oddio” pensai “domani al lavoro dovrò seppellire / un povero cristo sfortunato”.

Aprii la portiera e l’ uomo / aveva mezzo volante nella cassa toracica, / pazza di spasmi. / “Voglio fare un pompino prima di morire…” / Tirai fuori l’ uccello sicuro / che non sarebbe mai diventato duro. / Quello stava per andarsene / e mi dispiacevo sempre più, / ma alla fine divenne ok / e lo prese in bocca / malgrado conati di sangue scuro e coagulato. / Soffriva agonizzava   succhiava / ma posi fine alla sofferenza / quando venni, / soffocandolo…

(Alessandro Capelletti)

Il reading di Jack Hirschman

Venerdì scorso si è svolto nello spazio Acàrya di Como  il reading di uno dei più interessanti poeti americani: Jack Hirschman, che ha attraversato tutte le avanguardie poetiche statunitensi dagli anni cinquanta ai giorni nostri; dalla “Beat generation” al “Cyberpunk”.  Le sue poesie sono storie di tutti i giorni che entrano dentro di noi e rimangono appiccicate sulla  pelle come sabbia del deserto. Un deserto culturale che  circonda questi anni di inizio millennio e che si espande giorno dopo giorno:  vuoto, marcio,  inarrestabile.   Basterebbe scrollare i vestiti da tutta questa ignoranza, eppure, sembra che nessuno se ne accorga.   Jack non ha paura di parlare, non si nasconde dietro ipocrisie quotidiane o banalità ricorrenti, gestite nel pressapochismo generale, per sorridere a “salve” e sparare alla schiena. Lui ti parla negli occhi e racconta le sue storie che sono le notre storie; chi finge di non riconosersi è il solito vile che ama nascondersi dietro le dita.   Jack ti porge sempre la mano… e chi è vero dentro, chi la stringe, non la lascerà mai.

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La  felicità

C’è una felicità, una gioia / nell’ anima che è stata / sepolta viva in ciascuno di noi / e dimenticata. /  Non si tratta di uno scherzo da bar / né di tenero, intimo umorismo / né di amicizia affettuosa / né di un grande / brillante gioco di parole. /       Sono i superstiti sopravvissuti / a ciò che accadde quando la felicità / fu sepolta viva, quando essa / non guardò più /   dagli occhi di oggi, e non si / manifesta neanche quando / uno di noi muore – semplicemente ci allontaniamo / da tutto, soli. /         con quello che resta di noi, / continuando ad essere esseri umani / senza essere umani, / senza quella felicità.

(Jack Hirschman)

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Jack Hirschman a Como

Venerdì 22 maggio per il ciclo “L’ altra America – incontri di poesia contemporanea” saranno ospiti nella sede del Gruppo Acàrya due grandissimi poeti americani: Jack Hirschman & AgnetaFalk protagonisti dei movimenti letterari dell’ ultimo quarto di secolo e degli inizi di questo nuovo millennio

Da non perdere !!!!!!!

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Venerdì  22 maggio alle ore 21,15

Circoscrizione 6  –  Via Grandi 21  –  Como

Gruppo Letterario Acàrya

*

NY, NY

E’ grande / E’ brutta / La odio / L’ amo / Sono libero / o / Parlami / Mi senti? / Non posso andarmene / Farò tutto per lei / E’ così grande / E’ sporca / E’ così dolce / La adoro / Rimango / Non ma ne andrò mai / E’ in me / E’ così crudele / La odio / L’ amo / E’ mia / Ne sono il proprietario / E’ mia / Di nuovo e ancora / Dico di odiare la guerra / L’ amo / E’ disgustosa /E’ spaventosa / L’ amo / Non ci andrò / Lo giuro / E’ bella / Parlami / non senti / Che amo? / O è così brutale / E una tale stronzata /Parlami / Dimmi / Cos’è che devo fare / Qualunque cosa / E’ meravigliosa / Non smetterò mai / di amarla / Mai  mai / Mai  mai / Mai mai / Mai.

(Jack  Hirschman)

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Do  You  Know

Conosci quel silenzio/ che si leva più in alto di un urlo / che si lancia contro / il muro dell’ indifferenza / quel silenzio a cui / hanno tagliato la lingua / ma / non smette di urlare.

(Agneta  Falk)

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Si ringraziano per la collaborazione gli scrittori Massimo Baraldi e Sergio Iagulli

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Per ulteriori informazioni  www.acarya.it

John Trudell – Blue Indian

Venerdì 15 maggio alle ore 21 si è svolta nella sede del gruppo Acàrya una serata dedicata al “nativo americano”  John Trudell.  Facente parte del ciclo “L’ altra America  –  incontri di poesia contemporanea”  si è ripercorsa la carriera di questo grandissimo poeta (con letture, video e immagini), che ha pagato a caro prezzo il suo desiderio di libertà;  la sua voglia di lottare, per il suo popolo, per tutti quei popoli sterminati  da una menzogna che dura tutt’ ora.

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” Blue  Indian “

pensieri di sogni che sono / veramente sogni / fuggendo il nulla / nulla fugge / minano  le loro realtà / alimentando turbolenze dell’ anima / la distorsione vibra / portandosi via il meglio dei cuori già / logorati / e marchiati d’ infamia in prigioni di fantasia e dubbio / Indiani blu trascinati dentro / moltitudini differenti / un regime sfiancante govrna chi ha / e chi non ha / la tirannia indistriale della riserva / pretende / l’ assedio emotivo degli indiani blu /  in macchie civilizzate / ombre / perdute verità / sconosciute lacrime cadono dalle menti spezzate degli uomini / aggressione mascherata in / molte corse / il vincitore prende tutto / una bugia che resta / una cupidigia illusa con una faccia rispettabile / gloria e oro / portano a una caccia disperata / persone intrappolate in cerca di significato / narratori estranei ai legami / storie lavate in rituali di sangue / le tradizioni sanguinano / in un dilivio di lavoratori high tech / non schiavi / cambiano le tecnologie / progresso come evoluzione / verso uno strano terminale / Indiani blu trascinati dentro / / moltitudini differenti / un regime sfiancante governa chi ha / e chi non ha / la tirannia indistriale delle riserva / pretende l’ assedio emotivo degli indiani blu / in macchie civilizzate / ombre perdute verità /sconosciute  lacrime cadono dalle menti spezzate degli uomini / vivendo trascuratamente la propria essenza / frutti amari crescono dove / semi amari sono stati seminati / le catene economiche si sono rivestite / da ricompensa / genere / razza / età sull’ orlo / di amore e rabbia / L’ oppressore / il costruttore / il custode della gabbia.

(John Trudell)

*Chiaramente il “Blu” qui è inteso come blues: tristezza, melanconia  ma,  in senso traslato, anche rabbia… e qualcosa di più (!)

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Bad  Dog

Cagnaccio / i posti dove non si mai stato / le ragioni per cui piangi / le menzogne / avanzo di domani / aumentano le cicatrici dei tuoi occhi / cagnaccio / randagio / l’ uomo s’ inventa padrone / c’è un modo in cui devi obbedire / non mordere la mano che ti nutre / non sai cosa vuol dire essere libero /cane randagio / cane cattivo / non riesci a evitare il fuoco / sotto le spoglie del ricordo / che abbaia al cielo / sempre a caccia d’ amore  core esausto che ha bisogno di correre / sempre a caccia di vita / cagnaccio / randagio / solo nel buio / a predare la notte / attirato da un odore nel vento / troppo caldo da toccare / troppo freddo da amare / La luna continua a chiamarti / cagnaccio / randagio / cattivo / senza fiato un battito di cuore lontano / la terra e le anime tremanti / tempi furiosi e rime spezzate / per ogni occasione che hai avuto / un’ altra si è persa / cagnaccio / randagio / la gabbia la gabbia / è piena di vita svuotate / qualsiasi cosa sia / pensi di sognare / ovunque tu sia / pensi di esistere / ma / non è lo stesso mondo / non è lo stasso mondo / randagio / cagnaccio / non puoi sfuggire alla calura / solo nel buio / senza fiato un battito di cuore lontano / l’ uomo s’ inventa padrone / c’è un modo in cui devi obbedire / non mordere lamano che ti sfama / non sai cosa vuol dire essere libero / cane randagio / cane cattivo / cagnaccio /cagnaccio…

(John Trudell)

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“Esilio di sicurezza” al Galèter

Dopo una buona performance al Tambourine di Seregno il 15 aprile, la settima teppa del “Tour dell’ esilio” è stata  il 18 aprile al  Galèter di Montichiari  www.galeter.it , splendida realtà tra le provincie di Brescia e Mantova dove si respira arte, culture e buona tavola (bere compreso). Un pubblico competente e attento si è sorbito le nostre paranoiche scritture ma,  alla fine è sopravvissuto ,  chiedendoci di conservare almeno una lacrima in una teca di cristallo. Un dono per i posteri e per le processioni dei prossimi fedeli. Noi alla fine ci siamo sbronzati e abbuffati. Per i posteri abbiamo scelto il brindisi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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E’ sempre meglio  un buon bicchiere…

alla prossima !!!

Premio di poesia “Under 35” – 2009

Il Gruppo Letterario Acàrya ha organizzato il Premio di Poesia riservato agli Under 35 giunto alla terza edizione, con delle particolarità molto interessanti:  non c’è tassa di partecipazione; le sez. sono tre – poesia inedita, poesia in dialetto e haiku; i premi sono in denaro, ma saranno corrisposti in buoni da spendere il giorno stesso della premiazione in alcune librerie di Como (questo per dare un senso culturale alla manifestazione e per incentivare la lettura dei libri stessi). E’ anche stata istituita una sez. che premierà tre classi elementeri che consegneranno il miglior lavoro di gruppo dal tema “Poesia per il futuro”.

Per maggiori informazioni e per consultare il bando del concorso vai al sito  www.acarya.it 

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“Esilio di sicurezza” 5° tappa

Sabato 28 marzo nella Bibliotaca Comunale di Como c’è stata la quinta tappa del “tour dell’ esilio” (per le altre date consulta la pagina inerente).

Ottimo pubblico  !!!!     Ottima performance  !!!!!

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In  realtà la presenza di un’ enorme scrivania non ci ha permesso di eseguire la performance nella sua parte più teatralizzata.

Sembravamo dei conferenzieri allupati !

Alla prossima  !!!

“Il rumore degli occhi”

“Il rumore degli occhi” (Creativa Edizioni), è il bellissimo libro della “Confraternita dell’ uva” , un gruppo di giovanissimi scrittori sparsi tra le provincie di Brescia, Mantova, Modena e Como (nel dettaglio: Luca Artioli, Sara Bellingeri, Roberta De Tomi, Andrea Garbin, Lorenzo Mari, Marco Marcheselli e Massimo Baraldi). Il libro è una raccolta di racconti che incentra le tematiche sul variegato mondo dell’ infanzia, sulle mille sfaccettature che riflettono i problemi cresciuti intorno ai “bambini” di tutto il mondo, in questi ultimi anni. La violenza, la guerra, l’ abbandono, la solitudine, ma anche  la speranza e la gioia, l’ innocenza e il sogno, la poesia.    Gli stili che si alternano con l’ alternarsi degli autori, rendono la lettura molto interessante, perchè ogni problematica viene affrontata in maniera sempre diversa e imprevedibile, iniettando nel fruitore di queste storie, la curiosità di continuare fino alla fine, tutto d’ un fiato.

Per saperne di più  www.massimobaraldi.it

                                       www.laconfraternitadelluva.wordpress.com

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Queto libro è stato presentato nella sede del Gruppo Letterario Acàrya venerdì 27  febbraio ’09

“1.1.2007 FINO ALLA FINE”

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Alessandro   Capelletti  all’  Acàrya

Il poeta  “Beat” comasco,  Alessandro Capelletti terrà il giorno venerdì 13 marzo alle ore 21,30  una performance presso la sede del Gruppo Acàrya, in Via Grandi 21  – Como – (spazi della Circoscrizione 6), dove, presenterà la sua ultima fatica letteraria: “1.1.2007  Fino Alla Fine” (BrambiStudioEdizioni  –  Prefazione di Luigi Picchi).  Il reading si completerà con la collaborazione dell’ artista Tilf  appartenente al gruppo Disegni Matti, e le musiche  “Krautrock” di cui il nostro protagonista è appassionato   (da non perdere !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)

Blues della bestemmia

Un poeta / apparentemente / compassato e imperturbabile / mi ha riferito di un frate / convinto che / la bestemmia altro non è / che una preghiera incazzata.

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Corridoi

Quando le fiamme delle candele / verranno lasciate in pace ? / Quando assetati berremo pioggia ? / Quando smetteremo di svendere il / destino a biechi maneggioni camuffati ? / Ah si, / forse domani sull’ orlo / del vuoto figlio del Cyclon B / o / fra gli escrementi liquidi / che vomitano livide nuvolette / tra pavimento e materassi. / Magari / nei frangenti finali di un suicidio / tra pseudomedici in stellette. / Oh si, /devo formulare pensieri prudenti, / del resto chi / vuole credere se ciò comporta / cenere sul capo ? /  Intrecci scorticanti- labirinti a 6 zeri / Niente di tutto ciò / potrà mai cadere giù giù giù / senza una personale testimonianza.

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Poesie di Alessadro Capelletti     –      illustrazioni di  Tilf

(per saperne di più  –  www.acarya.it )

E’ iniziato il tour dell’ Esilio

E’ iniziato il tour dell’ Esilio con la band letteraria “Stanardi – Isola & Bianchetti”.  Presentazione multimediale del libro “Esilio di sicurezza” (ediz. Lampi di Stampa).

Prima uscita: 12 Luglio al Punto Einaudi di Como

Seconda uscita: 13 settembre al Binario 7 di Monza

Terza uscita: 14 novembre allo Spazio Acàrya di Como – Circoscrizione 6 in Via Grandi 21 ore 21,30

Ciao mondo!!

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